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Messaggi del 17/01/2022

 

Il visitatore misterioso (6 capitolo)

Post n°2872 pubblicato il 17 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi pur vivendo un dramma interiore per via delle sorti della guerra, è impegnato su due indagini, una ufficiale e l'altra informale.

La prima riguarda l'uccisione di un ladro di appartamenti, nessun testimone, niente di niente, neanche una vecchia conoscenza della polizia, ora proprietario di una locanda e amico della vittima sa nulla. La seconda riguarda un'anziana signora, dove un misterioso visitatore entra di notte in casa della donna senza rubare nulla. Dapprima era scettico ma dopo una visita all'appartamento e parlando con la proprietaria del Biceri amica della Cattaneo, intuisce che un fondo di verità esiste: l'anziana donna non mente.

 

 

 

 

“Nulla di interessante, una coppia di novelli sposi che esce al mattino e torna a sera tardi; un anziano signore che non esce mai di casa perché è immobilizzato nel letto, e c’è una domestica che l’accudisce giorno e notte. Al piano terra abita il portiere dello stabile con la famiglia, rimangono due donne, una vedova e l’altra zitella entrambe abitano all’ultimo piano. La seconda fa l’infermiera all’ospedale, quasi sempre è di turno alla notte, mentre la vedova è in pensione da una decina di anni, esce raramente di casa, la spesa gliela porta il portiere”.

“Ora abbiamo un quadro completo anche se speravo in qualcosa di più, concentriamoci ora sull’uccisione di Testa. Avete mandato qualcuno a casa sua?”.

“Si commissario, ma non abbiamo trovato nulla che possa essere di aiuto nelle indagini. Solamente una cosa può essere degna di approfondimento, su un calendario la data del 31 agosto era cerchiata, secondo me Testa ha segnato l’appuntamento con quel tizio che stiamo cercando”.

“Probabile, ed infatti dopo un paio di giorni viene ritrovato morto”.

“Continuate a cercare, magari un colpo di fortuna ci aiuta ad individuare quella persona”.

Nel ritornare a casa passo dalla signora Cavalli, l’aggiorno sulla mia visita fatta alla sua amica e della mia impressione in merito alle sue denunce.

“Quindi lei crede a ciò che afferma la Cattaneo?”.

“Si! Adesso non so bene in che modo e perché qualcuno entri nel suo alloggio, ma di sicuro la sua amica non mente”.

“Meno male, le dirò commissario che temevo per la sua salute mentale. La Cattaneo con chiunque parli e racconti di ciò che gli sta capitando non viene creduta da nessuno, la prendono per pazza”.

Tornato in ufficio, rileggo il referto di Stresi che conferma la prima impressione che aveva avuto il medico: il Testa è stato prima strangolato fino a farlo svenire e poi gli è stato inferta una sola coltellata precisa e diretta al cuore. La vittima non è morta nel cortile dove è stata trovata, ma è stata trasportata, sotto le scarpe sono state rilevate tracce di fango e erba. Potrebbe essere stato aggredito in un parco?

Dato che via Belfiore non è lontana dal Parco del Valentino potrebbe essere stato ucciso in quel luogo e poi trasportato fino al luogo del ritrovamento. Ma perché portarlo lì e non lasciarlo al parco? E’ stata usata un auto per il trasporto o un altro mezzo?.

 

Ordino a Giannuzzi di vedere se transitavano auto in via Belfiore tra le due e le quattro di mattina, ora presunta del decesso di Testa. Non credo che ci siano molte speranze in merito a questa indagine ma tentare non nuoce.

Dalle testimonianze raccolte dai condomini di quei palazzi non salta fuori nulla, solo tre persone erano assenti: due sono fuori regione per lavoro ed il terzo nessuno sa dove sia, anche il custode può dire ben poco: “E’ un tipo schivo, saluta a malapena e si fa gli affari suoi, non so neanche che lavoro svolga ammesso che ne abbia uno”.

Prendo nota di come si chiama questa persona: Luigi Tarasbo e chiamo Tirdi” Prova a saperne di più se ti riesce, interroga i proprietari dei bar intorno alla sua abitazione, magari lo conoscono”.

L’aria di inizio settembre avvolge la città, è piacevole avere questa sensazione sulla pelle. Propongo a Maria un’uscita serale al parco del Valentino, non avevo dubbi che accettasse.

“Marco, ti vedo più sereno e ne sono contenta” mi dice con il suo accento cuneese.

“Cerco di non pensarci Maria, sicuramente mi sto fasciando la testa ancora prima di esser rotta. Una cosa sbagliata che fa male non solo a me ma a chi mi sta accanto, in primis a te”.

“Bravo fai bene, nessuno di noi ha la sfera magica, il futuro a volte è meglio non conoscerlo, mia nonna lo diceva sempre”.

“Dai, ora basta parlare di queste cose, che mi racconti della tua giornata? Qualche cliente rompiscatole come la signora Foe?”.

Maria ride e risponde di no, è da qualche settimana che non viene in negozio e né lei né la proprietaria ne sentono la mancanza.

“E le tue indagini?”.

“Per ora nulla continuiamo a brancolare nel buio totale, l’assassino è ancora a piede libero. L’unica cosa certa è che ha ammazzato quel povero cristo non nel cortile dove è stato trovato. Per quanto riguardo la signora Cattaneo sono propenso a credergli, qualcuno entra in casa sua”.

“Chi farebbe una cosa del genere? A cercare cosa poi?”.

“Questo è il punto, con Perino e Tirdi abbiamo stilato un orario di servizio notturno, staremo sul pianerottolo per osservare se qualcuno entra nell’alloggio”.

“Quindi per qualche tempo non dormirai a casa?”.

“No Maria, purtroppo non posso chiedere al questore di mettere degli agenti, le sensazioni non contano nulla, devo portargli delle prove sicure”.

“Vorrà dire che ti preparerò del buon caffè forte e caldo per tenerti sveglio”.   

Solo dopo qualche giorno riusciamo ad avere notizia di quel Tarasbo, è andato a Genova a trovare la sorella; la notizia ci è stata data da un cugino che lavora con lui e che bazzica il bar vicino a casa.

“Tirdi hai controllato? Ne sei certo della notizia data?”,

“Si commissario, il cugino mi ha dato il numero di telefono della sorella di Tarasbo. Ho subito chiamato ed ho parlato con l’uomo, non conosce la vittima, non lo ha mai visto, ha anche detto che quando torna se vogliamo viene qui da noi”.

“Perfetto, meglio convocarlo, chissà che tra le sue parole non ci scappi qualcosa che possa aiutarci. Ora parliamo della sorveglianza alla Cattaneo, ho qui gli orari, fallo vedere a Perino e se va bene possiamo iniziare stasera”.

“D’accordo, vado da lui, dovrebbe essere nel cortile, sono arrivate delle nuove reclute”.

“Reclute? Non ne sapevo nulla”.

“Manco io, da Galluzzi ho saputo che sono solo tre e tutte mandate dal podestà, evidentemente sono figli di suoi amici”.

“A che scopo? Vado dal questore a domandarglielo”.

“Non è nel suo ufficio, Perino era andato a chiedere spiegazioni sul da farsi, ma gli hanno detto che era uscito”.

Scendo nel cortile e osservo i ragazzi, Perino sembra il sergente burbero dei film western americani, mi scappa un sorriso a questo accostamento. Lo chiamo e lui risponde con le stesse parole dette da Tirdi.

“Hai la lista dei nomi di questi ragazzi?”.

“Si commissario, eccola”.

“Scorro i loro nomi ma non ne conosco uno, una cosa li lega tra loro, sono tutti di Sestriere come il podestà”.

“Buon lavoro allora. Verrà da te Tirdi a farti vedere l’orario stilato per la sorveglianza alla tua amica Cattaneo”.

“Che bale…scusi commissario, ci mancava anche quella donna, non bastava l’assassinio del Testa e queste reclute, d’accordo ne parlo con Tirdi…forza ragazzi venite con me”.

A questo punto torno in ufficio e vedo se ho delle scartoffie da firmare, certo che se la burocrazia dovesse prendere il sopravvento nel futuro, poveri noi e povero paese…sempre che ci rimanga un paese. Ecco che tornano quei dannati pensieri intrisi di pessimismo e di disfattismo.

(Continua)

 
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