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Messaggi del 06/04/2018

 

L'intuizione di Maria (secondo capitolo)

Post n°2339 pubblicato il 06 Aprile 2018 da paperino61to

 

Riassunto: Una donna viene ritrovata morta sul greto di un fiume,il volto cancellato da una fucilata, non ha documenti, unico indizio una voglia sulla mano destra e il vestito che indossa. La proprietaria di un negozio di abbigliamento lo riconosce dauna fotografia pubblicata sul giornale e indica l'acquirente, una certa signora Trevisani, mentre per il secondo vestito venduto sa solo che l'ha comprato un uomo.

“ Tirdi che ne pensi di questa donna?”.

“ Non so commissario, ha qualcosa che non mi piace. Credo che la signora Orsini non menta nel dire che la Trevisani ha comprato quel vestito…allora perché negarlo? Non c’è nulla di male”.

“ Esatto, perché mentire? Andiamo dal marito”.

L’usciere ci indica il corridoio da prendere per andare nell’ufficio del dottor D’Ambrosi.

La luce fioca illumina i nostri passi, il silenzio è pressoché totale in questa ala dell’ospedale. In alcuni punti le pareti sono scrostate, su una panchina è seduta una coppia in attesa di una visita.

“ Ecco, ci siamo Tirdi, è questo l’ufficio, proviamo a bussare”.

Veniamo fatti entrare, il dottore ci rivolge a mala pena uno sguardo e con la mano indica le sedie.

“ Il dottor D’Ambrosi? Sono il commissario Berardi, dovrei porle alcune domande”.

Il dottore alza la testa, i suoi occhi lasciano intravedere la seccatura che gli stiamo portando.

“ Mi dica, cosa posso fare per lei e per il suo agente?”.

Porgo la fotografia del vestito, lui la prende e una smorfia compare sul suo volto.

“ Questo vestito era indossato da una donna uccisa sulle rive del Sangone. Sappiamo che è stato venduto a due persone, un uomo di cui per ora non conosciamo l’identità e l’altra persona è una donna…ed è sua moglie”.

L’uomo cambia espressione e modi di fare, diventa più affabile, domanda persino se vogliamo del caffè.

“ Non so se mia moglie ha un vestito così, sembra più adatto per essere indossato alle feste…non so se capisce”.

“ Vuol dire che lei e sua moglie fate vita poco mondana? Manco una festicciola ogni tanto a casa vostra o dei vostri amici?”.

“ Si, potrà sembrarle strano, ma la mia professione mi occupa tantissimo tempo. Quindi capisce che sono rare le volte che usciamo di casa”.

“ Capisco, un’ ultima domanda, lei è mai stato in un negozio di abbigliamento femminile?”.

“ No! E ora se non vi spiace avrei da fare.”

Il cielo sta diventando terso, nuvoloni sono in arrivo su Torino. Pranzando da mamma Gina cerco di riordinare le idee. Sono convinto che stanno mentendo entrambi, ma il motivo non mi è chiaro.

“ Commissario, tanti pensieri per la testa non ti fanno accorgere che sono qui?”.

E’ Maria. Mi scuso con lei e spiego il motivo del perché ero preso dai miei pensieri.

“ La Trevisani se può interessarti è venuta da noi. Era fuori di sé dalla rabbia, ha detto all’Orsini che non si deve più permettere di dire falsità, altrimenti l’avrebbe pagata cara”.

“ Come cliente è ben strana, se non avesse un motivo valido da nascondere non si comporterebbe così”.

“ Giusto Marco, qualcosa ha da nascondere. Del marito cosa ne pensi?”.

Rifletto un attimo e rispondo che Dio li fa poi li accoppia.

Maria si mette a ridere mentre mamma Gina arriva con le sue lasagne.

 Torno in questura dopo aver accompagnato Maria al negozio.

“ Dimmi Perino, hai novità? “.

“ No commissario nessuno ha sentito nulla quella sera, si può confermare che la donna è stata veramente uccisa da un’altra parte e portata li”.

“ I residenti sicuramente un rumore di un auto che si ferma e poi riparte si l’avrebbero sentito”.

“ In teoria si, ma poniamo che l’assassino si sia fermato lontano e abbia trasportato il cadavere fino alle rive del fiume. Dalle case è difficile vedere qualcuno passare”.

“ Stando al dottor Stresi, la vittima pesa circa cinquanta chili…cinquantadue per la precisione. Secondo te quindi l’assassino ha trasportato il suo cadavere fino alla riva del fiume con il rischio di caderci dentro?”.

“ La riva è scoscesa, certo che  se avesse avuto un complice il suo lavoro sarebbe stato facilitato, non trova commissario?”.

“ Ipotesi che non fa una piega Perino, dobbiamo trovare il complice. Per ora cerchiamo di sapere se D’Ambrosi e consorte hanno degli amici e se partecipano a feste o avvenimenti”.

Solo all’indomani mattina abbiamo la lista degli amici o parenti del dottore D’Ambrosi e consorte, una decina di conoscenti in tutto. Con Tirdi e Perino ci dividiamo le persone da interrogare.

A fine giornata ci ritroviamo e facciamo il punto della situazione.

“ Da come mi dite un filo lega le loro dichiarazioni:  la signora Trevisani è cambiata nel rapportarsi con gli altri, ma possibile che  solo il marito sembra non accorgersene?”.

“ Si commissario, da qualche settimana dicono che non sembra neanche più lei. Alcuni loro amici hanno deciso di tagliare i ponti, di non invitarli più ai loro incontri”.

  Ho parlato con il signor Latorre, è un collega di D’Ambrosi. Dice di non essersi accorto di questo cambiamento della Trevisani, mentre per contro trova che il marito sovente sta in disparte ed è molto guardingo verso le persone presenti a questi incontri o feste, specialmente quando parlano con la moglie”.

“ Ha una spiegazione in merito?” domanda Perino.

“ Non crede alla gelosia del marito, secondo il suo parere potrebbe essere  stress da lavoro, anche se sembra da voci riportate nell’ambiente ospedaliero, che D’Ambrosi abbia diramato di molto la sua presenza alle Molinette”.

“ Il motivo?”.

“ Non lo sa e non crede affatto alle dicerie di corridoio”.

“ Tutte queste persone però puntano il dito contro la Trevisani. Non capiscono come mai sia diventa ostile ed arrogante”.

Riferisco al questore che per il momento non abbiamo indizi contro questa coppia, in mano abbiamo solo il vestito della vittima venduto dalla Orsini.

“ Un po’ poco Berardi, come pensa di trovare l’assassino?”.

“ Non lo so, lo ammetto. Nessuno ha denunciato la scomparsa di una donna…non so come muovermi!”.

“ Lei è in gamba commissario, so che riuscirà a trovare il colpevole, mi tenga aggiornato”.

Stavolta credo di essere in un vicolo cieco, per quanto mi sforzi di pensare non trovo appigli. L’unica certezza che ho e che gli assassini erano in due.

“ Convochiamo in questura gli amici del D’Ambrosi, chissà che ponendo loro altre domande non salti fuori qualcosa”.

“ Quindi, commissario, lei crede che c’entri il dottore e consorte con la morte della misteriosa donna?”.

“ Il mio istinto direbbe di si, di certo però hanno qualcosa da nascondere, caro Tirdi”.

Il vento della notte ha fatto parecchi danni in città con alcune mansarde scoperchiate. La chiesa di via Bava ha accolto molte persone spaventate da questa tormenta.

Solo verso il mattino il vento ha lasciato spazio alla pioggia, un torrente d’acqua che sta creando molti problemi, il fiume si è ingrossato e parecchi agenti sono andati a dar manforte alle milizie e ai cittadini risedenti nella zona dei Murazzi.

“ Commissario, c’è l’avvocato Grandi”.

“ Prego avvocato, si segga pure. L’ho convocata, come potrà immaginare, per parlare della signora Trevisani  e consorte”.

“ Come ho detto ieri al suo agente, sono un amico di vecchia data della signora. L’ultima volta che ci siamo visti risale a una decina di giorni fa. Eravamo stati invitati dall’architetto Plani nella sua villa a Chieri”.

“ Ha notato qualcosa di diverso nella coppia dei suoi amici?”.

“ La conversazione è stata piacevole, ho notato però che la signora tendeva a stare in disparte, ho pensato non stesse bene, di solito Clara, la signora Trevisani era molto loquace, di compagnia, se così si può definire una persona”.

“ Non è la prima persona che mi dice che la signora è cambiata. Molte di queste persone usano l’aggettivo arrogante, lei che ne pensa?”.

“ Cosa posso dirle commissario? Quella sera non lo era affatto, era assente, come se non sapesse bene dove si trovasse…spaesata…ecco questo è il termine esatto, spaesata. Sembrava, ma è una mia opinione, che non riconoscesse nessuno degli ospiti”.

Prendo nota di questa sua frase e sottolineo: una decina di giorni fa.

“ Lo ha fatto notare al marito?”.

“ No, non mi è sembrato opportuno, ma credo che qualcuno degli ospiti lo abbia fatta, con il solo risultato che il dottore e signora siano poi andati via prima della fine della serata. Ma mi dica commissario, sono indagati per qualcosa?”.

“ Per il momento no, la ringrazio avvocato Grandi, se le viene in mente qualche particolare mi chiami pure”.

Per il resto della giornata le deposizioni degli amici della coppia sospettata del delitto erano pressoché identiche, tutti a confermare che Clara Trevisani non era più la stessa persona che avevano conosciuto e che in qualche modo sembrava che il marito faceva finta di non accorgersene.

Mostrai a loro anche la fotografia del vestito, diverse signore affermano con sicurezza che era stato indossato dalla Trevisani in diverse occasioni, l’ultima, quella che la vide alla villa di Chieri.

Eravamo sempre fermi allo stesso punto, la signora aveva mentito sul vestito, il motivo non si riusciva a capire, come non si capiva il perché del suo cambiamento. Cosa poteva avere scatenato in lei questo suo modo di fare?.

La pioggia nell’arco della giornata era diventata torrenziale, con Perino prendo un auto e vado al negozio della signora Orsini. Le due donne sono agitate, specialmente la signora Orsini.

“ Marco, meno male che sei venuto…volevo chiamarti…ma quei…quei…oddio che paura”.

La stringo a me dicendo di calmarsi, Perino si occupa della signora Orsini.

Chiedo cosa è successo, la titolare risponde:

“ Sono entrati due uomini, hanno chiesto della signora. Pensavamo fossero clienti e invece erano solo…dei delinquenti”.

“ L’hanno minacciata vero?”.

“ Si commissario, hanno anche detto che se non ritratta su quel dannato vestito, avrebbero bruciato il negozio…poi sarebbe toccato e me e a Maria…mio Dio!”.

“ Potete descriverli?”.

“ Erano alti come te, corporatura robusta, entrambi vestiti uguali, con cappotto grigio scuro, capello. Uno dei due indossava un paio di occhiali, l’altro aveva la barba. Solo uno dei due parlava…pizzicava la erre… il secondo sorrideva al pensiero di mettere in pratica la minaccia” rispose Maria.

“ Perché non ci avete chiamato subito?”.

“ Ecco il motivo commissario, hanno tagliato il filo del telefono”, Perino mi mostra il filo tagliato.

“ Hai idea di chi siano queste persone?”.

“ Credo di si Maria…ed è gente molto pericolosa. Bene, ora signore andiamo tutte da mamma Gina, una buon pasto caldo vi aiuterà a dimenticare questa brutta avventura, e lei signora Orsini non si preoccupi, faremo in modo che vengano a sapere che lei si è sbagliata sulla vendita del vestito”.

Nel pomeriggio nonostante la pioggia incensante, con Perino decido di passare nella betola di Alfio, un locale malfamato vicino a corso Giulio Cesare

“ Che onore la sua visita commissario, a cosa la dobbiamo?”.

“ L’onore è solo suo mi creda Alfio. Sono qui per due tuoi clienti…Aresi e Miccichè ”.

“ Vuole arrestarci commissario?” più che una domanda voleva essere una battuta, a dirla è Miccichè, la erre pizzicata è il suo marchio, con il suo inseparabile compagno Aresi.

“ Bei vestiti, molto di lusso, e tu Aresi la barba ti dona. Certo in carcere ti donerebbe meglio”.

Mi squadrano con occhi torvi.

“ Dica cosa vuole, non abbiamo tempo da perdere”.

“ Solo un paio di cose, la prossima volta che minacciate delle donne, ve la vedrete con me ( calco bene la voce su questa parola) sono stato chiaro? Aresi per favore non mentire, non ti è mai riuscito bene, vi do un consiglio: la prossima volta che accettate un lavoro fate molta attenzione a chi ve lo propone, il vostro committente è implicato in un omicidio. Arrivederci e meditate sulla mie parole ”.

Miccichè vuole venire verso di  me a muso duro, ma viene trattenuto dal titolare del locale.

“ Credo commissario, che i ragazzi volessero solo scherzare con le signore, e che porgono le loro scuse, vero signori…ho detto vero signori?”.

“ Si, chiediamo scusa commissario, volevamo solo scherzare”.

“ Scuse accettate signori, ma ricordatevi io al contrario di voi non scherzo…mai!”.

Usciti dalla betola sono ancora più convinto che D’Ambrosi e moglie sono coinvolti nell’omicidio della donna ritrovata sulle rive del Sangone.

“ Commissario che dice se mettiamo un paio di agenti a protezione delle due donne?”.

“ Ottima idea Perino, non credo che quei due cialtroni abbiamo il fegato di riprovarci però non si sa mai.”

“ Non sarebbe utile pedinare anche i coniugi D’Ambrosi?”.

“ Pensaci tu Perino, ma fallo con discrezione.

( Continua)

 

 

 

 
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