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Dichiarazione di guerra del Re di Padania


In data odierna lo Stato di Padania, per bocca del suo Re Matteo Salvini I dalla balconata della sua dimora ha tenuto il seguente discorso: “ Padaaaniiiii…di cielo, di terra e di fiume…” “ Maestà, era di mare non di fiume”. “ Ignorante di un druido, lo so che era di mare, ma in Padania abbiamo i fiumi non il mare…testina di un pirla”. “ Padaaaniiii…dicevo, l’ora è scoccata…” “ Che bello ora andiamo a mangiare, polenta e baccalà per tutti!”. “ Non è ora di mangiare Calderoli, stai calmo, non ti ci mettere anche tu a dire stronzate…basto già io!” Il povero ministro abbassa la testa mormorando scuse e auto flagellandosi con un’immagine dell’altro Matto sponda PD. “ L’ora è scoccata, la chiamata alle armiiii, non è più possibile rinviarla!”( Applausi della piazza) “ Il nemico è alle porte, i Mustafà con barba lunga e turbante stanno invadendo il mondo, e noi siamo stati i prescelti per fermare l’invasione”. Una voce dalla piazza chiede da chi sono stati scelti, gli risponde il bon ton di Borghezio: “Fatti li ca…tuoi”. “ Due, e sottolineo, questo numero DUE... Milioni di doppiette e non di noccioline, sono pronte a marciare e morire se è il caso per la Padania!”. ( Applausi dalla piazza) “ Inoltre ( lo sguardo del Re vaga da destra a sinistra, le mani sui fianchi) avremo con noi i nostri carrarmati made in Venezia!”. “ Sire, scusi ma se sono di cartoni come lo scudetto dell’Inter”. “ Miscredente, ma secondo te Alì Babà lo sa questo no? Quelli viaggiano ancora con i cammelli”. “ Attaccheremo alle ore 2 …” “ Capo, a quell’ora dormo non si potrebbe fare più tardi?” esclama Maroni. “ Alle tre allora…” Un tizio è contrario, a quell’ora si alza per andare a mungere le vacche, un altro deve dar da mangiare alle galline, mentre gli alti vertici del regno padano, dopo una notte di bagordi devono riprendere forza. “ Maestà, a Roma la dolce vita è sempre in auge per noi”. “ Padaaaaniiii…l’ora non importa, il giorno però si e attaccheremo questo sabato…”. “ No…no…sto sabato no…devo essere allo stadio, giochiamo contro i gobbi”. ( Approvazione della piazza). “ Azz…è vero, mi ero dimenticato, bene, rimandiamo la partenza a data da destinarsi. Padaaaniiii…sono orgoglioso di voi! Sono sicuro che vi farete onore in terra straniera!”. “ Scusi Maestà, ma lei non ci guida? Io e i miei amici abbiamo pensato di donarle Ginetto…”. “ Chi è Ginetto o villico bergamasco?”. “ Ginetto è il nostro asino preferito…sa che figurone ci farebbe a cavalcioni? Immagini Maestà, lei con il suo asino a guidarci contro i beduini…na figata”. “ Vero…vero…hai ragione…due asini contro l’impero ottomano…mi piace. Bravo villico ti nomino generale delle truppe a cavallo”. Applausi della piazza e mentre la gente incomincia a sfollare, in televisione trasmettono la Clerici , uno stormo nemico di colombi sorvola la suddetta piazza puntando dritto sul Re di Padania. Da camicia verde a camicia marrone e puzzolente. Alla sera nei vari telegiornali locali la voce piangente del cronista annuncia che Matteo Salvini I di Padania, ha subito un attentato di merda da parte dell’aviazione nemica, e che quindi la partenza per liberare il Medio Oriente viene rimandata a data da destinarsi ( voci nemiche dicono fino a quando il Re non riesce a togliersi tutta la cacca di colombo che ha addosso).