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Caino e Abele( 8 capitolo)


Riassunto: Il commissario Berardi indaga su quello che a prima vista sembrava un suicidio di coppia: la famiglia Crespi. Ma nel proseguo si rivela che non è affatto quello che sembrava, vi sono troppe incongruenze e misteri: un fratello gemello di cui nessuno sapeva nulla, nè il figlio della coppia nè l'amica della madre. Da una rivelazione di un abitante di Coazze, paese dove è nato Livio Crespi, viene a sapere che il fratello Franco, scappato anni prima per non finire in galera era tornato, ma nessuno ha voluto credere a questa persona. Franco aveva sul braccio sinistro una voglia e Berardi tornato in ufficio chiama il dottor Stresi è ha la conferma di ciò che sospettava, ovvero che Franco Crespi aveva preso il posto del fratello. Le domande sono ovvie: nè la moglie e il figlio come hanno fatto a non accorgersen? Parlando con il responsabile della dogana dove Crespi lavorava viene a sapere che l'uomo si era licenziato e con lui i suoi superiori e altri due dipendenti. Inoltre sembrava fosse coinvolto nei furti che sistematicamente avvenivano, ma prove certe non sono state trovate. Delle quattro persone che si sono dimesse, due sono a Parigi, una abita in città e la quarta è sparita. Berardi e Tirdi vanno a parlare con Arborio, l'ex dipendente della dogana, da esso viene a sapere che Pavesio e Gavello, loro superiori abitano a Parigi e che Marentino è da mesi che non lo vede. Confessa che dopo le dimessioni di Crespi i furti erano cessati: "Era lui l'organizzatore dei furti con la complicità di Pavesio e Gavello".  Usciamo dalla casa con delle informazioni utili ma non determinanti, abbiamo i nomi dei componenti della banda, e uno di loro ne sono convinto è stato ucciso. Se è vero che Crespi era astemio vuol dire che è stato obbligato a bere il vino con l’arsenico, e l’assassino ha inscenato il suicidio, ma chi e perché?Tornato in ufficio decido di andare dal questore, al di là della mia convinzione che non si tratti di suicidio c’è la questione dei furti, che anche grazie alla complicità di Pavesio e Gavello vi siano coinvolte altre persone oltre a Crespi, Marentino e Arborio. Davanti all’ufficio del questore vedo un signore con la corporatura massiccia, spalle larghe, sul capo una bombetta, ed una nuvola di fumo esce dalla sua pipa.Lo guardo e mi sorride. “Buongiorno signori entrate pure e accomodatevi…”.Cedo il passo al misterioso signore.“Signori credo che non vi conosciate: commissario Berardi, le presento il suo collega di Parigi commissario Maigret della polizia giudiziaria”.Rimango stupefatto, conosco di fama la persona seduta accanto a me, ma mai avrei pensato di incontrarlo.“Piacere commissario, ho letto alcuni articoli scritti su di lei, anche noi francesi seguiamo ciò che succede nel vostro paese”.“La ringrazio commissario Maigret, la sua fama ha valicato le Alpi ed è arrivato anche qui”.“Merci, troppo gentile”. “Berardi, il commissario Maigret è venuto qui perché la pista di una sua indagine l’ha portato qui a Torino”.“Non capisco…”.“Monsieur Berardi, a Parigi ho indagato su due omicidi, due vostri connazionali sono stati uccisi da un misterioso uomo, il quale sono più che sicuro si nasconda in questa città”.Un brivido corre sulla mia schiena, un lampo attraversa la mia mente e faccio i nomi delle vittime. “Mario Pavesio e Luciano Gavello!”.Questa volta è Maigret a rimanere sbalordito. “Sapevo che lei era un commissario très douè, exactement, credo che anche lei stia portando avanti un’indagine in cui sono coinvolte queste due persone!”.“Si!” e racconto per filo e per segno tutto quello che ho scoperto su Crespi.Il questore ascolta in silenzio e capisce che archiviare questa indagine non è proprio il caso, infatti mi esorta a proseguire. Domando al mio collega francese che opinione si è fatto sugli omicidi sui quali sta indagando.L’uomo si riaccende la pipa con gesto calmo.“Credo che l’assassino abbia voluto uccidere due persone scomode, forse testimoni di qualcosa che non dovevano vedere”.“Come ho spiegato queste persone erano implicate in furti assieme a Crespi. Purtroppo le indagini svolte non hanno portato a nulla anche perché mi è stato detto che chi avrebbe dovuto controllare era a libro paga di Pavesio”.“I due omicidi sono avvenuti a distanza di un paio di giorni, l’unica traccia è un uomo sulla trentina, non alto con tratti latini. Ha usato la stessa pistola un revolver calibro 32.. Mi è arrivata due giorni fa la notizia ammesso che è stato visto transitare alla frontiera a bordo di un’ auto. “Ha il numero della targa?”.“Purtroppo no, i gendarmi non l’hanno presa, hanno solo controllato il passaporto, ho il nome anche se credo che sia falso”.Prendo nota del nome, chissà che non abbiamo fortuna. Domando se in casa delle vittime ha trovato qualche collegamento con il nome di Livio Crespi.“Niente, questo nome non compare però ho trovato una lettera spedita a Gavello il giorno prima dell’omicidio, che era assolutamente urgente che doveva parlargli”.“Avete controllato se era stato Pavesio a spedirla?”.“La firma era falsa, il nostro esperto in calligrafia non ha avuto dubbi”.Mi viene in mente una cosa e domando al questore se posso fare una telefonata.“Pronto parlo con don Roberto? Sono il commissario Berardi, volevo domandargli se lei sa se Franco Crespi beveva o era astemio?”. Rimane un attimo in silenzio poi risponde in maniera affermativa:” Beveva e a volte i clienti della locanda hanno dovuto accompagnarlo a casa perché era troppo ubriaco per andare da solo”.“Signor questore questa telefonata ha tolto ogni dubbio, non so come ho fatto a non pensarci prima, è omicidio nella persona di Franco Crespi e la moglie”.“Ma se non sbaglio lei mi ha detto che il figlio ha riferito che suo padre era astemio!”.“Questa è una delle tante incongruenze di questa indagine…”.Maigret non dice nulla, ma posso immaginare che il suo cervello stia lavorando.“Commissario Berardi, lei cosa ne pensa, io un’idea me la sono fatta”.Lo guardo e lo invito ad esporla, ed è esattamente come la mia: hanno ucciso i Crespi per vendetta, mentre le due vittime che abitavano a Parigi sono state uccise perché non denunciassero i loro complici dei furti commessi in dogana.“Quindi anche lei Maigret pensa che il committente degli omicidi nella sua città sia opera di Crespi?”.“Oui signor questore, je suis vraiment assurer!”.“E lei come intende procedere Berardi?”.“Cercherò di trovare Marentino e se lo trovo saprò anche chi è il responsabile degli omicidi. Per quanto riguarda i coniugi non dispero di arrivare alla soluzione”.“Bien signori, è stato…come dite voi italiens…un piacere incontrarvi, ma mi reclamano a Parigi. Chiedo solo un favore anche se immagino sia difficile da attuare, se trovate l’assassino di Pavesio e Gavello di poterlo estradarlo in Francia per il processo”.Guardo il questore, il quale si limita a dire che farà tutto il possibile con il Ministero di grazia e giustizia per accontentarlo nella sua richiesta.“Au revoir signori e auguri per la sua indagine commissario Berardi…se capita di venire in visita a Parigi venga a trovarmi, ne sarò felice, la signora Maigret è un’ottima cuoca”. (Continua)