Area personale- Login
TagCerca in questo BlogMenuI miei Blog AmiciCitazioni nei Blog Amici: 88 Ultimi commentiChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
|
Messaggi del 04/02/2025
Post n°3279 pubblicato il 04 Febbraio 2025 da paperino61to
I fatti che vi narrerò per quanto vi possano sembrare incredibili o inventati state pur certi che non lo sono. Non citerò il nome vero del personaggio di cui andrò a parlare, userò un nome fittizio: Lookmar . Anche se oramai è passato a miglior vita visto gli anni trascorsi dagli avvenimenti che leggerete, come dicevo non trovo giusto esporlo a pubblico arbitrio o peggio ancora a linciaggio morale, di lui posso solo dirvi che era un personaggio alto locato nella società di quel periodo e aveva un incarico di prestigio nel governo di allora, quindi godeva di massima credibilità. Da parte mia posso solo dirvi che ciò che sto per narrarvi mi perseguiterà per sempre da quei maledetti fatti sempre vivi in me e sovente alla notte mi sveglio fradicio di sudore urlando di paura. Si era verso la fine del mese di novembre, la città era avvolta da una fitta nebbia, le strade erano avvolte come non mai da questa cortina invalicabile, delle persone sentivi solo i loro passi senza che uno potesse vederle se non ci sbattevi contro. Era una cosa mai vista, gli esperti dicevano che tale avvenimenti sono rari ma non improbabili. Ricordo che ricevetti un invito a casa di Lookmar e rimasi stupito, non ero nella cerchia delle sue più profonde amicizie, seppure frequentavano lo stesso circolo: l’House Club Social. Io a quei tempi ero preside alla School Blassett di Londra, da diversi anni mi onoravo di dirigere questa scuola privata, e alla sera per rilassarmi ed essendo scapolo mi recavo al Club dove ero socio da diversi anni. Lo incontrai per puro caso, mancava una persona per giocare a coppie a carte, dapprima mi sembrò una persona egocentrica, vanitosa e arrogante, ma dovetti ricredermi nel conoscerlo meglio. Come ho già detto non ci si poteva definirci amici, ma eravamo rispettosi l’uno con l’altro e sovente ci scambiavamo opinioni in merito alla politica, al futuro del nostro paese e alla sua industrializzazione. Chiamai una carrozza e diedi al cocchiere l’indirizzo di dove dovevo recarmi, la strada era deserta, sul selciato solo le ruote della carrozza rompevano il silenzio surreale dove la nebbia sempre più fitta la faceva da padrona. Il Big Ben batté le otto quando arrivai a destinazione, bussai alla porta e venne il maggiordomo ad aprirmi. ” Prego sir, sua eccellenza la sta aspettando, mi dia il cappotto e cappello la prego”. Glieli consegnai ed aspettai che mi accompagnasse nella sala, domandai se vi erano altri ospiti, la risposta fu affermativa. Alle pareti del corridoio vi erano parecchi quadri, molti di essi erano ritratti, uno di questi mi attrasse, era il volto di una donna. Un volto di notevole bellezza e sensualità, gli occhi color nocciola, i capelli neri lunghi, un naso alla “francese” e labbra carnose di color rosso vermiglio. Il volto sembrava scrutarti da capo a piedi, gli occhi davano impressione di penetrarti dentro fino in fondo all’anima. “E’ la fu moglie del padrone di casa, miss Annabelle Foster”. Rimasi un attimo perplesso, non sapevo che fosse Lookmar fosse sposato e tanto meno vedovo. “Una tragedia sir, una tragica fatalità, preferisco non parlarne, mi perdoni sir, se lo desidera sapere come sono andate le cose lo chieda pure al padrone, io posso solo dirle che la povera donna morì all’istante, almeno non ebbe a soffrire”. Al circolo nessuno ne parlò e per quanto mi ricordi nessun trafiletto comparve sui giornali. La sorpresa che Lookmar fosse stato sposato, è stata grande lo devo ammettere. “Buona sera sir Lawrence, benvenuto nella mia casa e grazie per essere venuto nonostante il tempo, la prego si accomodi, le presento i miei ospiti: Miss Gerald e suo marito Antohny, sir Charles e l’uomo che sta sorseggiando un bicchiere di vino è Nusbit, un egiziano trapiantato a Londra da diversi anni”. Salutai cordialmente e mi accinsi a sedermi quando l’egiziano mi venne incontro. Era un uomo alto, piuttosto corpulento, capelli color nero pece. Il naso era piuttosto pronunciato e dicasi lo stesso del mento. “Piacere di conoscerla e mi scusi se le sono sembrato sgarbato, ma stavo sorseggiando il nettare delizioso offerto da Lookmar, dovrebbe provarlo sa?”. Non gli mancava di certo la parlantina, anche se onestamente avrei apprezzato ogni tanto il silenzio da parte sua. Sir Anthony raccontò delle sue esperienze in India, era governatore di una provincia del Punjab, la moglie aveva gli occhi lucidi quando sviscerava aneddoti e usi e costumi di quella nazione. L’unico che stava quasi sempre in silenzio era sir Charles, sembrava assorto nei suoi pensieri, ogni tanto alzava lo sguardo e fissava Lookmar, scuoteva la testa per poi rimmergersi nei suoi pensieri. Gli posi una domanda, ma mi rispose quasi sforzato e decisi di lasciarlo perdere. Ci stavamo avvicinando alle 23 quando costui si alzò ed esclamò a gran voce: “Tu sei pazzo Lookmar, pazzo totalmente! Se vuoi fare questa follia falla, ma ti prego non coinvolgerci!”. Lookmar lo guardò severamente senza rispondergli, come se si sentisse tradito da una persona a lui cara. Domandai di cosa si trattasse, l’egiziano sottovoce mi disse che il padrone di casa voleva parlare o meglio riportare in vita la defunta moglie tramite a una formula antica del suo popolo. “E’ una sciocchezza!” risposi. “Lei crede sir Lawrence? Sa quante cose voi europei non sapete dell’Antico Egitto? Ci sono così tanti misteri e mi creda sovente conviene non scoprirli”. “Mica crederà alle dicerie di maledizioni o simili? Suvvia siamo nel diciannovesimo secolo”. “I misteri non hanno età e io seppur sia convinto che molte cose della mia terra siano solo leggende c’è ne sono alcune che sono vere. Ho sconsigliato a Lookmar questa follia ma non ha voluto sentire ragione. Lei conosce il culto dei morti degli antichi egizi?” Risposi ben poco: “Ammetto che la cosa non mi ha mai affascinato”. L’egizio mi guardò come se fossi un bambino e mi domandò piuttosto se era la paura per il soprannaturale a non essermi mai interessato a queste cose. “Mi state dando del pauroso signor Nusbit?”. La mia voce era alquanto gelida. “Affatto e mi scuso con lei se sono stato scioccamente sgarbato, ma vede signor Lawrence, so per esperienza che molta gente al solo sentire parlare di queste cose reagisce mentendo, ma la verità è che hanno paura di ciò che non conoscono”. Un silenzio calò nella stanza, poi i coniugi si congedarono adducendo la stanchezza della giornata. Lookmar chiamò il domestico che li accompagnò alla porta. “Voi rimanete signori?”. “No!” rispose altisonante sir Charles. “Sei libero di fare quello che vuoi amico mio, la strada per uscire la conosci!”. “Ti prego, non commettere pazzie amico mio, in nome della nostra amicizia…”. Il padrone di casa non disse nulla e si rivolse a me domandandomi se volevo rimanere. “Certamente signor Lookmar” risposi, ero incuriosito da ciò che avrei visto. Nusbit disse: “Sarò io il tramite con gli dei, solo una persona di sangue puro egiziano può essere degno di eseguire la cerimonia”. Gli osservavo entrambi e dentro di me non sapevo decidermi chi poteva essere il più matto tra loro due. Uno credeva in queste leggende, l’altro, poveretto lo potevo capire aveva perso la moglie e con esso il senso della ragione. Avessi potuto sarei andato via pure io, ma avevo dato la mia parola e non solo per quello rimanevo, volevo vedere fin dove si spingeva lo scherzo di Nusbit. (Continua)
|
Inviato da: DoNnA.S
il 18/03/2025 alle 22:04
Inviato da: nomadi50
il 18/03/2025 alle 21:17
Inviato da: g1b9
il 18/03/2025 alle 10:42
Inviato da: paperino61to
il 18/03/2025 alle 08:46
Inviato da: paperino61to
il 18/03/2025 alle 08:45