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Il destino in una pallottola ( quarto capitolo)


Tornando a casa i due uomini non proferirono parola in merito a quello che era successo.Il volto del professore ha ripreso un po’ di colore. Si siedono un attimo sulla panchina del parco. “ Roman, dimmi la verità…mi credi un pazzo visionario?”.“ Non credo che tu lo sia Hans…non so perché queste visoni ti appaiano, ma evidentemente nostro Signore ha in mente qualcosa e questo qualcosa riguarda te”.Il sole sta lentamente tramontando,  i lampioni della città incominciano ad illuminarsi. La quiete della sera avvolge Varsavia mentre la gente torna a casa dopo una giornata di lavoro.I due uomini passano per il quartiere ebraico. Una voce risuona forte dalla sinagoga, il portone è aperto e i due uomini decidono di entrare.Il rabbino Joseph recita il suo sermone, una ventina di persone sono presenti.Gutz osserva la cupola dell’edificio, è bellissima. Le parole lo avvolgono in un abbraccio di serenità e tranquillità. Dei bambini si avvicinano a loro e domandano: “ Voi due non siete del quartiere?”.Roman risponde di no, lui abitava a un diversi isolati da qui, e che l’uomo accanto a lui è tedesco.“ Un giorno voglio andare anche io a vedere la Germania, dicono che è bellissima”.Gutz sorride rispondendo che è bellissima. Una voce richiama i bambini a fare silenzio e a tornare al loro posto.I due uomini escono dalla sinagoga e si avviano verso casa. Dopo una decina di minuti Gutz esclama: ” Roman…devi convincere quella gente ad andarsene via”.“ Come via? Hai…hai avuto di nuovo…?”.“ Si! Non ho voluto spaventare i bambini e la gente presente, ma ho visto…mio Dio…quanta atrocità”.Il professore racconta la sua visione, e  quando finisce il volto di Roman è  bianco come un lenzuolo.“ Capisci quale dannazione pesa sulla mia testa?”.Sono seduti a tavola intenti a mangiare quando il telefono squilla.“ E’ per te Roman, il tuo amico colonello”.“ Scusa se ti disturbo a quest’ora, ho parlato con il mio superiore in merito a tuo cognato. Per farla breve ha chiamato un suo amico a Londra, il servizio segreto sta tenendo d’occhio ciò che succede in Germania. Domani arriverà un loro agente, tuo cognato dovrebbe venire a parlare con lui”.Roman risponde che sarebbero andati: “ Prendo nota…si sono dove si trova la strada…si, capisco meglio non dare troppo nell’occhio. D’accordo, per le sedici, a domani”.“ Cosa voleva? “ domanda Frida“ Niente di che, cara mogliettina. Domani pomeriggio io e Hans siamo attesi per una partita a biliardo. Lui si è vantato di essere un grande giocatore e il colonello ha preso la palla al balzo per una sfida”.Hans sorride e non dice nulla, ha intuito che il militare ha parlato con un suo superiore e quest’ultimo ha creduto se non in tutto almeno in parte, a ciò che racconta quando ha le visioni.La mattinata seguente trascorre come le precedenti, colazione, passeggiata al parco con Hilga, una lettura al giornale e poi a pranzo . Nel primo pomeriggio i due uomini chiamano un taxi per recarsi all’appuntamento. In auto nessuno dei due parla. Hans è assorto nei suoi pensieri, la domanda che si pone di continuo è: “ Se mi sbagliassi? Se le visioni fossero dettate da una mente che sta andando a pezzi?”.Roman paga l’autista. “ Ecco, quello è l’edificio”.Una piccola villa è davanti a loro con un  giardino recintato e all’interno una paio di alberi secolari. Entrano nel vialetto che porta alla porta e suonano.“ Buongiorno signori, prego entrate”. E’ il maggiordomo del generale Grawoji. Si accomodano in una sala, Hans si guarda intorno, la sala è arredata con buon gusto. “ Buongiorno signori, sono il generale Grawoji, il caro colonello mi ha parlato di lei signor Gutz, ma prego accomodatevi”.Roman domanda il perché fossero stati ricevuti qui e non al palazzo del Ministero.“ Per un semplice motivo, questa sarà una chiacchierata informale, nulla di ufficiale. Vogliamo renderci conto di persona di quello che ha da dire il suo amico… Ecco è arrivato l’agente inglese”.Un uomo è appena entrato nella villa. Strinnge la mano ai presenti con caloroso trasporto.“ Signori vi presento Lord Kelvin, è un membro del Governo inglese molto vicino ai servizi segreti”.Dopo i convenevoli di rito, Gutz racconta per filo e per segno tutto ciò che gli sta accadendo, partendo dalla famosa riunione a cui ha assistito come spettatore al comizio di Drexler e Hitler, fino ad arrivare all’ultimo episodio avvenuto nella sinagoga.“ So che ci sono persone con delle facoltà fuori dal comune, diciamo pure paranormali caro professore e non metto in dubbio le sue parole, ma è difficile riuscire a convincere che ciò che sta dicendo si avverino”.Gutz ribatte che per quanto possano sembrare assurde le sue visioni,  si sono avverate anche qui: “ Credo che sappia cosa sia successo nell’ufficio del colonello?”.L’inglese fa segno di si con la testa.“ Non posso dire con esattezza quando ciò si avvererà ma mi creda lord Kelvin, succederà…e sarà la fine per l’umanità”.“ Il nostro servizio segreto insieme a quello francese vigila su ciò che succede nel suo paese e a parte qualche manifestazione non vediamo segnali di pericolo nell’immediato”.“ La cosa è complicata, il vostro paese come la Francia non ha capito che la Germania è in ginocchio, non ha soldi per risarcire il danno fatto, la gente non ha lavoro, non ha da mangiare e il malcontento cresce. Basta una qualsiasi persona che abbia carisma, che sappia fare leva sull’orgoglio nazionalista per portare la Germania ad alzare la testa. So di cosa sto parlando, e questo Hitler ci sta riuscendo”.Il generale non proferisce parola, ascolta in silenzio. Guarda il professore con occhi indagatori cercando di svelare cosa potrebbe celarsi dentro la mente di quell’uomo.“ Lei non mi crede vero?” disse Gutz all’inglese“ Non è che non le credo, ho assistito a questi fenomeni assieme al mio amico Doyle…ma da qui a dire che un tizio con baffetti scateni una guerra…questo è già più difficile crederci”. ( continua)