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Poveri noi mariti...ovvero vade retro Ikea


Noi mariti non brilliamo certo per pazienza e entusiasmo ad andare in certi posti, uno di questi sono i centri commerciali, compreso la famosa Ikea. Un pomeriggio dell’altra settimana con moglie e figlia abbiamo deciso di andarci, ovviamente se sentirete le loro testimonianze vi diranno che la colpa è mia: “ Hai troppi libri e fumetti….Vendili!! Buttali!”. In effetti tutti i torti non hanno, però il sottoscritto pensava : “ toccata e fuga”, ovvero si scelgono le librerie, si va al magazzino, si caricano sul carrello, si pagano e voilà il gioco è fatto. Macchè, andare con una donna questa prassi veloce non esiste, figuriamoci con “ due “ donne, di cui una a breve andrà a convivere.  Andarci con il gentil sesso per noi maschietti è come entrare al pronto soccorso: sai quando entri ma non quando esci. “ Oh che bello….vieni qui…guarda questo…Marcoooooo…che ne dici?”. Succede anche che rischi di perdere la compagnia, perché convinta che sia a fianco e invece è rimasta indietro ad ammirare che cosa non si sa. Allora ti guardi intorno col rischio di essere scambiato un maniaco pervertito visto che osservi tutte le donne nella speranza di ritrovarle, solo quando arrivi a comporre il numero di Chi l’ha visto, spuntano solari e sorridenti : “ Ti piace? “ e ti fanno vedere cosa hanno preso e tu li a capire che diavolo possa servire quel coso. Prosegui nel tuo cammino molto lentamente, ti sembra di essere in tangenziale bloccato dal traffico. Ti siedi un attimo e vicino a te vedi un signore che sconsolato ti dice : “ Pensi che io son entrato l’altro giorno e sono ancora qui…si faccia coraggio!”. Perfetto, un po’ di solidarietà mi mancava. Vorrei guardare l’ora ma non ho l’orologio al polso, per la verità è rimasto in montagna a godersi il fresco e il riposo. Finalmente le librerie appaiono e dopo una ventina di minuti a discutere sul colore da scegliere, il prezzo ecc..compilo il modulo con le indicazioni che servono e si riparte. Il sorriso spunta sul mio volto, ora stiamo camminando spediti, le donne hanno voglia di un caffè. Giustamente, un attimo di pausa ci vuole dopo cinque minuti di camminata veloce, altro che se ci vuole la pausa. Bevuto il caffè, ci si rimette in moto e si arriva al reparto : Vetro e ceramica. Il terrore si impossessa di me, questo cartellone appeso al soffitto significa: bicchieri, piatti, posate ecc.. Mi guardo intorno per trovare un posto da sedere, invano…nulla di nulla. “ Lo prendiamo? Si è carino ma non è meglio questo? Prendilo dai…Marcooooo che ne dici?”. Sconsolato alzo il fazzoletto bianco, prendete quello che volete ma basta che vi sbrighiate vorrei dire ma evito, visto che le donzelle son negli scaffali dei coltelli e coltellacci e nelle loro mani ne compaiono alcuni. Non capisco se vi è una sottile metafora tipo: “ Non dire nulla e ti salvi altrimenti vedi te…”. Finalmente si arriva con un leggero ( eufemismo) ritardo alle casse, ovviamente c’è coda, sento un vecchietto esultare, lo avevano dato per scomparso: era li dentro da due mesi: la moglie era indecisa sul divano da prendere. La paperina si volta e mi dice:” Vedi, pensa se al posto di quel signore c’eri te…ti è ancora andata bene…sempre che barbotti…va là che ti diverti venire con noi”. Non ho lo forza di replicare ho il mio da fare a cercare di portare il carrello il quale ovviamente ha  le ruote che vanno da tutte le parti tranne dove dovrebbero: ovvero dritte!. Direi che anche stavolta è andata,  la luce del sole c’è ancora, non siamo ancora arrivati al giorno successivo…oserei dire alla prossima…ma meglio che stia zitto tanto le donne di casa mi hanno già anticipato: “ La prossima volta che veniamo mangiamo qui”. Qualcuno di voi mi da asilo politico oltre che solidarietà?