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Messaggi del 27/09/2021

 

Al di là di ogni sospetto( 17)

Post n°2821 pubblicato il 27 Settembre 2021 da paperino61to

 

 

                    

“Da tempo i servizi segreti avevano il sospetto che ci fosse una spia o meglio delle spie che lavorano al ministero. Sono state arrestate appena dopo che lei ha parlato con il Ministro, ne ho avuto conferma ora”.

“Immagino che anche loro non sappiano chi sia il loro misterioso capo!”.

“E’ così purtroppo, non lo sanno. Ogni mese ricevono dei soldi in contanti, li porta un affiliato della banda”.

“A casa loro? “ domanda Tirdi.

“Nelle vicinanze di un mercato rionale c’è una bettola, un via vai di gente, nessuno fa caso alle persone e a cosa fanno”.

“Senta tenente potreste farmi un favore? Stavo pensando se è possibile avere la lista dove i vostri commilitoni arrestati hanno svolto il loro servizio, compreso quello del maggiore, magari c’è un filo comune che li lega al loro misterioso capo”.

“Si, chiamo immediatamente e prendo nota di ciò che mi dicono”.

Gli arrestati sono stati a Torino cinque anni, erano in forza alla Caserma di via Asti, dove vi era anche il maggiore Carasso. Tutti e tre erano agli ordini del colonello Osvaldo Riboni . Leggendo quel nome sobbalzo sulla sedia, Tirdi mi domanda cosa è successo.

“Spero di sbagliarmi, lo spero per una certa persona a me cara, ma…”.

“Senta colonello Brusi, potrebbe riuscire a scoprire chi ha firmato i trasferimenti dei due militari al ministero e del maggiore alla caserma Amione?”.

Il tenente mi guarda perplesso ma non dice nulla, si alza e chiama nuovamente il ministero.

“Il trasferimento per tutti quanti l’ha firmato il colonello Riboni e ha fatto pressioni perché venissero trasferiti. Scusi commissario ma perché ha voluto sapere questa cosa?”.

“Perché credo di aver capito chi sia il misterioso capo!”.

“Ne è sicuro?”.

“So per certo che Riboni ha mentito su Carasso, il questore mi ha riferito che era stato il maggiore ha chiedere il trasferimento alla caserma Amione dopo che lui era andato in pensione, ma le date non coincidono con cosa asserisce il Riboni”.

“Se vuole le faccio avere la copia firmata da questo signore quando era ancora nell’esercito”.

“Si grazie non sarebbe male come prova. Inoltre questo misterioso capo sa come muoversi nell’ambito militare, vedi le spie al ministero, sa dove abita il Carasso e infine conosce il numero del telefono di casa di quest’ultimo. “  

“In effetti la sua ipotesi non è campata in aria commissario! Come intende muoversi? Non ha prove certe, solo delle ipotesi”.

“Potremmo farlo cadere in un tranello, ma devo richiedere la vostra collaborazione”.

“Dica cosa volete che facciamo”.

Sto per esporre il mio piano quando entra nell’ufficio il questore.

Con caute e dovute parole lo metto al corrente degli sviluppi dell’indagine e di come sia coinvolto il suo amico.

  “Mio Dio, lei crede Berardi che…ci sia Osvaldo dietro a questa cosa?”.

“Tutto lo fa presumere” risponde il capitano.

  “Si! Lo credo, ma sicuramente non è solo lui, avrà dovuto avere anche appoggi politici, va bene le spie all’interno del ministero, ma…”.

“Com’è le è venuto in mente, commissario, di immaginare un politico o politici implicati? Lo scandalo sarebbe ancora più grave”.

“Un’ipotesi, mi creda capitano Vella, che Riboni sia il capo della banda è fuori di ogni dubbio, ne son convinto, che sia stato in gamba a tessere la tela anche su questo non ci piove, ma…c’è un ma…per un’organizzazione così perfetta, ci vuole qualcosa in più, qualcosa che possa intervenire in momenti di difficoltà. Mi dica, in quanti sapevate che due agenti segreti erano stato mandati nella nostra città ad indagare?”.

“Il capo del servizio segreto, io e il mio collega qui presente, il ministro Gozzera e credo il suo sottosegretario Alducci…”.

“Alducci? Non è per caso il figlio del senatore Alducci?” domanda il questore.

“Si! Perché?” risponde il capitano.

 “L’ho conosciuto ad una festa privata dove Osvaldo me lo ha presentato come un intimo amico, uno su cui contare, ricordo bene questa frase che mi disse”.

 “Signori a questo punto devo mettere di mezzo Farinacci, non vedo altra possibilità per riuscire a far confessare un senatore”.

“Berardi, non ha prove certe, essere amico di quel Alducci non significa nulla, lo sa anche lei!”.

“Mettiamo sotto controllo il telefono del senatore e quello di Riboni e aspettiamo di vedere cosa succede”.

“Commissario” è Tirdi a prendere la parola.

“Se invece facciamo giungere a Riboni la notizia degli arresti? In questo modo lui dovrà esporsi telefonando al senatore. Potremmo anche fargli sapere che il maggiore ha capito chi ci fosse dietro agli ordini che riceveva e che in qualche modo, che parlando ci sarebbe la salvezza per lui e per la moglie”.

Rifletto un attimo e poi concordo che si, potrebbe funzionare.

“Bene signori, direi di tentare. Colonello Brusi lei dovrebbe dare l’autorizzazione al servizio segreto di procedere per mettere sotto sorveglianza il telefono del senatore, mentre noi pensiamo a quello di Riboni”.

“Allora se è tutto vado nel mio ufficio, signori buon lavoro” la voce del questore è flebile, sapere che un tuo amico è coinvolto in due omicidi e truffa all’esercito è un brutto colpo.

Dopo un paio di giorni, da Roma arrivano le trascrizioni del colloquio telefonico tra il senatore e Riboni. Non lasciano dubbi, ambedue sono implicati in questa organizzazione.

“Bene Tirdi, ora abbiamo le prove, Alducci domani sarà a Torino, direi che possiamo preparargli il comitato di accoglienza, vado dal questore a farmi firmare la carta per l’arresto, le dirò anche di convocare Riboni con una scusa”.

“Vuole metterli a confronto commissario?”.

“La mia idea sarebbe questa, però prima voglio parlare con Carasso”.

Dal colloquio in carcere con il maggiore, ho le prove certe che Riboni aveva firmato il trasferimento dei militari coinvolti e che solo ora Carasso, riflettendo con calma su ciò che le ho detto a riguardo di Riboni, concorda che il capo misterioso può essere solo l’ex colonello.

“Non capisco però perché non si sia mai mostrato a me? Aveva stima del sottoscritto”.

“Evidentemente aveva paura, se qualcosa fosse andato storto lui ne sarebbe stato fuori”.

“Mia moglie come sta? Sa qualcosa di lei?”.

“Aspetta il processo come lei!”.

“Io la mia sentenza la conosco già…mi hanno avvertito che la prossima settimana mi porteranno a Roma”.

 

 

“Le ho promesso che cercherò di aiutarla anche se mi hanno risposto che sarà difficile, ha tradito maggiore, e sa bene che per voi militari l’unica sentenza è la pena di morte! Comunque ci proverò e lo stesso farò per sua moglie, arrivederci”.

(Continua)

 

 
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