Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

paperino61toelyravnorise1rbx1dglg1b9cassetta2DoNnA.Snomadi50bubriskaClide71cavaliericristianiacer.250zoppeangelom12ps12
 

Ultimi commenti

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Agosto 2019

 

Delitti in note( primo capitolo)

Post n°2495 pubblicato il 31 Agosto 2019 da paperino61to

La mattinata languiva in questo fine aprile. Dopo aver sbrigato alcune pratiche decido di andare a trovare un vecchio amico che abita in una villetta nei dintorni dei Monte dei Cappuccini.

Quando arrivo all’uscita della questura un collega mi chiama.” Commissario Berardi, deve recarsi immediatamente nell’ufficio del signor questore”. Capisco che è sfumata la visita al mio amico.

“Buongiorno signor questore”.

“Si sieda Berardi, spero di non aver interrotto qualche sua priorità, ma un amico d’infanzia ha richiesto il mio aiuto”.

“Nessuna priorità signor questore, sembra che i delinquenti di questa città abbiano messo la testa a posto”.

“Questo mio amico è un impresario, mette in scena degli spettacoli, dal teatro serio, alle commedie e organizza concerti. In uno di questi spettacoli, ci sono come protagoniste le sorelle Lescano, le conosce vero?”.

“Si, conosco alcune loro canzoni, ma non le ho mai incontrate ne viste dal  vivo”.

“Ora caro Berardi ne avrà l’occasione. Questo mio amico ha ricevuto un paio di lettere minatorie, nelle quali senza giri di parole, gli si intimava di non mandare in scena il loro spettacolo, altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze”.

“Posso immaginare le conseguenze…mi dica signor questore, questo suo amico ha ricevuto nel passato anche altre lettere di questo tipo?”.

“No, mai ricevuto lettere, solo ora con queste ragazze.  Se lei potesse svolgere un’indagine gliene sarei molto grato”.

Prendo nota dell’indirizzo di dove si trova il teatro.

“Tirdi, andiamo al teatro Chiarella, sai dove si trova?”.

“Si, in via Principe Tommaso se non sbaglio, avevo un cugino che lavorava li, poi ha preferito trasferirsi a Novara”.

“Esatto, il teatro è al numero sei. Se ti comporti bene ti faccio avere un autografo da delle splendide signorine”.

Tirdi mi guarda sorpreso, e da quella frase inizia una raffica di domande. Sorrido mentre dico che mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Parcheggiamo la macchina e ci avviamo verso l’ingresso del teatro, che come immaginavo è chiuso visto l’ora. Proviamo dal retro, e vediamo che un uomo sta entrando da quella porticina.

“Ci scusi, siamo della polizia, dove possiamo trovare il signor Marezzi?”.

L’uomo ci squadra e poi risponde di seguirlo: “ Marezzi è nel suo ufficio, venite vi accompagno”.

“Avanti!”.

“Buongiorno signor Marezzi, sono il commissario Berardi. Il signor questore mi ha detto che lei ha ricevuto delle minacce. Io e il mio collega siamo qui per indagare”. L’uomo è sulla sessantina, capelli brizzolati con la fronte  alta e spaziosa.

Un sorriso compare sul suo volto: ”Prego signori, accomodatevi. Pietro, per favore vai a prendere qualcosa da bere per questi signori”.

“Ringraziate di cuore il mio amico questore, vi faccio leggere le lettere, sono nel cassetto. Sono due, ma ho come impressione che ne arriveranno altre”.

Leggo le lettere, non sono certo scritte da una mano amica, anzi, chiaramente indicano che qualcosa succederà se farà cantare il trio Lescano in questo teatro.

“Lei ha dei nemici signor Marezzi?”.

“Non credo, almeno, fino a queste lettere”.

“Da quanto tempo è nell’ambiente dello spettacolo?”.

“Da molti anni. Prima ero a Cuneo poi mi sono trasferito a Torino. Abito in una via non lontano dal teatro.  I Chiarella, sono due fratelli, sono loro i proprietari del teatro e sono amici di vecchia data. Per questo ho chiesto se potevo allestire lo spettacolo musicale in questo teatro, mi hanno risposto di si, che non vi erano problemi. Adorano quelle ragazze e la loro musica”.

“Capisco, oltre le lettere vi sono state altre intimidazioni?”.

“No…però ora che ci penso, un paio di settimane fa un nostro addetto è venuto a riferirmi di avere trovato la serratura della porta sul retro sforzata”.

“Sono riusciti ad entrare?”.

“No per fortuna, evidentemente sono stati disturbati”.

“Bene signor Marezzi, vedrò cosa posso fare. Se riceve altre lettere o vede qualcosa di strano mi chiami pure. Ora vado a sentire anche le signorine, ma non credo che siano in teatro per le prove vero?”.

“No infatti, hanno le prove solo nel pomeriggio”.

L’uomo prende un foglio e scrive l’indirizzo di dove alloggia il trio Lescano.

“La ringrazio commissario, mi spiace averla disturbata, non ho paura per la mia incolumità, ma piuttosto per  quelle delle ragazze”.

“Un’ultima domanda, i signori Chiarella abitano qui a Torino?”.

“No, i fratelli Chiarella sono di Genova, qui da noi  hanno altri quattro teatri e altrettanti nella loro città natia. Purtroppo non sono presenti in questo momento, hanno degli impegni a Genova, ma sono stati avvisati di cosa succedeva”.

“Tirdi andiamo a fare due chiacchere con queste ragazze”.

“Commissario, ma davvero sono il trio Lescano? Mia moglie impazzisce con la loro musica…e io pure”.

“Si sono loro, e concordo con te sulla musica. Ora andiamo in Piazza Vittorio 23, e quando finiamo ti offro il pranzo da Mamma Gina”.

La porta ci viene aperta da una bella signora, intuisco che è la mamma delle tre ragazze.

“Desiderate?”.

“La signora Eva De Lewee? Sono il commissario Berardi e lui è il mio collega Tirdi. Dovremmo rivolgere alcune domande  alle sue figlie, sono in casa?”.

Il volto della donna si contrae, ma la rassicuro che non c’è nulla di cui preoccuparsi.

“Prego entrate”. Poi chiama le figlie che arrivano di corsa.

Una di loro da una gomitata alla sorella e sottovoce :” Sai chi è? Il famoso commissario Berardi…ed è pure carino”.

“Buongiorno signorine, mi scuso se mi sono permesso di disturbarvi a casa vostra e non in teatro”.

“Nessun disturbo…” risponde una delle ragazze sorridendo.

La madre le lancia un’occhiataccia.

“Il vostro impresario, il signor Marezzi, ha chiesto l’intervento della polizia in merito a delle lettere minatorie. Voi avete mai avuto sentore di minacce?”.

Le ragazze rispondono all’unisono un no secco.

“Avete notato qualche persona estranea in teatro?”.

“Giuditta racconta al commissario di quel signore che è venuto la settimana scorsa”.

“ Oh, quello…ma Caterina, sai che era uno dei tanti provoloni che quando vedono una ragazza devono per forza provarci”.

“Quindi secondo lei signorina era solo un cascamorto?”.

“Non direi, commissario. Permette sono Alessandra, mia sorella non ha fatto caso, ma ho notato che questo signore prima di provarci con lei, ha girato un po’nel teatro. Sembrava osservasse per bene come era fatto l’interno, come se cercasse qualcosa…almeno questa è stata la mia impressione”.

“Ale, secondo me ti sbagli, non ho notato questo signore andare in giro, quello che è certo che non si è più fatto vivo”.

“Capisco, potreste descriverlo?”.

Come sempre accade, se più persone devono descriverne un’altra, non sono mai d’accordo sui particolari. Una cosa sola è certa, che il tizio in questione è piuttosto alto e di corporatura robusta.

A pranzo da mamma Gina discuto con Tirdi della faccenda, secondo lui non lo ha convinto completamente ciò che ha detto l’impresario.

“Non so commissario, all’improvviso qualcuno non vuole che produca più degli spettacoli, ma non tutti, solo quello che coinvolge le signorine, non lo trova strano?”.

“Sei sicuro che riguarda solo le Lescano? “.

“Si, ho chiesto a un operaio del teatro, è da anni che lavora per Marezzi, c’è anche un altro spettacolo che va in scena al Maffei. E l’anno scorso al Chiarella è filato tutto liscio…in entrambi gli spettacoli, le signorine non erano presenti nel cartellone”.

“Quindi, tu credi che qualcuno abbia preso di mira le sorelle Lescano e non Marezzi?”.

“Si!”.

Torniamo in ufficio e mi reco dal questore, raccontandogli l’ipotesi di Tirdi.

 “Berardi, indaghi anche in quel senso. Potrebbe essere, dico, potrebbe essere che le signorine abbiano pestato i piedi a qualcuno, oppure c’è qualche loro collega geloso del successo che stanno avendo…credo che in quell’ambiente vi siano parecchie gelosie e invidie”.

Diramo un ordine di servizio, dove voglio una lista degli attori presenti in città con i loro spettacoli compresi i loro impresari.

“ Mi stavo dimenticavo Tirdi, questo è per tua moglie. Sono gli autografi delle sorelle Lescano”.

“Commissario, si è ricordato allora? Grazie, non sa come sarà felice mia moglie e anche il sottoscritto”.

A Torino in questo periodo ci sono solo quattro compagnie teatrali,. Di cui due hanno lo stesso impresario.

“Perino, dividiti le compagnie con Tirdi. Mi raccomando la discrezione, mi interessa di più sapere se sanno qualcosa gli addetti ai lavori; non credo che un attore o una soubrette ammetta mai la gelosia verso un loro collega”.

L’indomani una telefonata mi chiede di recarmi al Chiarella.

“Commissario, ho ricevuto un’altra lettera. Questa volta minaccia che qualcuno verrà ucciso!”.

Leggo la lettera, la calligrafia è la stessa delle precedenti.

“Quando l’ha ricevuta?”.

“Stamattina, era sulla mia scrivania”.

“Ovviamente nessuno degli addetti a teatro ha visto qualcuno entrare nel suo ufficio stamattina o ieri sera?”.

“Nessuno, ho provato a chiedere in giro, ma la risposta è stata uguale per tutti: nessuno ha visto nulla”.

“Capisco, e ammetto che non avevo dubbi in merito alla sua risposta”.

“Crede che sia stato uno dei miei dipendenti?”.

“Chi lo sa? Non lo escludo affatto, anche se non ho la certezza”.

Interrogo gli operai, ma la risposta è la stessa data all’impresario. Nessuno ha visto persone sconosciute entrare nell’ufficio di Marezzi.

“L’ultimo ad uscire dal teatro è stato lei signor Brusi?”.

“Si commissario, ma come ho già detto, in teatro non vi era più nessuno”.

“Come fa ad esserne sicuro?”.

“Faccio sempre un giro per assicurarmi che nessuno sia presente all’interno del teatro”.

“Capisco, quanti di voi hanno le chiavi del teatro, oltre a lei e all’impresario?”.

“Solo il signor Furchieri che è il responsabile dei lavori in teatro”.

“Sa dove posso trovarlo?”.

“Avrebbe dovuto essere già qui, è strano che non si sia ancora presentato”.

Domando se conosce il suo indirizzo e l’operaio risponde che abita in via San Donato: “Credo che sia al numero dodici o undici, adesso non ricordo bene. Si chiama Elviro Furchieri”.

Lasciamo il teatro Chiarella e andiamo all’indirizzo datoci. Suoniamo il campanello ma nessuno apre, proviamo  in portineria.

Il portiere ci domanda cosa vogliamo e mi risponde così: “Commissario, ho incrociato stamattina il signor Furchieri, posso dirle che sembrava avere molta fretta, non mi ha neanche salutato, ed è strano, perché di solito si ferma a scambiare due parole. Ho notato che aveva una valigetta in mano, gli ho chiesto se andava via, ma non mi ha risposto”.

“A che piano abita Furchieri?”.

“Al terzo, venga che l’accompagno, prendo il doppione delle chiavi. Qui ogni inquilino è tenuto a darmi un doppione delle chiavi del loro alloggio, è scritto nel regolamento”.

Saliamo al terzo piano e troviamo la porta dell’alloggio aperta. Il portinaio è perplesso e timoroso nello stesso tempo.

Tirdi entra per primo con la pistola in pugno. L’alloggio è vuoto, le antine dell’armadio sono spalancate. Nella valigia Furchieri ha messo solo qualche vestito.

“Commissario, qui non c’è nessuno”.

“Caro Tirdi, mi sa che il signore in questione aveva un gran fretta di lasciare il nido”.

“Non capisco…crede che sia successo qualcosa al signor Furchieri?” domanda il portinaio.

“Non lo so, ma ho l’impressione che la sua fuga sia stata dettata dalla paura”.

Ritorniamo al teatro e parliamo con Marezzi. E’ sbigottito nel sentire della fuga del responsabile del teatro.

“Sa se che sappia ha qualche parente che vive in città?”.

“No, aveva una sorella ma si è trasferita in America. Non capisco perché sia andato via senza dirmi nulla”.

“Può dirmi se aveva amicizie, una fidanzata…”.

L’uomo riflette un attimo poi si scusa, non ha la minima idea: “Era una persona molto riservata…ricordo solo che una volta mi disse che era andato al tabarin di via Giulia di Barolo; quella è stata l’unica volta che si era sbottonato con me”.

“Forza Tirdi, andiamo in via Giulia. Arrivederci signor Marezzi”.

Il tabarin è un noto locale a noi della questura, non certo per i suoi spettacoli. Alcuni clienti appartengono alla malavita torinese dediti al mondo della prostituzione e al commercio della droga.

Un’inserviente  sta ramazzando il locale e ci chiede cosa desideriamo.

“Siamo della polizia, c’è Griseri?”.

“A quest’ora dorme ancora, dovete passare verso le due”.

“Abita sempre in via Artisti?”.

L’inserviente risponde di si.

Via Artisti è all’angolo con via Giulia di Barolo, ci rechiamo a piedi. Griseri è nel suo alloggio e il suo sonno viene interrotto dal suono del campanello.

“Commissario Berardi, dovrei dire quale onore, ma capirà che essere svegliati a quest’ora dopo aver lavorato tutta la notte non è di certo un bel risveglio”.

“Griseri, non siamo qui perché ci mancava la tua presenza, siamo qui per farti delle domande. Se sei convincente ritorni a dormire altrimenti vieni con noi in questura”.

L’uomo si accende una sigaretta e ci fa segno di sederci.

“Conosci un certo Elviro Furchieri?” accompagno la domanda dando una descrizione dell’uomo.

“Passa così tanta gente nel mio locale che è difficile ricordarli tutti”.

“Lavora al teatro Chiarella come responsabile dei lavori”.

“Può darsi che lo conosca…come mai si interessa a lui commissario?”.

“Non sei tenuto a saperlo, lo conosci o no? Posso sempre domandare alle ragazze che lavorano da te…e sai che se scopro che non sono in regola sono guai seri per te”.

( Continua)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Per i devoti

Post n°2494 pubblicato il 23 Agosto 2019 da paperino61to

Questo mio post lo dedico ( sempre con affetto sia chiaro) ai devoti dei 40 Ladroni, pardon, di Mister 49 Milioni e soci( rubati ai cittadini compreso voi cari devoti).

Mai come in questi giorni sento parlare da parte del Barabba la seguente frase:"Gli italiani ci chiedono di andare alle urne". 

Una grossa ed epocale Balla, gli italiani, chiedono solo stabilità, lavoro, meno tasse e un futuro per i figli e nipoti, non "urne".

Eppure sta passando questo messaggio, un refrain continuo. Come di continuo( altra Balla epocale): "Noi non siamo attaccati alla poltrona, non siamo attacati allo stipendio, ecc...".

Infatti a insaputa del vostro portafoglio vi siete trovati i 49 milioni di finanziamento pubblico, lo so...lo so..a volte capitano queste cose.

Allora se Barabba e i 40 ladroni non sono così "attacati" a queste due cose, perchè NON hanno dato le dimissioni in toto?. 

So che per i devoti non è facile rispondere, avendo il cervello in fuga da anni, ma sono convinto che anche con l'unico neurone rimasto possiate darmi la risposta.

Ma ahimè trovare dei Ladroni coerenti al giorno d'oggi è difficile, ed ecco che sembrano tanti gatti che si arrampicano sugli specchi per scivolare lentamente e impietosamente nel letamaio verde.

Non so come andrà a finire, se ci saranno votazioni o un nuovo governo, quello che so di sicuro che fino a quando i politici saranno della stazza di questi odierni, siamo a posto, che venga veramente Noè a salvarci.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Discorsi, discorsi e discorsi

Post n°2493 pubblicato il 21 Agosto 2019 da paperino61to

Non so quanti di voi hanno sentito i discorsi dei Ruba stipendi alla Camera ieri pomeriggio, non lavorando ho potuto ascoltarne qualcuno. Devo essere onesto quello del Presidente del consiglio mi è piaciuto, come quella della Taverna dei M5S, parole semplici e dirette senza fronzoli. Premetto e molti di voi lo sanno io sono per falce e martello e stop.

A proposito di falce e martello, fossi stato un senatore avrei "menato" in diretta un ex picchiatore allora iscritto al Movimento Sorci Italiani, da anni alla corte del Pregiudicato di Arcore, perchè quando parla del Partito Comunista Italiano si deve solo pulire la bocca.

Per il resto tante parole, con il Ladrone leghista che pretende di andare al voto, come tutta la destra, ma senza, ed è questa l'assurdità, di NON avere presentato ufficialmente le dimissioni di Conte, ma chieste solo a parole. Domanda ai devoti del loro capitano, ma se volete le elezioni, perchè i vostri idoli non si sono dimessi in massa? Risposta: Per la POLTRONA, ovvero i soldini che arrivano a fine mese sul loro conto corrente.

Ha parlato pure il Pinocchio Toscano, quello parla sempre, e devo dire che alcune cose mi sono piaciute, per il resto è sempre lo stesso comico pessimo di prima.

Non so come finirà, quello che mi preoccupa è che ieri qualche giornalista ha nominato l'emerito ex presidente della Repubblica, e dato che sappiamo tutti chi NON ha voluto le elezioni dopo la caduta del Pregiudicato di Arcore, non vorrei che a tirare le fila ci fosse ancora una volta il Gran Mogol, ovvero Napolitano, anche perchè siamo sinceri quello attuale è il Presindente più Inutile della storia italiana.

Sarebbe bastato un suo veto sul Ladrone leghista e non saremmo a questo punto, oppure bastava anche prenderlo per le orecchie e fargli un certo discorso chiaro, diretto e semplice: "O tu smetti di fomentare odio e razzismo o io ti rendo la vita difficile...". Ma ahimè siamo in democrazia e credo non si possa fare, peccato però.

In ogni caso faccio gli auguri a tutti gli italiani compreso me stesso per come andrà a finire, tanto parliamo chiaro, per noi poveracci non c'è mai trippa per gatto, ma solo e sempre sacrifici, lacrime e tasse, sempre e  ancora tasse.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

16 agosto, la debacle dei treni

Post n°2492 pubblicato il 19 Agosto 2019 da paperino61to

Il 16 agosto per treni italia è stata una debacle. Decine di treni Cancellati dalla tratta Geniva-Ventimiglia, in barba ai tanti pendolari e turisti. L'azienda (come tutte le aziende sia chiaro) scaricano la colpa sui lavoratori ( troppi permessi, troppe ferie ecc.).

La realtà è una sola, come la maggior parte delle tratte regionali, sono da potenziare e rifare, ma in Italia, paese di corrotti e ipocriti, è meglio spendere soldi per il TAV ( panacea che risolverà i problemi del paese) che prendere atto che noi siamo il Terzo mondo in fatto di transito su rotaie. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Ricordi

Post n°2491 pubblicato il 15 Agosto 2019 da paperino61to

Ricordi. Il bello di parlare con gli anziani come mio padre è ricordare i bei tempi andati, certo i miei "ricordi " possono partire dai 7/8 anni per arrivare adesso, non prima per ovvi motivi.

Oggi si ricordava i cinema che vi erano in periferia e non solo alcuni di essi sono legati a film e persone con cui sono andato a vederli. Di alcuni i nomi delle sale sfuggono, ma la maggior parte ho ben presente dove si trovavano.

Uso quel verbo, perchè purtroppo molti di loro sono chiusi da anni, trasformati in negozi o chissà altro ancora. 

L'Alba, cinema all'inizio di via Borgaro( dove abitavo in zona Madonna di Campagna), vicino al commissariato di Polizia. Con mio padere eravamo un habituè, mi portava a vedere i film dell'orrore, quelli con C.Lee e P. Cushing. Gli adorava io molto meno, ma per fargli compagnia andavo pure io e sotto sotto andavo anche per sentirmi grande come lui.

L'Edera vicino a via Cardinal Massaia, il Lutrario con a fianco la sala da ballo. Non ricordo il nome del cinema in via Chiesa della Saluta, ricordo però bene che al sabato pomeriggio mi godevo i  film di Tarzan.

Via Luini con il cinema parrocchiale, con i nonni materni ha passare l'intero pomeriggio( trasmettevano due film).

Il cinema in via Garibaldi, dove ancora la via non era pedonale ma passava il tram. Li ricordo bene di aver tentato di vedere American Graffiti, tentato non perchè non fossimo riusciti ad entrare, ma perchè da bischero avevo dimenticato gli occhiali a casa, io ero convinto che erano nella custodia( a quei tempi mi vergognavo a farmi vedere con gli occhiali). 

In via Carlo Alberto, altro cinema, altro ricordo: il film concerto dei Led Zeppelin. Due ore di coda per poi ritrovarsi seduto per terra nella sala perchè era strapiena, ma davani a Page e soci questo passava in seconda classe.

Il Bernini in corso Tassoni, oggi c'è il liceo Cavour( sede), con mia madre che ogni volta che Elvis era su quello schermo ci portava ( per la gioia di mio padre) o dei film di Jerry Lewis.

Il Corso, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, chiuso da decenni, la sera prima io e la futura sposa avevamo visto un film dell'orrore( uno degli ultimi che ho guardato) e poi nella notte un incendio divampato ha reso inagibile il cinema. Trasformato negli anni in una banca.

Lo Statuto, passato alla storia per una tragedia immane per la città di Torino, 43 morti perchè il proprietario aveva bloccato le uscite di sicurezza per non fare entrare i "furbetti". 

Il Dora, ci si prendeva il bus 72 e con i nonni materni scendevano nel sottopasso di corso Regina Margherita per poi salire le scale ( ora chiuse del tutto) per andare nella via del cinema. Con gli anni poi si era trasformato in un cinema a luci rosse e infine chuso del tutto da qualche anno.

Il Jolly, situato in via Verolengo quasi angolo Corso Potenza, vicino a dove vivevano i nonni, e dove per la prima volta ero uscito di sera a vedere Tommy degli Who( a quei tempi uscire alla sera era come fare tredici).

Un tempo che non ritornerà più, sono cambiati i gusti, le persone, le mode,  i proprietari di cinema hanno dovuto fare i conti con gli incassi e spese, ma per molti di noi quel periodo e quei cinema hanno rappresentato un epoca e dove rimangono solo i ricordi che non sono pochi e che vengono portati sempre nel cuore.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963