Area personale- Login
TagCerca in questo BlogMenuI miei Blog AmiciCitazioni nei Blog Amici: 88 Ultimi commentiChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
|
Post n°3219 pubblicato il 10 Settembre 2024 da paperino61to
Riassunto: Gli indizi che il commissario Berardi nella sua indagine sta trovando lo portano sempre di più ad essere convinto che i coniugi Crespi siano stati uccisi e non si sono suicidati come sembrava. L'uomo non era quello che si credeva ovvero Livio Crespi ma suo fratello gemello Franco, la pecora nera della famiglia scappato per diverso tempo per non essere arrestato dalla polizia. Alla dogana dove lavorava hanno detto che Crespi era cambiato e che da diverso tempo subivano furti e che sono cessati alla sua dimissioni. Assieme a lui anche i suoi superiori Gavello e Pavesio si sono licenziati seguiti a breve da Arborio e Marentino(operai). Nel frattempo da Parigi giunge il famoso commissario Maigret, nella sua città sono stati uccisi Pavesio e Gavello, e l'assassino di cui ha seguito le tracce lo hanno portato a Torino. Berardi torna da Arborio e con velate minacce gli dice che se il suo amico si fa vivo di avvisarlo altrimenti lo mette in carcere per via dei suoi illeciti traffici. In ufficio viene a trovarlo Arturo Crespi figlio della coppia e il commissario si convince ancora di più che sta mentendo. Dopo qualche giorno Arborio vede Berardi e gli dice che Marentino è in città, alloggia in una pensione nella zona nord sotto falso nome: Matteo Sandri. Con Tirdi vanno alla pensione e lo arrestano prima che scappi in Sud America.
L’uomo accompagnato da Tirdi si siede su una seggiola, mi guarda con aria di sfida, la paura gli è passata evidentemente. “Allora Marentino cosa mi racconti?”. “Mi chiamo Matteo Sandri e sono nato a Vercelli il…lo può leggere dalla mia carta di identità”. “L’ho letta, peccato che sia falsa caro amico mio! Ripeto la domanda, cosa mi racconti?”. L’uomo ripete la stessa frase, sembra un soldato quando viene catturato: nome cognome e grado. “Vorrà dire che farò venire il tuo amico Arborio, lui ti conosce bene o sbaglio?”. Il suo volto sbianca di colpo ma continua a negare di chiamarsi Marentino. “Tirdi vallo a prendere e vediamo se continua la sua recita”. “Va bene commissario mi chiamo Marentino Claudio, cosa vuole da me? Non ho fatto nulla”. “La polizia francese era sulle tue tracce poi ti ha perso quando hai passato il confine e sei venuto qui. A Parigi dicono che hai commesso due delitti”. “Non è vero, non sono stato io ma lu…non ho fatto nulla”. Per un attimo si è tradito, ma faccio finta di non aver sentito. ” Quindi non sei mai stato a Parigi?”. “No!”. “Strano perché una delle due vittime ha scritto nell’agenda che aveva appuntamento con te”. “E’ falso, non conosco questa persona”. “E se ti faccio i nomi di Pavesio e Gavello?”. “Non so chi siano”.
“Marentino, non mentire, tu li conosci benissimo. Erano i tuoi superiori alla dogana quando lavoravi assieme ai tuoi compari Arborio e Crespi”. “Ora ricordo, si li conoscevo ma poi io mi sono licenziato e non so più nulla”. “Chi ti ha pagato per ucciderli?”. “Commissario, non ho ucciso nessuno mi creda, so di essere un farabutto ma non un assassino”. “Spiegami cosa facevi a Parigi, non credo che tu fossi in gita di piacere”. “Non ero…”. Alzo una mano e blocco la sua frase. “Sai cosa rischi se io chiedo l’estradizione al Ministero? Rischi la testa, la polizia di Parigi ha già inoltrato la richiesta”. Marentino sbianca ancora di più e balbetta disperato accompagnato da singhiozzi. “Datti un contegno, cerca di essere un uomo, parla se sei innocente”. “Va bene commissario, ero a Parigi ma non ho ucciso quegli uomini. Ho accompagnato una persona, non so come si chiama”. “Vai avanti”. “Mi ha contattato lui, sapeva tutto di me e di cosa facevo alla dogana, mi ha chiesto se avevo intenzione di guadagnare un po’ di soldi, molti soldi. Ho accettato, quando mi ricapitava un’occasione simile?”. “Questa persona la conosci?”. “No! Aveva la barba, occhiali scuri e cappello, questi non se li toglieva mai”. “Lo hai accompagnato a Parigi?”. “Si, ma ho viaggiato da solo fino a Chamonix, lui è arrivato con il treno, poi è salito in auto e siamo partiti per Parigi”. “Poi una volta a Parigi? Che avete fatto? Dove siete andati? Ti avrà detto qualcosa!”. “No, era di poche parole, parlava il minimo indispensabile e non saprei riconoscere la sua voce se è questo che vuole sapere, a Parigi è sceso davanti a una pensione: Chez nous mi sembrava si chiamasse, io invece avevo una camera prenotata a tre isolati da dov’era lui”. “Poi cosa è successo?”. “Il giorno dopo sono andato a prenderlo e l’ho accompagnato da Pavesio, seguendo le sue indicazioni; ho aspettato in strada e dopo un quarto d’ora è salito in auto e ci siamo allontanati di gran fretta”. “Immagino che tu le abbia chiesto qualcosa in merito a quella visita e di come faceva a conoscerlo”. “Si, ma ha risposto che non erano affari miei, se volevo i soldi dovevo solo ubbidire e non fare domande”. “Dopo Pavesio siete andati da Gavello?’”. “Si, il tizio era molto agitato, aveva fretta, ho aspettato di nuovo in strada e quando è sceso siamo andati via; pensavo di tornare nella pensione e invece abbiamo preso subito la strada del ritorno, facendo tappa solo dopo diverse ore di viaggio”. “Alla frontiera i gendarmi hanno visto solo te sull’auto, lui ha ripreso il treno vero?”. “Si a Chamonix ed ho notato che ad aspettarlo c’era una donna”. Questa affermazione mi spiazza, guardo Tirdi anche lui è stupito. “L’avevi già vista? Sapresti descriverla?”. “Mai vista commissario, ero lontano per vederla bene, però erano in confidenza visto che si sono abbracciati, poi sono saliti entrambi in treno”. “Quindi hai passato la frontiera di nuovo da solo,e lui? E' salito dopo?”. “No, lui ha proseguito in treno con quella donna”. “La carta di identità falsa te l’ha data lui o te la sei procurata?”. “Ha pensato a tutto lui e credo che anche la sua identità fosse falsa. Ma è vero che Pavesio e Gavello sono stati uccisi?”. “Si! E i francesi pensano che tu sia l’assassino”. “Glielo giuro commissario ho detto la verità, io ho solo fatto da autista…maledetto lui, se sapevo che cosa avesse in mente non avrei accettato”. “Come mai volevi scappare in Argentina?”. “Sarò anche un farabutto ma non sono stupido, quel tizio mi faceva paura, non so perché ma sentivo che a Parigi aveva commesso qualcosa di brutto e io potevo essere un testimone scomodo, ecco perché ho comprato i biglietti per andarmene. A Buenos Aires ho dei parenti, non mi avrebbero trovato di sicuro, laggiù avrei cambiato cognome e vita!”. (Continua)
https://blog.libero.it/scontro/trackback.php?msg=16775185 I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio: Nessun Trackback Commenti al Post:
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero. |
Inviato da: DoNnA.S
il 15/10/2024 alle 21:57
Inviato da: g1b9
il 15/10/2024 alle 12:00
Inviato da: elyrav
il 15/10/2024 alle 11:20
Inviato da: paperino61to
il 15/10/2024 alle 10:33
Inviato da: elyrav
il 14/10/2024 alle 08:51