buone notizie

Pomeriggio festivo


Giornata di Festa ieri, e quando è festa lo è per tutti, conigli compresi. Ero nel letto dopo pranzo quando il mio amico Valentino sale a trovarmi. Mi guarda come dire: “ Che stai a fa?” e batte le zampone per attirare l’attenzione. Oserei dire che come le batte sembra un batterista provetto. Capisco dove vuol andare a parare: la grattatina quotidiana dietro le orecchie. Inizio a grattare, in un attimo si allunga sul letto, con un sorriso soddisfatto. Dopo cinque minuti buoni decido di smettere, potete immaginare cosa succede. Valentino si alza, mi guarda, ribatte le zampone e aggiunge un “ grunchi “( in casa chiamiamo così il suo verso) per farmi notare che è “ Lui “ a decidere quando devo smettere. Ora cari amici capite perché il mio alter ego Paperino ogni tanto si vendica nei racconti che scrivo? Dopo altri dieci minuti di goduria totale, il coniglietto si alza soddisfatto e se ne va…le urlo dietro che almeno un grazie poteva dirmelo, per risposta si gratta un orecchio. Visto il tempo pessimo decidiamo io e la paperina di farci una bella dormita, quando siamo quasi tra le braccia di Morfeo squilla il telefono: è mio padre. Dato che chiama con il cellulare, il primo pensiero che viene è che sia successo qualcosa. Riporto il dialogo per intero e credetemi è tutto vero( lo trascrivo in italiano e non in piemontese). Papà: “ Alda o Anna ( non ho capito molto bene il nome ) sono qui nella via, ma non c’è posto, piove…bip bip…son tutto bagnato...bip". Guardo fuori dalla finestra e vedo che non piove, che campa i dadi come diciamo noi in Piemonte? La moglie va sul balcone ma non vede la sua panda, rientra e mi fa che non c’è. Io le urlo , visto che è sordo come pochi, che sono Marco, aggiungo anche che sono suo figlio, ma nulla da fare . P. “ Adesso devo andare in garage a parcheggiarla, son bagnato fradicio…altri bip bip…qui non trovo posto”. Continuo a dire che ha sbagliato numero, che non sono la persona che sta cercando, ma niente, è inutile si è messo in testa che io sarei una lei. Al quarto tentativo di fargli capire desisto sconsolato e lui imperterrito continua tra un bip e l’altro a gridare ( perché i sordi di solito gridano ancora di più che noi al cellulare) che se prova ancora a cercare parcheggio e poi mette giù. Guardo la moglie e lei guarda me, decidiamo di richiamarlo subito per dirgli che ha sbagliato numero, ma come sempre accade il cellulare è già spento. Facciamo varie ipotesi di dove possa essersi cacciato ma alla fine ci rinunciamo, forse il commissario Berardi risolverebbe la cosa, ma si sta godendo le ferie meritate. Cerchiamo di riprendere la pennichella interrotta ma ormai desistiamo e ci alziamo mentre il cielo è sempre più scuro e qualche goccia di pioggia incomincia a intravedersi, il tutto in un tranquillo pomeriggio di festa.