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Messaggi del 11/03/2025
Post n°3295 pubblicato il 11 Marzo 2025 da paperino61to
Riassunto: Torino si prepara all’arrivo di Starace, gerarca fascista presidente del comitato olimpico per inaugurare il nuovo stadio dedicato al Duce. Il commissario Berardi presente alla riunione per la sicurezza viene chiamato da un collega perché è stato commesso un omicidio. La vittima si chiamava Elisa Moriandi, uccisa con una coltellata al cuore, accanto al cadavere una busta contenente un foglio disegnato una croce. Il marito viene subito scagionato, ha un alibi di ferro.
La novità del foglio interno mi lascia perplesso, Tirdi mi domanda cosa è successo, gli dico per filo e per segno il dialogo con la scientifica. Anche lui rimane basito:”Chi si prende la briga di mandare una busta con il disegno di una croce? E poi..”. “Se il francobollo non è timbrato significa una cosa sola, che la busta non è stata spedita”. “Appunto commissario!”. “Ma che senso ha tutto questo? Speriamo che Perino trovi altre informazioni sulla vittima, ora andiamo a casa, buona serata”. Passo a salutare mamma Gina, ultimamente mi ha visto poco, e come sempre è felice nel vedermi, mi domanda di Maria e di come sta. Uscendo mi fermo un attimo e osservo il monte dei Cappuccini con la sua chiesa, è uno spettacolo con la luna sopra di lei, poi attraverso la piazza e torno a casa. “Ciao Marco, bentornato come è andata la riunione con il questore?”. Ciao Maria, è durata poco, mi hanno chiamato per un delitto”. Lei mi guarda e cambia espressione, non si è ancora abituata al mio lavoro e a ciò che comporta. “Mio dio...mi spiace, la vittima chi è?”. “Una giovane donna, faceva la sarta in casa, il marito ha un alibi di ferro, nessuno ha visto niente, e come non bastasse abbiamo trovato accanto a lei una busta contenente un foglio con il disegno di una croce”. “Marco, ma non ha senso, se spedisci una lettera ci scrivi sopra qualcosa!”. “Purtroppo per qualcuno non è così, tra l’altro la busta ha il francobollo non timbrato dalle poste...credo che…”. “Che l’assassino abbia trovato questa scusante per avvicinare la vittima”. Il ragionamento di Maria conferma la mia ipotesi, confermata anche dal fatto che la porta di ingresso non è stata forzata, la donna ha aperto senza immaginare chi poteva trovarsi di fronte. “Ora ceniamo, e la tua giornata come è andata?”domando. Maria mi racconta di un battibecco tra due clienti nel negozio:”Entrambe volevano la stessa maglia, la signora ha faticato non poco a calmarle, le ha promesso che farà richiesta di altre maglie identiche a quella che era esposta in vetrina”. “Quindi, nessuna delle due l’ha comprata?”. “Esatto, la signora ha preferito non favorire nessuna delle due. Le clienti sono uscite piuttosto seccate” una risata conclude la frase. “Direi che la tua titolare ha agito da saggia anche se a volte si rischia di non vedere più i clienti o sbaglio?”. “Vero, ma a lei di queste persone importa poco...guarda che bella luna, sai che da piccola andavo con mio papà sul prato davanti a casa nostra e ci stendevano su una coperta per osservarla?”. “Se vuoi facciamo lo stesso, andiamo al Valentino e ci sediamo su una panchina”. “Dici sul serio? Non sei stanco?”.
L’aria della sera è frizzante, ma né io né Maria ci accorgiamo di questo, siamo persi nel guardare la meraviglia della luna, chissà se in un futuro qualcuno ci arriverà fin lassù, magari riuscirà anche camminarci su quel suolo. “Ciao Perino novità in merito alla donna uccisa?”. “Nulla di significante commissario, ho interrogato di nuovo i due condomini che erano in casa in quel momento ma hanno ripetuto le stesse cose, nessuno di loro ha sentito niente”. “La morte è stata istantanea come ha scritto Stresi sul referto. Quindi la vittima non ha avuto tempo di gridare. Accompagnami al Cavour voglio parlare con il preside dell’istituto”. Il liceo è in corso Tassoni a pochi passi da piazza Bernini, in zona Campidoglio. Il bidello ci accompagna all’ufficio del preside e ci dice di attendere. Dopo una decina di minuti veniamo accolti. “Buongiorno signori, cosa possa fare per voi?”. “Buongiorno preside, sono il commissario Berardi e lui è il mio collega Perino. Vorrei porle delle domande su una vostra ex allieva: Elisa Morandi ha frequentato questo liceo circa vent’anni addietro”. L’uomo mi guarda come se fossi pazzo poi risponde che è un lasso di tempo notevole:”Chiamo la segretaria e vediamo se può aiutarvi”. Ripeto la stessa richiesta a lei e mi chiede di seguirla:”Nell’archivio di sicuro ci sono i nomi delle allieve che hanno frequentato questo istituto”. Impiega qualche minuto per trovarlo, poi posa faldone di quell’annata, scorre le pagine:”Ecco qua il nome che cercate: Elisa Morandi”. “Perfetto, senta può farmi una cortesia, potrebbe farmi una fotocopia con i nomi delle sue compagne di classe?”. “Certo...ma scusi il motivo di questa richiesta?”. “La Morandi è stata uccisa e stiamo indagando sull’omicidio”. La donna non dice nulla ma in compenso il suo volto denota la sua incredulità e sgomento. Usciamo con la fotocopia in tasca, sono una decina le compagne della vittima, ora bisogna vedere se abitano ancora in città, oppure sono andate via, un lavoro non certo facile “Che facciamo commissario torniamo in ufficio?”. “Si, vediamo il da farsi per trovare le ex compagne, speriamo di riuscirci”. Appena rientrato mi chiama il questore per sapere come vanno le indagini, non tralascio nulla. “Faccia il possibile come ha sempre ha fatto in questi casi, ma soprattutto in fretta,il prefetto pretende la sua presenza a queste riunioni,ne ha fissata una la prossima settimana”. “Farò del mio meglio signor questore, credo che il prefetto dovrebbe sapere che è meglio un assassino in galera che a piede libero…”. “Lo sa Berardi, lo sa, ma il suo ruolo in questo momento è quello di garantire la sicurezza di Starace”.
Passano un paio di giorni e finalmente abbiamo gli indirizzi delle abitazioni delle ex compagne della Morandi. Solo una si è trasferita fuori regione e vive a Palermo, le altre sono rimaste sono in città. Ci dividiamo i compiti per andare a parlarle, ma non finisco la frase che squilla il telefono. Tirdi risponde con un “arriviamo”. “Che c’è?” domando piuttosto seccato. “Un’altra vittima…”. Un brivido sale lungo la schiena.. “Dobbiamo andare in via Rossini al numero cinque, la vittima è una donna!”. Questa volta il cadavere si trova vicino alle buche da lettere a poca distanza dal portone di ingresso. Noto che c’è la portineria e in cuor mio spero che abbiano visto o sentito qualcosa. “Buongiorno commissario, ci ha avvertito la portinaia”. “Fai chiamare il medico legale e la scientifica, dove si trova la portinaia?”. “E’ nel suo alloggio sotto shock, sarebbe meglio chiamare anche un medico per lei”. “D’accordo, fallo venire, con lei parlerò quando si sarà ripresa'”. Tirdi mi mostra una cosa:”Era vicina alla vittima”. Una busta, con tanto di francobollo non timbrato. “Aprila, sono sicuro che troviamo un foglio”. Non mi sbagliavo affatto, sul foglio un’altra croce disegnata. Domando chi è la donna uccisa. “Carlotta Aloi, di trentacinque anni, non sposata”. “Sentite i condomini se hanno sentito qualcosa o visto qualcuno”. “Commissario venga c’è questo signore che vuole parlarle”. “Buongiorno, sono Ercole Rovella, abito di fronte alla signorina Aloi. Io stavo rientrando dal mio giro quotidiano, ho un cagnolino e lo porto a fare i bisogni quando ho incrociato la signorina per le scale. Di solito si ferma per scambiare quattro chiacchiere ma stavolta mi dice:”Buongiorno signor Rovella, sono di corsa, mi hanno suonato al citofono, è il postino, mi ha detto che è urgente”. “Lei ha visto il postino?”. “No, io sono salito al mio alloggio...e anche quando sono rientrato dalla passeggiata non ho visto nessuno aggirarsi vicino al portone, potrebbe domandare alla portinaia, quella lì sa sempre tutto di tutti”. “Grazie signor Rovella, se le viene in mente qualcosa ci telefoni o venga in questura e chieda del commissario Berardi”. Nel frattempo arriva Stresi, mi guarda e scuotendo la testa mi dice:”Per fortuna tra pochi mesi me ne vado in pensione, se lei riesce a farmi stare tranquillo ci arrivo di sicuro!”. Rispondo che cercherò di fare il possibile per farlo arrivare. “A prima vista è lo stesso modus operandi dell’altra vittima, una sola coltellata diretta al cuore, morte istantanea, ma saprò essere più preciso dopo l’autopsia”. Uccisa dalla stessa mano, ma per quale motivo? Entro nella portineria, la signora sembra essersi ripresa. “Come sta signora? Se la sente di rispondere a qualche domanda?”. (Continua)
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Inviato da: paperino61to
il 22/04/2025 alle 07:50
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