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Messaggi del 18/11/2020

 

Vacanza con delitto( 8 capitolo)

Post n°2674 pubblicato il 18 Novembre 2020 da paperino61to

 

Riassunto: Il commissario Berardi aiuta il suo veccchio amico Rimaudo, maresciallo dei carabinieri a Loano, dove si trova in vacanza con la fidanzata. L'indagine riguarda l'omicidio di una giovane ragazza, spacciata per suicidio. I sospetti si concentrano sui clienti di un circolo con annesso albergo dove la vittima lavorava. Berardi e Rimaudo riescono a risalire a Gianna in arte Renata che fa la prostituta nel bordello dove Ripa, uno dei due sospettati ( l'altro è il conte Lenzini) dice di avere trascorso la notte del delitto. La ragazza però dopo aver saputo della morte della sua amica, è scappata di casa senza dire niente a nessuno manco alla madre. Berardi e Rimaudo riescono a trovarla  solo grazie a un indicazione data da una ragazza del bordello. Nel corso dell'interrogatorio, Gianna dice che è stata minacciata e obbligata da Ripa, di dare appuntamento a Sabrina quella notte. 

 

 

 

“Comunque sei sicuro che gli uomini di Ricardi non sappiano dove si trova questa baita?”.

“Io non ne ho mai visto uno, e mi creda maresciallo, conosco chi lavora per quel farabutto”.

“Che ne dici Marco?”.

“Quando pensate di partire?” domando all’uomo.

 “Sarebbe meglio partissimo subito, il tempo di preparare un paio di zaini”.

“Maresciallo..” è Gianna a parlare con un filo di voce.

“Ho paura per mia madre…la prego protegga…voi non sapete come siano cattivi Ripa e Ricardi”.

 “Ettore, andiamo da sua madre e portiamola a casa tua, le faranno compagnia tua moglie e Maria. Stai tranquilla Gianna, vedrai che andrà tutto bene”.

Sorride, e credo che in questi giorni sia il primo sorriso che riesce a fare.

“Grazie commissario…grazie anche al suo amico. Mi rimane solo la mamma…poi ho ancora una richiesta se posso…”.

“Di pure senza timore, di cosa si tratta?”.

“Della ragazza che vi ha dato l’indirizzo…non oso pensare a cosa può capitarle se vengono a scoprirlo, siamo amiche , si chiama Lea”.

“D’accordo, dimmi solo il suo nome e indirizzo”.

E’ una brava figliola, prendo nota mentalmente di chiedere a Ettore di darle una mano a trovare un lavoro migliore quando tutta la faccenda sarà finita.

Lasciamo la casa dopo un paio di ore, padre e figlio hanno cancellato un eventuale presenza di Gianna in quel luogo, così se gli uomini di Ricardi arrivassero non troverebbero nulla.

Mentre torniamo alla macchina, osservo i due uomini e la ragazza salire ancora più in alto sul sentiero fino a scomparire.

“Bene, Marco, andiamo dalla madre della ragazza e poi dalla sua amica”.

“Con lei bisogna fare in modo che la tenutaria della casa non si accorga dell’aiuto che ci ha dato e non riferisca niente a Ricardi e a Ripa”.

“Tu che mi consigli?”.

“Potresti arrestarla per attività anti fascista”.

“Ma sei matto? Finirebbe dritta in galera…”.

“In caserma avete una cella no? Può stare lì oppure…”.

“Oppure?”.

“Se prendi per buona l’idea della falsa accusa, faccio venire i miei uomini e la portano a Torino. Ovviamente non finirebbe in galera, ma andrebbe a stare dai miei amici”.

Ettore è pensieroso a questa  ipotesi, ma alla fine acconsente. Arriviamo all’abitazione della ragazza che ci aveva consegnato il foglio per trovare Gianna.

“Sono contenta che l’abbiate trovata, come sta? Vi prego salvatela”.

“Signorina Lea, stia tranquilla, in questo momento è al sicuro. Il problema rimane lei…può immaginare se arriva a certe persone il suo coinvolgimento nelle indagini cosa rischierebbe”.

La donna risponde di si ma dice anche di non sapere dove andare :”Nessuno darebbe aiuto a una prostituta lo sapete vero? Gli inquilini di questo stabile mi guardano malamente e sento i loro commenti, credete che sia piacevole fare questo mestiere? Ma devo pur vivere”.

“Senta Lea, il mio amico ha avuto un’idea ed è l’unica possibile per non farle rischiare la vita, adesso la espongo e spero che lei accetti”.

Finito di esporre il piano Ettore guarda la donna, sul suo volto ci sono delle perplessità oltre che una normale resistenza.

“Signorina posso garantirle che i miei uomini non la porteranno in carcere, anzi andrà a stare dai miei amici. Inoltre se lei accetta, dirò loro di attivarsi per trovarle un lavoro anche solo momentaneo almeno fino a quando l’indagine sarà finita; poi se vorrà potrà ritornare qui”.

“Lei farebbe questo per me? Per una poco di buono?”.

“Perché non dovrei farlo? Non giudico chi fa il suo mestiere, non è compito mio. Io cerco solo di scoprire gli assassini e tutelare la gente onesta. Il qui presente maresciallo mi conosce bene e sa che non parlo a vanvera. Non mi risulta che lei abbia commesso reati gravi o sbaglio? Quindi non abbia timore Lea”.

“D’accordo commissario, vengo con voi in caserma”.

“Bene signorina, ora per dare realtà alla sceneggiata si prepari una borsa e venga in caserma con noi, appena i miei uomini arriveranno prenderete il treno per Torino…Ettore facciamo i biglietti per il ritorno così non perdiamo tempo, prima la signorina va via di qui meglio è per lei”.

Arrivati in caserma la donna viene messa in cella di sicurezza e piantonata a vista.

Chiamo la questura :”Tirdi sei tu? Ciao sono Berardi, dovreste farmi un favore insieme a Perino, senza che il questore lo venga a sapere, poi vi spiego quando sarete qui. Io sono a Loano, partite immediatamente e venite alla caserma dei carabinieri, chiedete del maresciallo Rimaudo, hai preso nota? Bene, vi aspetto… i biglietti ve li rimborso io, non preoccupatevi”.

La giornata sta quasi finendo, e sono stanco morto, altro che vacanza. Tornando all’albergo trovo Maria, con il volto che esprime gioia nel rivedermi.

“Ciao Maria, finalmente posso sdraiarmi un attimo, non fa per me arrampicarmi come una capra su sentieri di montagna”.

“Avete trovato quella ragazza? Vuoi qualcosa da bere?”.

“Si grazie, anche un bicchiere d’acqua va bene. L’abbiamo trovata, ora ti racconto…”.

Finito di raccontare  Maria mi guarda e dice :”Commissario sapevo che avevi un grande cuore” e mi da un bacio mentre fuori il sole splende sul mare calmo.

Le spiego come sta procedendo l’indagine, e dico che vengono Tirdi e Perino a Loano per prendere Lea e portarla a Torino.

(Continua)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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