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La daga insanguinata (4 capitolo)

Post n°2963 pubblicato il 09 Settembre 2022 da paperino61to

Riassunto: Per le strade di Torino si aggira un assassino di donne. A dare una mano al commissarrio Berardi c'è anche il suo amico maresciallo dei carabinieri Rimaudo. La pista che ha seguito il maresciallo fin da Savona( dove vi sono stati altri omicidi) lo ha portato a Torino. Nel corso delle indagine altre due donne sono state uccise: a Ormea e Saluzzo.

Purtroppo non vi sono testimoni ad eccetto di uno, il quale dice di aver visto una persona con soprabito e cappello nero allontanarsi a passo spedito, ma è riuscito a vederlo in volto. 

Tutte le donne erano prostitute e l'arma del delitto sembra essere sempre la stessa: una lama lunga dai 20 ai 25 centimetri.

 

 

Le indagini sulle prostitute morte sono in pieno stallo, non abbiamo fatto un passo in avanti, abbiamo un solo testimone il quale afferma di aver visto una persona (probabilmente l’assassino) solo di spalle e anche i nostri informatori non sanno nulla. La vita della città continua a scorrere come prima.

Ettore mi segue nelle indagini confrontando le sue tesi con le mie, ma torniamo sempre allo stesso punto, ovvero a zero.

Solo verso il fine settimana un altro episodio grave ci dà la conferma che l’assassino è qui da noi.

Carmela Bernini una donna di sessant’anni è stata uccisa alla periferia sud della città. Aveva un piccolo appartamento in via Sospello numero 10.

Le modalità con cui è stata uccisa è identica alle altre vittime. Nessuno ha sentito o visto nulla. La scoperta del cadavere è stata fatta da un’amica che era andata a trovarla.

“Era da una settimana che avevamo concordato di vederci…ho trovato la porta aperta e sono entrata. Ho chiamato diverso volte Carmela e non ottenendo risposta, ho incominciato a preoccuparmi, vedendo la porta della camera da letto aperta sono andata a vedere…mio dio…”, la donna è presa da spasmi e pianti.

Posso solo immaginare il perché, la scena che gli si è parata davanti agli occhi è atroce.

“Commissario, non sarebbe meglio a questo punto avvertire il questore e il prefetto che abbiamo in città un pazzo omicida?”.

“Si Perino, vado a parlare con il questore e vedremo di coinvolgere il prefetto, anche se ho seri dubbi che gli importi qualcosa di queste donne”.

Come presumevo non mi sono sbagliato, il prefetto Tollini se ne frega altamente: “Sono prostitute Berardi, non perda tempo ad indagare, piuttosto indirizzi i suoi sforzi verso i comunisti, i nostri alleati sono messi sul chi va là da probabili attentati nei loro confronti!”.

Dopo aver sentito queste parole la tentazione di prenderlo a sberle è forte, ma so bene che rischierei non solo il posto ma anche la vita.

Saluto il questore e rivolto al prefetto: “Se avrò del tempo indagherò sui comunisti, anche se immagino che il suo amico colonello abbia già attivato i suoi servizi segreti, non credo che abbia bisogno più di tanto della polizia…arrivederci!”.

“Ciao Marco, ho sentito da Perino che è stata uccisa un’altra donna”.

“Si Ettore, stesse modalità delle altre vittime”.

“Che hai?” .

“Una piccola discussione con quell’idiota di prefetto, per lui la vita di una prostituta non vale nulla. Mi ha ordinato di indagare su eventuali attentati ai danni dei nazisti”.

“Non te la prendere, purtroppo fin quando i tedeschi non se ne andranno dal paese, le forze dell’ordine devono essere ai loro servizi…ti capisco benissimo ma fai attenzione, molta attenzione, quella è gente che non scherza credimi, ne so qualcosa!”.

Nel pomeriggio vengo convocato dal questore e con me c’è anche Ettore.

“Piacere di conoscerla signor Rimaudo, il nostro caro commissario mi ha parlato di lei. Vi ho fatto chiamare perché voglio che lei, Berardi, vada avanti con l’indagine e lasci perdere cosa ha detto il prefetto. Qui abbiamo un problema serio e reale, non un eventuale attentato ai tedeschi. Detto ciò  mi aggiorni se vi sono eventuali sviluppi”.

La risposta purtroppo è negativa, solo un filo lega le vittime, la mano che le ha uccise è sempre la stessa.

“Senta Berardi, secondo lei non sarebbe meglio avvertire le ragazze che lavorano nei bordelli??”.

“Ci avevo pensato poi ho scartato l’idea, mi spiego: sappiamo che in alcuni bordelli sono frequentati dai pezzi grossi dell’alta società della città per non parlare di quelli del partito fascista, non vorrei mai che costoro si mettessero di traverso dicendo che sono solo fantasie…poi c’è un’altra cosa, sicuramente calerebbe il lavoro per queste donne e questo, a chi dirige il bordello non andrebbe a genio”.

“Capisco, non è un’ipotesi tanto campata in aria…e degli sfruttatori che ne dice?”.

“In questo caso non saprei, alcuni di loro li conosco e credo che il discorso si potrebbe affrontare e magari una mano la darebbero pure, ma altri ne dubito, penserebbero che stiamo facendo di tutto per stroncare il loro commercio”.

“Facciamo così’ allora, lei parli con quelli…diciamo più malleabili e veda di convincerli a proteggere le ragazze che lavorano per loro, per gli altri possiamo convocarli paventando il rischio di qualche annetto di galera se non collaborano”.

Usciamo dall’ufficio con la certezza che ancora una volta il questore è dalla mia parte.

“Grand’uomo il tuo capo, averne di uomini come lui!”.

Ho la carta topografica della città sul tavolo, cerco di capire come possa agire l’assassino, le zone dove ha commesso gli omicidi sono completamente all’opposto tra di loro.

“Non ha una cadenza nell’agire, né un giorno specifico”.

“Hai mai avuto a che fare con gente simile?”.

“No Ettore, mai, assassini sì ma mai come questo e con questa brutalità poi…”.

Bussano alla porta dell’ufficio, è Tirdi con due nostre vecchie conoscenze.

“Commissario, questi due sono disposti a collaborare con noi, ho detto che volete parlargli di persona”.

“Hai fatto bene, sedetevi voi due, quello che ho da dirvi è piuttosto grave e seppure a malincuore devo venire a patti con voi”.

I due si guardano poi quello chiamato Ferrari mi domanda il perché di questo discorso: “Non abbiamo fatto nulla di male, siamo persone oneste!”.

“Lascia perdere quella parola, non sai manco cosa voglia dire. Uno che sfrutta il corpo delle donne per incassare soldi di onesto non ha nulla”.

L’uomo tenta di ribattere ma viene fermato dal suo compagno.

“Vedi, il tuo amico Bosio è più furbo di te, segui il suo consiglio. Sappiamo che sfruttate delle ragazze e che queste non lavorano nei bordelli giusto?”.

“Si!”.

“Non so se avete sentito o letto di alcune prostitute uccise in città”.

“Io no e tu?”.

Bosio risponde di aver letto un trafiletto sul giornale ma poi non ha più saputo nulla in merito.

“Credevo foste stato arrestato l’omicida”.

“Purtroppo no ed ha ammazzato un’altra donna nella periferia nord”.

“Cosa volete da noi?”.

“Che mettiate sull’avviso le vostre ragazze, non pretendo che smettano di fare quel mestiere, ma che stiano molto attente e voi dovete anche controllarle”.

“Ci sta dicendo che dovremmo osservare i clienti che vanno con loro?”.

“Si! Ovviamente con discrezione, avrete degli amici che possano svolgere questo lavoro per voi. L’assassino agisce prevalentemente di notte, di questo ne siamo certi”.

“Se succede qualcosa alla ragazza, possiamo intervenire o dobbiamo aspettare voi?”.

“Avete l’obbligo di intervenire immediatamente per salvarla, poi ci chiamate…ovviamente se succede cercate di prenderlo vivo l’assassino!”.

(Continua)

 

 

 
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