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Messaggi di Marzo 2025

 

La morte suona il campanello(6)

Post n°3300 pubblicato il 18 Marzo 2025 da paperino61to

Riassunto: Un altro delitto si aggiunge ai precedenti, quella di Antonella Marena, anche lei ex compagna delle altre due vittime. Il modus operandi dell’assassino è lo stesso, una coltellata precisa al cuore e accanto al cadavere un foglio con una croce disegnata. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto un postino entrare ed uscire dal palazzo. Riesce a parlare con il vetturino e bigliettaio ma non riceva nulla di utile per l’inchiesta, tranne che una persona è scesa al Rondò, ma non era vestito da postino e la descrizione è vaga. Berardi riesce a sapere il nome della ragazza suicidatasi quando le vittime frequentavano il liceco Cavour: Adele Liverani. Assieme a Perino vanno all’indirizzo di dove abitava. Il fratello disabile e reduce di guerra dice di aver appreso della morte della sorella solo al ritorno dal fronte e che i genitori sono morti di dolore per la scomparsa della figlia. Grazie all’aiuto del direttore della Stampa riesce a convincere il prefetto a dispensarlo per il piano di sicurezza in vista della venuta in città di un alto gerarca da Roma.

 

 

Appena siamo nel corridoio della questura vedo arrivare Perino di corsa con in mano un biglietto.

Ho trovato l’indirizzo della Vicolungo, abita sulla strada che porta all’Eremo!”.

Torniamo alla macchina”.

Una cosa che ho sempre detestato è fare le curve in auto, a maggior ragione se non guido io. Sento lo stomaco in subbuglio e la nausea fare capolino, dire di andare piano a Tirdi sarebbe controproducente, rischierei che ci sia un’altra vittima.

Ecco, il numero è questo” dice Perino.

Parcheggiamo l’auto davanti all’ingresso della villa e suoniamo il campanello.

Si tratta bene la signora”.

Concordo con te Tirdi”.

La portina del cancello si apre ed entriamo, un piccolo vialetto ci accompagna innanzi alla porta di ingresso, una donna è sulla soglia.

Buongiorno, desiderate?”.

Buongiorno, sono il commissario Berardi, avrei urgenza di parlare con la signora Vicolungo, è in casa?”.

Un attimo solo” poi sparisce all’interno per riapparire dopo qualche minuto.

Prego signori entrate, vi faccio strada”.

Ci accomodiamo in una sala:”La signora arriva subito”.

Sentiamo dei passi avvicinarsi, è la Vicolungo.

Perino rimane a bocca aperta e non gli posso dare torto, è molto bella.

Buongiorno signori, Ines mi ha riferito che siete della polizia, è successo qualcosa a mio marito?”.

Il tono di voce denotava preoccupazione.

No signora stia tranquilla, siamo qui per un altro motivo”.

Noto nel corridoio un paio di valigie, e come se mi leggesse nel pensiero, la donna mi risponde che lei e il marito sono arrivati da un paio d’ore da Marsiglia.

Mio marito è un imprenditore, ha una ditta nella zona di San Mauro e a Marsiglia ha concluso un contratto per una fornitura”.

Lei andava al liceo Cavour e con alcune sue compagne aveva stretto una particolare amicizia”.

Si ricordo, ci avevano soprannominato le streghe...ridicolo non trova?”.

Non so se sia ridicolo, quello che so è che purtroppo in giro c’è un assassino che ha ucciso tre delle sue compagne: La Morandi, l’Aloi e per ultima la Marena. Tutte facevano parte di questo gruppo”.

La donna ha un mancamento e se non fosse stato per Perino sarebbe caduta sul pavimento.

Prego signora si segga, vado a prenderle un bicchiere d’acqua”.

E’ pallida come un lenzuolo e mi guarda con occhi spaventati.

 

 

 

Mio dio...ma chi…” non riesce a finire la frase che scoppia a piangere.

Non lo sappiamo, stiamo indagando, quello che ipotizzo è che c’entri qualcosa con il suicidio di Adele Liverani”.

La donna sembra cercare nei suoi ricordi di adolescenza:”Il nome non mi è nuovo, cosa le è successo?”.

Si è suicidata nel giardino dietro al liceo, da quello che è emerso è che la ragazza voleva a tutti i costi entrare nel vostro gruppo”.

Non ho memoria di questo, mi spiace commissario”.

Ne è sicura? Cerchi di ricordare, è molto importante”.

Niente, non mi dice nulla il nome di questa ragazza, mi spiace”.

Sento la mia voce interiore dire che sta mentendo.

Ho timore che lei sarà la prossima vittima di questo misterioso assassino”.

Non dice nulla ma inizia a tremare.

Non ha un posto dove nascondersi? Se vuole parlo io con suo marito”.

Ma io non fatto nulla...mio dio...non c’entro con la morte di quella ragazza”.

L’assassino la pensa in maniera differente, purtroppo non ho agenti che possono proteggerla, sono tutti impegnati per la visita di un ministro in città”.

Cosa mi suggerisce commissario?”.

Innanzitutto dire la verità signora, so che lei sta mentendo!”.

Ma come si permette di darmi della bugiarda?”.

Perchè lo è signora, io non sono qui per giudicare le sue azioni al liceo, ma sono qui per scoprire la verità e arrestare l’assassino”.

La donna si alza e ci prega di uscire immediatamente.

Usciamo dalla villa senza dire nulla, a volte con certa gente ti viene voglia di urlare di arrangiarsi, ma poi lasci perdere.

Che si fa ora?”.

Proviamo ad andare dal marito, ho preso nota del suo cognome, cercheremo la ditta dove lavora”.

Impieghiamo un’ora abbondante a trovarla ma alla fine ci riusciamo.

Buongiorno signor De Carlo sono il commissario Berardi, le chiedo scusa se ci siamo presentati senza preavviso”.

Prego accomodatevi, spero non riguardi Lara”.

Purtroppo si, per ora nulla di grave ma potrebbe capitarle qualcosa di molto brutto”.

Spiego per intero le stesse cose che ho raccontato alla moglie, chiedendo di convincerla a parlare.

Non mi ha mai accennato nulla del suo trascorso al Cavour, ma chi è questo pazzo?”.

Non lo sappiamo, come ho già detto ipotizzo che c’entri con il suicidio di quella ragazza”.

Se mi permette vado a chiamare mia moglie, vediamo se mi ascolta”.

L’uomo va in un altro ufficio, spero che riesca a convincerla, poiché la sua vita è in pericolo.

 

 

Torna dopo diversi minuti molto affranto, capisco che la moglie ha rifiutato di collaborare.

Ora commissario che succede?” domanda il marito.

Succede che sua moglie rischia di essere l’ennesima vittima. Se vuole un consiglio la porti via da casa immediatamente. Anticipo una sua eventuale domanda, purtroppo non possiamo mettere agenti per sorvegliarla, come sa tra poche settimane arriva Starace in visita da noi, e la sua sicurezza è la priorità, mi spiace”.

Capisco, posso immaginare...cercherò di convincerla ad allontanarsi come mi suggerisce”.

Delusi torniamo in questura e mi reco dal questore per riferire delle indagini e domandare se non vi è possibilità di mettere un’agente a disposizione della donna.

Mi spiace Berardi, capisco il suo disappunto alla mia risposta ma non posso fare nulla...sono stanco sa? Dover lottare contro i poteri forti tutti i giorni...non ho più la forza mi creda”.

Tenga dura signor questore, la capisco benissimo, ma ci vogliono persone come lei per far si che la giustizia trionfi”.

Grazie delle belle parole Berardi, ora vado vedrò cosa potrò fare, parlerò con il prefetto anche se…”.

A questo punto decido di ritornare da Perletto, il preside del Cavour ai tempi del suicidio della Liverani.

Scendiamo dalla macchina e suono il campanello,nessuno ci apre la porta.

Andiamo Tirdi, sicuramente sarà uscito”.

Percorriamo poca strada e vedo arrivare a piedi la domestica, faccio fermare l’auto.

Buongiorno signora si ricorda di me? Sono il commissario Berardi”.

La donna risponde di si e domanda cosa voglio.

Volevo parlare con il signor Perletto ma non l’ho trovato, sa per caso dove sia?”.

Uscito? Ma no...è in casa ne sono sicura, l’ho lasciato una mezz’ora fa...poi lui esce solo con me”.

Presto salga in auto Tirdi fai inversione torniamo alla villetta”.

Un presentimento si fa strada nella mia mente.

La domestica apre la porta ed entriamo, a prima vista sembra tutto normale.

Chiamiamo ad alta voce Perletto ma solo il silenzio aleggia in quel luogo.

Potrebbe essere nel giardino, venga con me commissario”.

Facciamo il giro della villetta, sotto un albero vedo un corpo.

Tirdi prendi la donna e portala in casa, poi chiama Stresi”.

Mi avvicino a quel corpo, so già che è Perletto.

Una chiazza di sangue ha macchiato la maglia che indossa, accanto a lui una busta aperta, un foglio con una croce disegnata.

Urlo al collega di chiamare un’ambulanza perché è ancora vivo, anche se credo per poco.

 

(Continua)

 
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La morte suona il campanello(5)

Post n°3299 pubblicato il 17 Marzo 2025 da paperino61to

Riassunto: Due omicidi avvengono in un lasso di tempo breve, entrambe donne entrambe coetanee. Inoltre le due vittime andavano nella stessa classe e stesso liceo da giovani, e per finire appartenevano ad un gruppo soprannominato “streghe”, oltre alle donne uccise vi erano Antonella Marena e Lara Vicolungo. Un gruppo di ragazze dai modi crudeli e brutali verso le altre compagne non solo della classe. In quello stesso periodo una ragazza si è suicidata poco distante dal liceo, per il commissario potrebbe essere questo il filo che lega i due omicidi. Decide di andare a parlare con Perletto ex preside di quel periodo, il quale dice che vi sono state due inchieste: una interna e una delle polizia, entrambe non hanno portato a nulla, tranne il responso di suicidio. Le testimonianze di altre ex compagne delle vittime descrivono aneddoti di questo gruppo e spesso coperte da disinteresse dei professori, forse per paura o per altri motivi più beceri e soprattutto dal preside, il quale sembrava avere una predilezione preferita per una delle “streghe” ma non hanno mai capito chi fosse questa ragazza.

 

 

 

Il giorno seguente la stampa dà notizie dei due delitti e come immaginavo il questore mi convoca nel suo ufficio dicendo che lo ha chiamato il prefetto:”Dica al commissario di continuare le indagini, è dispensato dalla sicurezza dell’arrivo del nostro beneamato Starace in città”.

Berardi la conosco fin troppo bene, e qui lo dico e qui lo nego, lei ha fatto bene a dare la notizia dei delitti al suo amico redattore, purtroppo il prefetto non sempre è lucido, ma sia chiaro io non ho detto nulla”.

Grazie signor questore”.

Uscendo dal suo ufficio sorrido e immagino il travaso di bile del prefetto nel leggere l’articolo sulla stampa.

Commissario...commissario, ho l’indirizzo dell’abitazione della Liverani”.

Bravo Perino, andiamoci subito”.

L’indirizzo si trova in Borgata Aurora, case popolari a ridosso del mercato di Porta Palazzo.

Entriamo nel cortile con la macchina.

Ecco il numero 8”.

Che piano sarà?”.

L’unica è guardare sui campanelli il cognome”.

Siamo fortunati l’abitazione è al pianterreno, suoniamo il campanello. Dopo alcuni minuti sentiamo una voce domandare chi è.

Attenzione allo scalino commissario”.

Polizia, abbiamo bisogno di fare alcune domande riguardanti sua figlia”.

La porta si apre, un ragazzo in carrozzella ci squadra e domanda di vedere il tesserino.

Giusto ha ragione, eccolo qua. Sono il commissario Berardi e lui è il mio collega Perino. I suoi genitori sono in casa?”.

Entrate!”.

Un tavolo è messo in un angolino, ci sono solo un paio di sedie.

Sedetevi, cosa volete sapere di Adele?”.

I suoi genitori?”.

Sono morti un paio di anni fa, io sono Enzo il fratello di Adele”.

Mi spiace saperlo, spero che lei possa aiutarmi, stiamo indagando sulle morti di di due donne, sembra che sua sorella ai tempi del liceo avesse avuto delle frequentazioni con queste persone, e vorremmo anche capire il motivo del suo gesto estremo”.

Io ero impegnato a servire la patria, mia madre mi disse che quel giorno, Adele l’abbracciò forte e le disse: ti voglio bene mamma ricordalo per sempre. Poi non tornò più a casa”.

La voce era rotta dalla commozione del ricordo.

I suoi genitori cosa pensarono del suicidio di sua sorella?”.

Non hanno mai creduto al suicidio, sono sempre stati convinti che qualcuno l’avesse uccisa”.

 

 

Dalle indagini di allora non risultò questa ipotesi, lei che idea si è fatto nel corso degli anni?”.

Io? Che mia sorella è morta troppo giovane senza un perché. Non so che dirle commissario. Come mai solo ora avete ripreso le indagini?”.

Come le ho detto due donne ex alunne del liceo sono state uccise e abbiamo saputo del suicidio di sua sorella che guarda caso cercava di entrare nel cerchio delle amicizie delle due vittime”.

Adele non ha mai parlato delle sue compagne di classe con i miei genitori”.

Erano in quinta, si chiamavano Elisa Morandi e Aloi Carlotta, non le dicono nulla questi nomi?”.

L’uomo ci pensa su un attimo e poi risponde di no.

Ora se ha finito avrei delle cose da fare”.

Si grazie e se le viene in mente qualcosa ci chiami”.

Una mia curiosità, cosa le è successo?”.

Regalo degli austro ungarici…”.

Mi spiace, arrivederci”.

Poi come a prevenire una mia domanda risponde che viene una persona ad aiutarlo a scendere con la carrozzella lo scalino di fronte alla porta e a volte gli fa la spesa.

Usciamo dall’abitazione con nessun dato in nostro possesso, stavolta credo che sia un indagine lunga e difficile. Dico a Perino di andare al Cavour a sentire i bidelli, ma anche da loro non ricavo granché; l’unico ancora presente di quel periodo, ricorda che il gruppo delle “streghe” era meglio evitarle, e che in qualche maniera il preside le proteggeva.

Tornati in ufficio domando a Tirdi se vi sono novità, mi risponde che è venuta un’altra ex alunna: “Ho scritto le sue risposte che non si discostano molto dalle altre informazioni ricevute”.

Leggo il taccuino con domande e risposte, nulla di nulla.

Cerca l’indirizzo delle…” non finisco la frase che squilla il telefono.

Commissario Berardi? Sono Marena Antonella, ho letto sul giornale la morte di due mie ex compagne di liceo...avrei bisogno di parlarle urgentemente!”.

Mi dica dove posso venire a trovarla! Si, prendo penna e foglio...dica pure. Tra una ventina di minuti sarò da lei”.

Forza ragazzi prendiamo la macchina, andiamo da una delle streghe, l’indirizzo è questo”.

La donna abita in Corso San Maurizio di fronte ai giardini reali, in fondo alla discesa notiamo che vi è gruppo di persone, ci fermiamo e scendiamo dall’auto.

Il conducente del tram è sotto shock, domando cosa sia successo.

Cost pòver a lè campasè sotto il tram”.

Lei è testimone di questa cosa?” domando all’uomo.

Si! Mi chiamo Bartolemo Giali, stavo tornando a ca dalla fomna, il tram non fatto in tempo a fermesè...pover òm, chissà perché l’ha fatto?”.

Tirdi mi dice che hanno già chiamato l’ambulanza e dei nostri colleghi stanno arrivando sul posto.

 

Andiamo, dannazione dobbiamo fare un altro giro per arrivare”.

Questo imprevisto ci fa perdere un quarto d’ora. Finalmente arriviamo a destinazione, suono il campanello ma nessuno ci apre. Decido di suonare agli altri inquilini dello stabile, finalmente una persona fa scattare il portone d’ingresso.

A che piano abiterà la donna?”.

Dalle scale spunta una voce che domanda cosa vogliamo.

Cerchiamo la signora Marena, siamo della polizia, a che piano abita?”.

Al secondo, ma gli è successo qualcosa?”.

Non rispondo anche perché non saprei cosa dirgli.

Suoniamo il campanello dell’alloggio, nessuno viene ad aprirci e non sento rumore.

Perino ipotizza che sia uscita, io ne dubito.

Hai il passepartout con te?”.

Perino apre la porta ed entriamo, nel frattempo la persona che ci ha dato l’indicazione del piano è scesa di sotto. Tirdi la blocca sul pianerottolo.

Andiamo in cucina e vediamo la donna riversa sul pavimento. Accanto a lei la busta, so già cosa ci troverò, la apro e su un foglio vi è disegnata una croce.

Dannazione!! Cristo santo se non ci fosse stato quell’incidente sarebbe ancora viva”.

Non possiamo saperlo commissario, bisogna aspettare Stresi che faccia l’autopsia”.

Chiamalo, maledizione!!”.

Sono arrabbiato, e sul pianerottolo sfogo la frustrazione dando un pugno alla porta.

Come ipotizzavo Stresi conferma la mia tesi, la donna è morta nel lasso di tempo che noi abbiamo perso per venire qui.

Alcuni testimoni che erano al bar di fronte allo stabile dicono di aver visto un postino entrare ed uscire dopo pochi minuti. E aggiungono di averlo visto andare verso la fermata del tram”.

Prendo con me Tirdi e mando in ufficio Perino con l’ordine tassativo di trovare la Vicolungo al più presto, sicuramente è lei la prossima vittima.

Alla fermata del tram ci sono alcune persone, provo a domandare se hanno visto un postino ma la risposta è negativa.

Che facciamo ora?”.

Torniamo in ufficio e chiamiamo l’Atm, magari il nostro uomo ha preso il tram precedente, ci facciamo dare il numero della carrozza che ha transitato prima del nostro arrivo”.

Prendo nota del numero e vado a parlare con il vetturino e bigliettaio al deposito di corso Novara, ma non ricavo nulla di utile.

Un paio di persone sono salite ma non avevano la divisa da postino...ricordo però che uno di loro aveva uno zaino”.

Saprebbe descriverlo?”.

Purtroppo la descrizione è molto vaga: un uomo alto, capello calato sugli occhi, un giubbotto marrone scuro.

Se può esserle di aiuto è sceso alla fermata del Rondò”.

 

(Continua)

 

 

 

 

 
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Serata Marti Brom

Post n°3298 pubblicato il 15 Marzo 2025 da paperino61to

C'è solo un posto dove splende sempre il sole, e questo grazie a voi, ed è al rockcafè. Buon ascolto e buon fine settimana a tutti.

 

       

 

 

       

 

 

 

       

 

 

 

      

 

 

 

      

 

 

 

   

 
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La morte suona il campanello(4)

Post n°3297 pubblicato il 14 Marzo 2025 da paperino61to

Riassunto: Due donne sono state uccise e accanto ai loro corpi un foglio con disegnata una croce. Berardi nota che un filo lega le due vittime: entrambe erano compagne di classe al liceo Cavour. Il commissario avendo ricevuto la lista con le alunne della classe le convoca in questura. Nel frattempo contatta la segretaria del liceo chiedendo il suo aiuto. Dalle risposte delle ex alunne viene a sapere che le due vittime assieme a Marena e alla Vicolungo avevano formato un gruppo soprannominato le Streghe. Un gruppo dedito ai ricatti e alle violenze, che decideva il bello e brutto tempo non solo nella classe ma anche nel liceo. Inoltre viene a sapere che in quel periodo a poca distanza dal liceo una studentessa si era tolta la vita. Berardi si domanda se non vi sia una connessione tra questo suicidio e gli omicidi.

 

 

Domando chi fossero queste compagne, come immaginavo le due vittime facevano parte del gruppo.

Erano Morandi, Aloi e se non ricordo male c’erano anche Antonella Merana e la Vicolungo...Lara Vicolungo se non ricordo male”.

La Furlan concorda e aggiunge che dovrei domandare al preside del Cavour come si comportavano: “Lui sapeva tutto ma non faceva nulla, tra le classi giravano voci che avesse interesse per una di loro, non so se mi capisce commissario”.

Capisco, ma le voci sovente sono false”.

A volte però sono vere” mi risponde la signora Bianchi.

Bene signore, vi ringrazio per la vostra disponibilità”.

Immagino che se ci ha convocato qui è perché sta indagando su di loro, non mi stupisce più di tanto”.

Non posso dirle nulla signora Furlan, segreto professionale”.

Uscite le donne chiamo Perino e gli domando di cercare gli indirizzi della Marena e Vicolungo.

Dimenticavo, cerca anche dove abita Perletto, era preside al Cavour in quel periodo, dobbiamo andare a parlarci”.

Squilla il telefono, è il prefetto che mi domanda come stanno andando le indagine, se sono a buon punto, rispondo di no.

Berardi, lei sa quale sia la priorità in questo momento,non lo dimentichi! Arrivederci!”.

Non mi dà il tempo di replicare, rifletto su cosa fare poi chiamo il mio amico al giornale.

Ciao, ti va di scrivere un’articolo?” .

Dove ci vediamo?”.

Al solito posto, stavolta pago io”.

Usciti dal bar gli domando quando uscirà l’articolo, mi risponde che domani mattina sarà in edicola.

Bene, ti devo un favore”.

Dimmi la verità Marco, ti hanno tirato le orecchie perché stai indagando e pretenderebbero che ti concentrassi solo sulla sicurezza dell’arrivo del duce”.

Se ti viene noia di fare il giornalista ti assumo nella mia squadra”.

Torno in ufficio immaginando la faccia del prefetto quando l’opinione pubblica incomincerà a domandarsi se c’è uno psicopatico in giro che uccide le donne e perché la polizia non interviene.

Commissario, ho trovato l’indirizzo delle persone che mi ha chiesto”.

Bravo Perino, andiamo dal preside”.

Perletto Mario abita a Sassi ai piedi della strada che porta a Superga, è una villetta a due piani, l’uomo è vedovo da un paio di anni e senza figli.

Suoniamo il campanello e viene una donna ad aprire, domanda cosa vogliamo.

Prego signori entrate, chiamo subito il signore”.

 

 

 

L’uomo arriva claudicante, si aiuta con un bastone da passeggio, ha la schiena ricurva e il volto stanco.

Buongiorno signori la domestica mi ha detto che volevate parlarmi”.

Si signor Perletto sono il commissario Berardi, avrei bisogno di rivolgerle alcune domande sugli avvenimenti avvenuti anni fa quando lei era preside al liceo Cavour”.

Ci fa cenno di sederci e domanda se desideriamo qualcosa da bere.

In particolare cosa vuole sapere commissario?”.

Notizie sul suicidio di una studentessa del liceo”.

Un “mio dio” esce dalla sua bocca:”Non finirà mai di perseguitarmi questa storia?”.

Cosa intende dire?”.

Che non ho mai smesso di darmi la colpa, ammesso che io ne abbia”.

In che senso?”.

Ero il preside del liceo, i genitori mi avevano affidato il compito di vigilare sugli studenti ed ho fallito. La povera Adele ha compiuto quel gesto assurdo, se solo avesse parlato...se solo avessi avuto sentore di cosa voleva fare”.

Adele e il cognome?”.

Liverani, Adele Liverani”.

Abbiamo anche saputo che vi era un gruppo di alunne chiamate le streghe, ne sa qualcosa?”.

Si!”.

Cosa sa dirmi della Morandi e Aloi, facevano parte di questo gruppo?”.

L’uomo sorseggia con molta calma il brandy, la mano trema e alcune gocce del liquore escono dal bicchiere macchiando il gilè che indossa.

Che vuole che le dica, sono passati tanti anni, non ricordo i nomi e onestamente dovessi vederle non so se saprei riconoscerle”.

Perchè secondo lei c’è una sorta di tabù nel parlare del suicidio della Liverani al liceo? Nessuno sa nulla di preciso”.

Credo che sia una cosa non piacevole da ricordare, poi tenga conto che molti professori sono andati in altri istituti o in pensione, stessa cosa per i bidelli, chi è subentrato non sa di questo tragico avvenimento, pure il collega che mi sostituisce credo non sappia più di tanto”.

La polizia fece un’indagine?”.

Si e pure noi costituimmo una commissione interna, ma entrambe non portarono a nessuna conclusione, ma lei crede che la Liverani non si sia uccisa ma che sia stata…?”.

Non so dirle, ho pochi elementi per fare un’ipotesi, quello che vorrei capire è il motivo del perché si sia suicidata. In ogni caso la ringrazio per la sua disponibilità, arrivederci signor Perletto”.

Torniamo in ufficio, senza nulla di nuovo sotto il sole tranne il nome della ragazza che si è suicidata.

Perino cerca di sapere dove abitava questa ragazza, se ci sono ancora i genitori o qualche parente”.

 

 

Un paio di ore dopo vengono in ufficio altre due ex compagne delle vittime, le loro dichiarazioni non si discostano molto dalla Furlan e Bianchi, il gruppetto delle “streghe” erano tutt’altro che santarelline. Alcuni aneddoti descritti denota crudeltà verso le compagne più deboli.

Ma di tutto questo i vostri professori o il preside erano al corrente?”.

Una risatina maliziosa esce dalle loro bocche.

Commissario...commissario...suvvia, lei è un uomo e anche attraente se me lo permette, e come uomo sa che se una donna o una ragazzina di quell’età fa la smorfiosa o la femme fatale come dicono i francesi, non rimanete immuni o sbaglio?’”.

In effetti non ha tutti i torti:”Quindi secondo lei, c’era una tresca tra alcune ragazze di questo gruppo con i professori e preside?”.

Si! Ora non ricordo di preciso, ma mi creda e la mia amica qui presente lo può confermare, una di quelle aveva una relazione con il preside, più di una volta lo abbiamo visto che ronzava attorno alla nostra compagna”.

Li spiavate?”.

Diciamo che eravamo stufe dei loro soprusi, e volevamo trovare le prove per farle sbattere fuori dal liceo, ma purtroppo non siamo mai riuscite”.

Cosa sapete dirmi della ragazza che si è suicidata?”.

Un imbarazzo cala sul loro volto, abbassano la testa come per riordinare le idee.

Poverina, non sappiamo come sia andata di preciso, ma quello che abbiamo pensato immediatamente è che c’entrassero le streghe. Non ricordo come si chiamava questa ragazza ma so che ci teneva tantissimo ad entrare nel loro gruppo, noi, intendo dire le restanti compagne della nostra classe avevamo provato a convincerla di lasciar perdere, che non meritava la pena, ma lei era testarda”.

Io” interviene l’amica:”Io credo che fosse innamorata di una del gruppo, non so perché commissario, ma ho sempre avuto questo sentore”.

Mettiamo che sia così, potrebbe essere stata spinta al suicidio oppure…” lascio cadere la frase per vedere la loro reazione.

Intende dire omicidio? Chi lo sa, potrebbe anche essere, come abbiamo detto quel gruppo era molto cattivo se ti mettevi di traverso sulla loro strada”.

Le altri classi del liceo sapevano di questa cosa?”.

Si, certamente e stavano alla larga, a parte qualche altra ragazza che girava con loro saltuariamente, evidentemente capivano che la loro influenza era nefasta e si allontanavano dopo poco tempo”.

Voi avete mai avuto minacce da loro o eventualmente dal corpo scolastico?”.

Da loro si, specialmente dalla Morandi e dalla Vicolungo, erano loro le cape del gruppo”.

Capisco, vi ringrazio signore e come ho detto alle vostre ex compagne se vi viene in mente qualcos’altro venite o telefonate”.

Un bel quadretto esce da quella classe e da quel liceo.

 

(Continua)

 
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La morte suona il campanello(3)

Post n°3296 pubblicato il 13 Marzo 2025 da paperino61to

 

Riassunto: Alla questura vengono convocati vertici per la messa in sicurezza della visita di Starace, esponente di spicco nel partito fascista. Il commissario Berardi viene chiamato ad indagare sulla morte di una giovane donna: Elisa Morandi, accanto a lei un foglio con disegnato una croce. Non vi sono testimoni dell’assassino e il marito ha un alibi di ferro. Il commissario scandaglia il passato della vittima e si reca al liceo Cavour dove la Morandi era una studentessa e si fa dare la lista delle sue compagne di classe. Mentre l’indagine prosegue un’altra donna viene uccisa con le stesse modalità della prededente: Carlotta Aloi. Anche l’età è identica alla prima vittima. Come nel precedente caso nessun testimone, solo un condomino riferisce che la vittima scendeva di corsa le scale perché il postino gli aveva suonato il citofono.

 

 

 

 “Ha visto o sentito qualcosa?”.

 

Io stavo mettendo a posto, ho solo visto una persona entrare, era un postino”.

Postino?”.

Si aveva la divisa, ho trovato strano che non mi consegnasse la posta nel gabbiotto...avessi saputo, mio dio è colpa mia se la ragazza è morta…”.

No signora non è colpa sua, non immaginava che il postino fosse un assassino.

Saprebbe descriverlo?”.

Non l’ho visto in volto, la cosa che ho notato è che non era il solito postino”.

Cosa le fa dedurre questa cosa?”.

Come ho già detto non ha consegnato la posta a me, che a mia volta la metto nelle buche da lettere o la porto direttamente ai condomini, inoltre non ha proferito parola neanche un saluto, mentre di solito non la finisce mai di parlare”.

Lei ha detto che stava mettendo a posto nel gabbiotto, quindi non ha visto il delitto? Come ha fatto ad accorgersene?”.

Non l’ho visto, ci mancava ancora quello, sono convinta che se l’avessi visto quella persona avrebbe ucciso anche me. Me ne sono accorta quando sono andata a bagnare le piante nel cortile...ho visto il corpo per terra, subito ho pensato che la ragazza avesse avuto un malore, poi...il sangue sulla camicetta...mio dio…”.

Grazie signora, non le faccio più domande, ovviamente se le viene in mente qualcosa venga in questura o mi chiami, questo è il numero dell’ufficio. Le chiedo solo un favore, avrei bisogno di vedere l’appartamento della Aloi”.

La vittima abitava al secondo piano, apriamo la porta ed entriamo nell’alloggio che è in ordine. Nulla di fuori posto, nessun biglietto di minaccia, niente di niente. Su una parete, una cornice con il diploma preso al Liceo Cavour.

Tirdi vieni qui!” e indico la cornice.

Stesso liceo dell’altra vittima, non mi stupirei che fossero state compagne di classe”.

Neanche io, la segretaria ci ha dato una lista di nomi della classe...torniamo in ufficio”.

Né Tirdi né io ci sbagliavamo sull’ipotesi che la Aloi era nella stessa classe della Morandi.

Il filo che lega queste morti sono da risalire in quella classe o istituto”.

Telefono al liceo Cavour e domando di parlare con la segreteria.

Buongiorno signora sono il commissario Berardi, si ricorda di me?”.

La risposta è affermativa.

Avrei bisogno di parlarle ma al di fuori del luogo dove lavora, è piuttosto urgente”.

Rimane perplessa, poi accetta di vedermi.

Piazza Statuto le va bene commissario? Smetto di lavorare alle 15”.

Perfetto, la ringrazio per la sua disposizione”.

Nel frattempo ho l’elenco delle compagne della due vittime:”Convocale qui da noi, se non possono vorrà dire che andremo noi”.

La segretaria del Cavour è seduta sulla panchina di fronte al monumento dei caduti del Frejus. Si alza per stringermi la mano.

 

Comoda signora, non è il caso, la ringrazio per il tempo che mi concede”.

Mi dica commissario, cosa ha bisogno di sapere?”.

E’ stato commesso un altro omicidio, Carlotta Aloi era nella stessa classe della Morandi”.

Mio dio...povera ragazza”.

Ne aveva mai sentito parlare?”.

No però conoscevo lo zio, era un ex militare ora in pensione, abitava vicino a me, è morto un paio di anni fa”.

Accanto alle vittime c’era un foglio con un disegno di una croce, ha idea di cosa possa voler dire?”.

Scuote la testa.

Sono convinto che qualcosa lega le due morti al periodo della frequentazione al liceo, sa dirmi se può essere successo qualcosa in quegli anni?”.

Commissario, io sono stata assunta solo tre anni fa, non so dirle nulla in merito, ma se vuole posso informarmi dai bidelli o dal preside stesso”.

Mi sarebbe veramente utile signora”.

Ora devo andare la mia pausa è finita, appena saprò qualcosa la chiamo, arrivederci commissario”.

Torno in ufficio nella speranza che la donna riesca a trovare un indizio. Nel corridoio vedo due ragazze sedute, quando mi vedono si alzano e mi domandano del commissario Berardi.

Sono io, cosa posso fare per voi?”.

Un suo collega ci ha convocate in questura, non sappiamo il perché…” la voce denota una certa paura.

Prego entrate e accomodatevi. Vi prego non abbiate paura, devo solo farvi delle domande in merito a due vostre ex compagne di liceo”.

Chiedo le loro generalità.

Io sono Anna Pagliero e lei è Concetta Battistini”.

Vi ho convocate qui per sapere se potevate parlarmi di due vostre ex compagne di liceo: Elisa Morandi e Carlotta Aloi”.

Le due donne rimangono sorprese e riflettono un attimo prima di dare una risposta.

E’ passato tanto tempo commissario, ricordarsi di loro non è semplice, anche perché non eravamo propriamente amiche loro”. A parlare era la Pagliero e le parole vengono confermate anche dalla Battistini.

Finito il liceo non avete avuto più rapporti con le vostre ex compagne?”.

Con alcune si, vede noi due per esempio, siamo rimaste amiche e ci frequentiamo con le nostre famiglie, con la Morandi e Aloi abbiamo tagliato i ponti”.

Per la verità Anna, manco quando andavamo a scuola eravamo così in confidenza, non ci piacevano e non solo loro due…”.

Cosa vuol dire signora Battistini? Si spieghi meglio!”.

In classe eravamo in dieci, e come sempre accade nelle classi, si formavano dei gruppi, la Morandi e la Aloi ne avevano formato uno e noi eravamo state escluse”.

Capisco, solo voi eravate escluse?”.

 

 

No, loro avevano fatto gruppo con altre due compagne, se non ricordo male con la Vicolungo e la...aiutami Concetta, chi era l’altra?”.

Se non sbaglio può essere la Ressia...Antonella Marena”.

Prendo nota di questi due nomi poi domando se in quel periodo al Cavour fosse successo qualche avvenimento strano.

Le due donne si guardano, le vedo impacciate a rispondere.

Non abbiate paura a parlare è molto importante per noi la vostra risposta”.

Al liceo non proprio, ma a poca distanza, nella via dietro a Piazza Bernini, una ragazza si era tolta la vita, aveva 15 anni, non ricordo il nome”.

La Pagliero prosegue dicendo che questa ragazza frequentava il Cavour.

Era in classe con voi?”.

No, era in un’altra sezione, ma per quel che mi ricordo girava con il gruppo della Morandi”.

Perchè ci fa queste domande commissario? E’ successo qualcosa a quelle due?” domanda la Battistini.

Non posso rispondere signora c’è un’indagine in corso, stiamo cercando di mettere i puzzle a posto per fare un quadro completo della situazione. Trovo strano però che il preside non me ne abbia parlato”.

Se è ancora il signor Perletto immagino che non abbia accennato a questa cosa, è stato uno shock anche per lui, magari ha rimosso quell’evento”.

Un’ultima domanda signore, il gruppo che mi avete accennato in cosa consisteva?”.

Erano soprannominate streghe e mi creda commissario lo erano davvero, dovevi sottostare a loro e imponevano prove per entrare nel loro gruppo, per questo noi ed il resto della classe ci siamo distanziate da quelle”.

Vi ringrazio del tempo che vi ho sottratto, se per caso vi viene in mente qualcos’altro fatemelo sapere, arrivederci e grazie ancora”.

Uscite le due donne, chiamo il mio amico alla stampa e le domando se negli archivi c’è qualche articolo riguardante un suicidio in Piazza Bernini.

La data all’incirca è 1918/19”.

Cercherò, ma c’è qualcosa in ballo? Una nuova indagine?”.

Non posso dirti nulla per ora”.

L’indomani la segretaria del liceo mi chiama dicendo che il preside non sa nulla di questa cosa:”E’ arrivato nel 31’, ho chiesto ai bidelli, hanno sentito di una ragazza che si era suicidata in quel periodo, ma loro non c’erano ancora in questo liceo”.

E’ già un punto di partenza, magari non c’entra nulla con gli omicidi, ma non posso tralasciare nessuna ipotesi o pista, la ringrazio signora”.

 

 

 

Nel proseguo della giornata sento altre ex compagne delle due vittime: Furlan e Bianchi, entrambe ribadiscono ciò che avevano detto le altre signore, ovvero che c’erano delle loro compagne che imponevano delle prove per entrare nel loro gruppo, e che loro non accettarono:”Erano delle poche di buone, pronte anche ad alzare le mani se non accettavi ciò che dicevano”.

 

(Continua)

 

 
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