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Messaggi di Maggio 2018

 

Mi presento, mi chiamo Cedar Mine

Post n°2360 pubblicato il 31 Maggio 2018 da paperino61to

 

 

 

Il vento soffia dalle montagne in questi giorni più forte che mai.

“Clang…clang…” l’insegna dell’ufficio dello sceriffo sbatte contro la porta.

Un ammasso di legno marcio, di vecchie catapecchie tenute in piedi con lo sputo è il panorama che si presenta ad eventuali forestieri che passano da queste parti.

“Scusate, non mi sono ancora presentato, mi chiamo Cedar Mine, sono, o meglio ero, un paese pieno di vita fino a qualche anno fa. Poi causa la crisi mineraria, la gente se ne è andata lasciandomi solo”.

Al vento si uniscono i cori dei lupi che gravitano da queste parti in cerca di cibo. L’inverno è  particolarmente duro quest’anno.

“ Potete notare il tetto sfondato dalla neve…si quello laggiù, era la casa del vecchio Faster.  E’stato l’ultimo ad arrendersi all’evidenza che  Mamie, ovvero la miniera, non dava più nessun frutto, si era esaurita”.

“Clang…clang…”

Le montagne in lontananza sono avvolte da una fitta nebbia, le cime non si vedono.

“ In questo paese la polvere la fa da padrona: provate a entrare nel saloon e vedrete con i vostri occhi. Non era così nei bei tempi d’oro, non passava sera che non vi fossero risse di ogni genere causate dal bere. Già, il nostro sceriffo aveva il suo ben da fare per calmare gli animi. Chissà che fine avrà fatto il buon Thorne?”.

La forza del vento fa crollare violentemente a terra la porta della chiesa, o meglio di quello che ne resta.

“ Questa è una chiesa costruita dai primi abitanti di Cedar Mine e guidata da un pastore…non ricordo il nome perdonatemi, quello che ricordo è che un mattino di primavera, tutta la comunità di questo paese urlava, strepitava sbigottita e inferocita. Il parroco se l’era svignata alla chetichella portando con sè le offerte donate dai credenti, circa mille dollari, e non solo, si era portata via anche la moglie del dottore, una certa Janet. Direi che il nostro amico parroco in fatto di donne aveva  buon gusto”.

 “Clang…clang…”

Un tonfo secco fa sobbalzare un lupo facendolo scappare.

“ Come vedete qui casca tutto quanto, non è facile per me lasciarmi andare giorno dopo giorno, ma cosa posso fare? Oramai Cedar Mine è morta, non verrà più nessuno a ripopolarla, è una ghost town, un paese fantasma, uno dei tanti in questo selvaggio west”.

Il cielo scuro non promette nulla di buono, gli alberi sul greto del fiume si piegano alla forza del vento.

“ Più che vento direi tornado, l’ultimo che abbiamo avuto si è portato via mezza Main Strett, esatto è quella laggiù, o quella che rimane. Main Street era la via principale e attraversava il paese, ai lati vi erano dei negozi, una specie di drogheria che vendeva anche armi e munizioni, oltre che attrezzature per chi voleva lavorare come minatore o cercatore d’oro. Vi era anche una piccola redazione di giornale, quali notizie stampassero non lo so, qui a parte le risse serali non succedeva nulla; più avanti una specie di bordello tenuta da Miss Malone”.

“ Clang…clang…”

Un vortice di aria e vento sta arrivando a tutta velocità, dapprima sembra un puntino ma ora mano a mano che si avvicina al paese diventa sempre più grande.

“ Appena fuori, se osservate bene, vedete quello che resta di un ranch, era di Cedar Joey il fondatore di questo paesino, è stato lui a darmi il nome Cedar. Un brav’uomo,  grande lavoratore, onesto, tanto onesto che fu ucciso da un tizio venuto da fuori.

Voci di popolo dicono sia stato ammazzato perché non ha voluto vendere la sua proprietà a gente arrivata dal nord”.

Un tetto viene risucchiato dal vortice e con lui altre parti di quello che una volta era una banca.

“ La vedo dura sopravvivere questa volta, oramai sto cadendo a pezzi solo a guardarmi. Peccato, anche senza gente stavo bene, mi ero abituato, un bel paese fantasma con tanto di bosco intorno e montagne tutto intorno”.

“ Clang…clang…” l’insegna viene sbattuta a destra e sinistra, ma sembra lottare per non essere risucchiata o cadere a terra.

Rumori di catapecchie che cadono fanno da colonna sonora al tornado, si potrebbe notare all’interno di esso un ghigno malefico e un piacere nel distruggere tutto ciò che incontra sulla sua strada.

“ Ora vi devo lasciare, penso che quel poco che ho detto abbia reso l’idea di com’era una volta questo paesino…chissà che in futuro non  arrivi della gente a insediarsi di nuovo…anche se credo poco. I paesi come me nascono solo perché l’uomo sfrutta la natura, poi finita quella se ne vanno, lasciandoci morire “.

L’indomani mattina il sole sparge i suoi raggi su Cedar Mine; il tornado è passato, solo qualche casa è rimasta in piedi. Chiamarle case è un eufemismo però almeno rende l’idea di come una volta erano davvero vere case e dove ci vivevano persone e rendevano Cedar Mine un paese degno di tale nome.

“ Clang….clang” l’insegna continua a sbattere: ed è unico segno di vita.

 

 
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Non avemus governum

Post n°2359 pubblicato il 28 Maggio 2018 da paperino61to

Come volevasi dimostrare " non avemus govermun", nulla di nuovo sotto il sole o sotto l'ombrellone fate voi.

Due mie considerazioni personali sia chiaro, la prima è che i Poteri di Bruxelles hanno posto chiaramente il Veto su chi ha vinto le elezioni in Italia( M5S) poi in seconda fascia la Lega( Nord, aggiungiamo sempre questa parola).

Danno fastidio entrambi per le loro posizioni, alcune condivisibile persino da me, quel che è certo che con Presidenti del calibro attuale o come quello ex, ora pensionato d'oro, è difficile che alzino la voce contro l'Europa che conta.

Seconda considerazione, che le parole dei politici qualsiasi si chiamino, in questo caso Matteo Salvini, sono come le bolle o meglio le balle di sapone, evaporano subito.

" Io voglio il bene degli italiani, e bla bla bla....".

Se così fosse bastava togliere la pietra dello scandalo, ovvero mister Savona e mettere un'altra persona. Ora se non lo ha fatto, lo sa lui il perchè, ma ovviamente non viene a dirlo agli italiani.

Si possono fare ipotesi magari manco tanto campate in aria del tipo: Punta a prendere più voti diventando di fatto lui il leader della destra, oppure un certo suo alleato lo tiene per le palle ( soldi bloccati della Lega Nord dall'inchiesta della magistratura) e quindi ora che io sono ricandidabile, tu fai quello che voglio io, anche questa come ipotesi può reggere benissimo.

Sta di fatto che dal 4 marzo che i cittadini sono andati a votare non hanno un governo!! Poi andiamo a fare gli spiritosi con chi arriva dal terzo mondo...loro saranno anche il terzo ma non siamo il quarto o il quinto mondo...

 
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Motown sound

Post n°2358 pubblicato il 26 Maggio 2018 da paperino61to

 

Stasera va in scena il sound della mitica Motown…buon ascolto

 

 

        

 

 

 

          

 

 

 

          

 

 

 

 

           

 

 

 

     

 
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Nuova destinazione

Post n°2357 pubblicato il 24 Maggio 2018 da paperino61to

 

L’uomo presenta la lettera al guardiano, si guarda intorno, non riconosce nessuno dei suoi vecchi compagni di lavoro. Dentro di sé ci sperava, non sarebbe stato un pesce fuor d’acqua.

Il guardiano indica dove deve recarsi: “L’attende il capo squadra si chiama…”

Entra nello stabilimento, rispetto a quello da dove arriva è nuovo, potrebbe sembrare accogliente, ma per esperienza sa che è tutto fumo quello che si paventa agli occhi dei non addetti.

“Buongiorno, sono …lei è il signor Alvisi, benvenuto nello stabilimento di…”

L’operaio risponde al saluto, squadra chi gli sta davanti e pensa che sia uno dei tanti che hanno la parlantina facile, che fanno finta di dare importanza alle problematiche degli operai, quando gli spiegano il loro curriculum sanitario.

“Non si preoccupi, sappiamo tutto di lei, proprio ieri il dottore è venuto a vedere la sua nuova postazione di lavoro, vedrà che si troverà bene, venga le presento il mio sottoposto”.

Sente gli sguardi degli altri operai, può persino immaginare il dialogo tra di loro: “Eccone un altro che viene a fregarci il lavoro, ma stare a casa sua?”

Storia vecchia pensa il nuovo arrivato, la solita lotta tra poveri.

Il capo mi presenta al suo sottoposto, si chiama Michele…a sua volta mi accompagna dai miei nuovi colleghi, me li presenta e mi dice di affiancarmi a uno che si chiama Gino.

Osserva il lavoro e purtroppo tutte le sue paure prendono forma, il lavoro non è adatto a lui.

Chiama il sottoposto e fa notare i fogli portati con sé, sono anni che viaggia con quei fogli con tanto di codice e indicazioni date dall’Asl.

La risposta del sottoposto è che a lui non interessa delle sue problematiche: “Mi hanno detto di farti vedere il lavoro e io te lo faccio vedere, se hai da protestare vai dal capo, io ho da lavorare non posso perdere tempo”.

L’operaio sorride, cambia stabilimento ma l’arroganza e la stupidità di certe persone rimane identica, chissà se fanno un corso apposta per diventare così o se ci nascono.

Arriva il capo squadra evidentemente chiamato d’urgenza, tutta la sua affabilità, il suo sembrare cordiale verso i nuovi arrivati scompare.

“Mi dica Alvisi, qual è il problema perché io onestamente non lo vedo! Qui vogliamo gente motivata che abbia voglia di lavorare e non lavativi che si nascondono dietro a dei fogli di carta!”

L’uomo risponde in modo garbato anche se le sue nocche vorrebbero spaccare la faccia a quel pivellino che puzza ancora di latte.

“Quei suoi fogli potevano andare bene nel vecchio stabilimento qui da noi valgono nulla, ora non mi faccia perdere tempo e impari il lavoro, altrimenti dovrei prendere provvedimenti seri!”

Sente il sangue salire alla testa mentre il capo si allontana, Gino il suo maestro lo guarda e scuote la testa dicendogli che non è cattivo, ma è fatto a suo modo, basta contraddirlo che si incazza.

Gli domanda se ci sono delegati del suo sindacato, ci sono ma fanno quello che possono e a volte pure male, gli consiglia di lasciar perdere è la risposta.

“Manco morto ci penso, ho dei diritti, mi hanno rovinato loro e quindi si attengano a quello che dice l’Asl”.

A fine turno arriva di nuovo il capo squadra con il suo sottoposto, il sorriso è stampato su entrambi i volti, ma dura poco quando sente che il signor Alvisi si rifiuta di fare quel lavoro creato apposta per lui.

“Glielo avevo detto che avrei preso provvedimenti, si presenti immediatamente dal capo del personale, vediamo chi la spunta!”

Alvisi fa notare che è ora di uscire, il turno è finito, ma gli viene risposto che per chi ha lavorato è così, ma non per lui.

Viene accompagnato nell’ufficio del personale, nel percorso una persona viene incontro, è un delegato sindacale del suo sindacato.  Qualcuno lo ha avvertito di cosa stava accadendo e domanda spiegazioni. Alvisi da la sua versione dei fatti, il capo manco quella.

“Qui purtroppo è così, fanno sempre i furbi, ma tu chiamami se hai bisogno, il mio numero di telefono è….mi chiamo Andrea”.

L’operaio dice che è adesso che ha bisogno visto che ha appuntamento dal capo del personale, oltre l’orario di lavoro fa notare.

“Adesso ho da fare…dai ci vediamo domani e mi dici”, detto questo il delegato si allontana.

Davanti al capo del personale fa notare le sue problematiche, come risposta viene detto che il medico ha visionato la sua postazione è a dato l’assenso. Alla sua domanda di parlare con il medico, gli viene negata e ancora meno sapere come si chiama. Domanda ancora del perché qui i codici e indicazioni dell’Asl non valgono mentre prima si.

“Siamo due stabilimenti diversi se non lo ha capito, sinceramente non la capisco, potremmo lasciarla a casa a zero ore e non lo facciamo, diamo a lei una possibilità di lavorare e mi fa storie, dipendesse da me quelli come lei…” non finisce la frase ma è molto sottointesa.

Alvisi lascia l’ufficio sapendo che anche il giorno dopo sarà una battaglia, e infatti non sbaglia. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, nessuno gli dà una mano, più volte richiede l’intervento del delegato, ma caso strano ha sempre altre priorità egli altri sindacati fanno orecchie da mercante. Si rivolge anche ai suoi vecchi delegati, ma rispondono che più di tanto non possono fare: “ Faremo pressione sul compagno perché intervenga”.

Altri operai nel frattempo entrano nel nuovo stabilimento, molti di loro come per miracolo guariscono, facendo scomparire i codici dati anni addietro dalla sala medica. Hanno  paura, le minacce fatte hanno fatto presa su di loro e anni di prospettiva di essere lasciati di nuovo  a casa completano l’opera.

Alvisi tiene duro, ingoia lacrime  amare e a nulla serve minacciare denuncia dai carabinieri, i diretti interessati alzano le spalle e ridono.

“Lavora e non rompere, e ricorda hai già preso un’ammonizione perché ti sei allontanato dal tuo posto per andare in bagno, qui si va quando hai i cambi, alla seconda fili dal capo del personale…e forse è la volta buona che ti levi di torno”

Quello che gli fa male è che a dirlo è un operaio come lui, solo con un livello in più. Un manovale che ha solo avuto il pregio di leccare bene chi di dovere, di non sapere cosa sia uno sciopero per fare valere i diritti e soprattutto la fortuna di essere “sano”. Un lavoratore fedele nei secoli all’azienda e poco importa se calpesta la dignità di  una persona che potrebbe essere suo padre.

Lunedì mattina tg regionale, la cronaca apre con la notizia di aggressione brutale a un uomo: “Si chiama… di anni trenta due, lavora come sottoposto nello stabilimento di…l’uomo versa in grave condizioni, è stato aggredito mentre si recava al lavora. Le forze dell’ordine indagano.

Quella mattina Alvisi entra nello stabilimento con un sorriso che da troppo tempo era scomparso dal suo volto, mentre in un foglio nascosto in un cassetto a casa sua un nome è stato cancellato con una ics, ne restano altri tre.

 

Questo è un racconto di fantasia, ma che potrebbe diventare realtà anche se spero che rimanga confinato alla fantasia di scrittore. Ovviamente non cito i nomi degli stabilimenti, ma il metodo feudale che da anni viene applicato è vero. Come sono vere le problematiche degli operai che verrano trasferiti in questo o questi stabilimenti e dove molti di loro dovranno ingoiare rospi e lacrime amare.

 

 
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Molto teoricamente

Post n°2356 pubblicato il 23 Maggio 2018 da paperino61to

Molto teoricamente se ho capito bene dovremmo avere il governo o sbaglio? Però manca chi lo guida, e qui si sa è dura. Una poltrona come quella del Consiglio fa gola a molti, come non capirli?

E allora che dal cilindro magico targato 5 stelle e Lega salta fuori il nome di uno sconosciuto.

Poco importa se non lo si conosce, importante che sappia fare il lavoro per cui è chiamato a fare, ma qui si alzano le barricate sponda Silvio e il suo amico Matteo di Firenze( chi non muore si rivede).

E con loro il fuoco amico dei giornali targati Berlusconi e della Rai renziana, tutti a dire non ha competenze, non ha fatto il politico.

Direi che negli ultimi 20 anni, non è che abbiamo avuto dei geni come Presidenti dei consigli o sbaglio? Uno andava a dire che pizzerie e ristoranti erano pieni e che per risparmiare su un vasetto di yogurt bisognava anche farsi dei chilometri come sua mamma, l'altro che erano solo i gufi, gli anti renziani a non vedere che il paese era fuori dal tunnel.

Non parliamo poi di Prodi che mette a ministro della Giustizia un certo Mastella, il quale appena arriva l'avviso di indagine per la moglie si dimette facendo cadere il governo ( non è certo stato Bertinotti in questo secondo governo Prodi a farlo cadere).

D'Alema che dire? Basta ricordargli la legge NON fatta sul conflitto di interesse che riguardava il suo amico di Arcore per farlo andare in bestia.

Come vedete, se questi sono politici meglio uno sconosciuto. Il problema è un altro, partirà questo governo? E quanto durerà? Io sono pessimista, ripeto Silvio e Matteo il toscano, faranno di tutto per riprendersi quella poltrona d'oro.

In tutto questo poi caso strano l'Ue e i suoi devoti fedelissimi sparano a zero sul rischio deriva che corriamo e che corre l'Europa in caso di governo come quello che dovremmo avere.

Come mai tanta premura nei nostri confronti? A pensare male ci si azzecca sovente.

Staremo a vedere, certo è che se la gente non capisce che non solo è aria di cambiamento ( e si spera in meglio anche se ho seri dubbi) ma soprattutto che è inutile gridare di andare al voto con questa legge, che è sotto gli occhi di tutti che è stata fatta contro il Movimento e che è stata Votata da tutte le forze politiche, sottolineo  tutte!!

Chiaramente io non ho votato e mai voterò un partito razzista e xenofobo e manco i pentastellati, troppe ombre e poche luci. Ma se ci basiamo sul programma proposto, alcune cose le condivido pure io, a metterle in pratica so che è dura, perchè ancora una volta si capisce che chi ha odorato il potere non lo molla di sicuro al di là della frase trita e ritrita: " Noi pensiamo al bene del paeese".

 
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