Il Palazzo Bricherasio è un antico edificio seicentesco situato nel centro storico di
Torino, ubicato in via Lagrange, 20 a breve distanza da
piazza san Carlo e
via Roma. Residenza nobile fin dal XVII secolo, fu dimora dei conti Cacherano di Bricherasio. Nel corso del
Novecento ha subìto notevoli trasformazioni e passaggi di proprietà, divenendo prima una scuola e poi sede espositiva della Fondazione Palazzo Bricherasio; dal
2010, è sede di rappresentanza di un istituto bancario.
Dimora signorile già dal
1636, l'edificio fu edificato nell'antica Contrada dei Conciai e in seguito rimaneggiato da varie famiglie della nobiltà torinese. Dal
1849 al
1851 fu abitato dallo scrittore milanese
Giovanni Berchet, uno dei protagonisti del
Romanticismo italiano, nonché deputato del
Regno Sabaudo, rifugiatosi a Torino e ivi morto
esule. Nel
1855 divenne proprietà dei
Cacherano di Bricherasio, famiglia dell'antica nobiltà piemontese
distintasi per onori militari e che vantava il titolo di
viceré dei
Savoia ma che si distinse anche per opere benefiche e di
mecenatismo. Al conte
Luigi Cacherano di Bricherasio, si deve il rimaneggiamento degli ambienti interni e della facciata secondo il sobrio gusto neoclassico dell'epoca.
Malgrado la prematura scomparsa del conte Luigi nel
1867, la famiglia Bricherasio continuò a risiedervi e a dedicarsi ad attività filantropiche ed artistiche, facendo di Palazzo Bricherasio uno dei più significativi salotti culturali della Torino di fine
Ottocento. Esso fu abituale sede di ricevimenti, mostre, iniziative culturali organizzate dalla primogenita contessa
Sofia, che videro protagonisti i maggiori esponenti della musica, delle lettere e dell'arte del tempo tra cui il pittore piemontese
Lorenzo Delleani, lo scrittore
Edmondo De Amicis e il celebre maestro
Arturo Toscanini.
Il 1º luglio
1899 il palazzo fu sede di un evento che passò alla storia. Il secondogenito
Emanuele Cacherano di Bricherasio, affascinato dalle
nascenti invenzioni meccaniche della vicina
Francia e della
Germania, convocò un gruppo di aristocratici e notabili torinesi per siglare l'atto costitutivo di una prima società che prese poi il nome di
F.I.A.T., divenendone vicepresidente. Nel 1950, estintasi la dinastia Bricherasio, il palazzo fece parte del cospicuo lascito della contessa Sofia all'Opera di
Don Orione, alla quale la nobile famiglia soleva elargire donazioni. In quegli anni il palazzo divenne sede di una scuola di ricamo per ragazze in difficoltà e in seguito sede di un
istituto tecnico superiore per periti meccanici.
Dopo circa un decennio di decadimento, nel
1994 il palazzo fu acquistato dal gallerista Alberto Alessio che, dopo un attento restauro conservativo, ne fece la sede della Fondazione Palazzo Bricherasio. Divenuto prestigioso polo espositivo con mostre di grande rilievo internazionale per circa quindici anni, la Fondazione Palazzo Bricherasio dovette chiudere nel 2009, in un clima di mesta polemica e scontento. Nel
2010, dopo aver corso il rischio di essere lottizzato per realizzare appartamenti di lusso, il palazzo è stato acquistato dalla
Banca Sella per destinarlo a sede di rappresentanza della Banca Patrimoni Sella & C. ma garantendo, tuttavia, l'accesso al pubblico per visite guidate in determinati periodi dell'anno. Il piano terra, inoltre, ospita dal 2011 una prestigiosa caffetteria ricavata nel patio antistante e coperto da un'avveniristica struttura.