buone notizie

Bacheca FCA


 Slitta la produzione dei due modelli Alfa: "Colpa del mercato cinese". Il Suv della Maserati arriverà "entro il 2016". Priorità per Fca è l'assetto finanziario. Sindacati preoccupati, Fiom: "Prevedibile allungamento degli ammortizzatori"Slitta il piano di rilancio per l’Alfa Romeo e Maserati è in stallo, con vendite in calo e margini dimezzati al 5% nei primi nove mesi del 2015. Il nuovo Suv, che doveva andare in produzione a Mirafiori, è in ritardo di diversi mesi. Anche la nuova Giulia, presentata a giugno, non è ancora stato messo in vendita. Insomma, dal piano industriale di Fca presentato a Londra agli analisti da Sergio Marchionne non arrivano buone notizie per Torino. Ed è inevitabile che i critici, primi tra tutti la Fiom, alzino la voce: “Le incertezze che abbiamo evidenziato in questi giorni, a partire dal secondo nuovo modello per Mirafiori, ma anche le prospettive di Grugliasco, sono tutte confermate”, afferma il segretario torinese dei metalmeccanici della Cgil, Federico Bellono. Sono stati rivisti quindi, sottolinea Fiat-Chrysler, le scadenze previste per il rilancio, a causa delle “incertezze in Cina e la necessità di garantire una adeguata distribuzione globale nella realizzazione del network. Gli investimenti industriali, sui prodotti e su ricerca e sviluppo saranno ridotti al 2018”, mentre “il previsto rinnovo dei modelli sarà completato per la metà del 2020”. I tempi si allungano e si allontana la prospettiva del rilancio degli impianti torinesi. “Lo slittamento del piano Alfa era nell’aria, già in qualche modo preannunciato dalla stessa Fca. Resta il fatto che si tratta di un rallentamento pesante, che sposta molto in avanti buona parte degli investimenti, in un contesto futuro oggi difficilmente prevedibile, anche per quanto riguarda gli assetti manageriali e proprietari dell’azienda”, commenta il sindacalista. L’annuncio “rafforza la necessità di un confronto tra Fca e sindacato in tempi brevi, per valutare le conseguenze sui lavoratori di queste scelte e quindi il rischio di un ulteriore allungamento degli ammortizzatori sociali” conclude Bellono. Anche per Ferdinando Uliano, leader della Fim Cisl, organizzazione maggiormente in sintonia con i vertici del gruppo, “la preoccupazione maggiore riguarda la tempistica delle produzioni” e lo slittamento dal 2018 al 2020 dell’impegno a mantenere lo sviluppo dei nuovi modelli illustrati a Detroit nel 2014. Ma anche di questo, è sicura la Fim, si parlerà nell’incontro chiesto dal sindacato e in programma a marzo con l’ad Marchionne. “Le nuove produzioni di Giulia e del prossimo Suv Alfa Romeo è molto probabile che assorbiranno totalmente la cig a Cassino e avranno anche impatti di crescita occupazionale”. Sicuramente gli stabilimenti che '”rischiano di soffrire per un slittamento dei tempi sono in particolare Pomigliano e Mirafiori. Certo il mercato potrebbe stupirci come del resto è successo con i due modelli di Melfi, determinando un’impennata di produzione ed occupazionale. La collocazione temporale dei due modelli su questi due stabilimenti, se più a ridosso del 2017/2018 o 2018/2020, per noi non è indifferente”, conclude.( Paragonarlo a un organo maschile è il minimo, questo Cialtrone non si domanda se per  i tanti cassa integrati compresi anche i loro iscritti non è indifferente.)  Il gruppo che Marchionne  lascerà in eredità al suo successore sarà in buona salute se si guarda agli obiettivi finanziari: non avrà debiti, anzi avrà un attivo di cassa tra 4 e 5 miliardi, i ricavi saranno pari a 136 miliardi, l’utile netto tra 4,7 e 5,5 miliardi, l’utile operativo tra 8,7 e 9,8 miliardi. Non c’è nessuna indicazione invece sul target delle auto da vendere: nel piano 2014 dovevano essere 7 milioni nel 2018,  in questo Marchionne non dà un nuovo numero. “Non è importante, contano i target finanziari”, ha sottolineato, le  attese maggiori erano sulla strategia per Alfa Romeo. L’amministratore delegato di Fca sposta in avanti gli obiettivi: i lanci previsti entro il 2018 avverranno tra il 2017 e la prima metà del 2020.Concludo dicendo che i diretti interessati NON si muovono, blaterano solo ( la maggior parte ) e che nel momento che la riforma Fornero sulla cassa integrazione entrerà a regime, sarà troppo tardi!