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Messaggi del 20/03/2025
Post n°3301 pubblicato il 20 Marzo 2025 da paperino61to
Riassunto: Un altro delitto si aggiunge ai precedenti, quella di Antonella Marena, anche lei ex compagna delle altre due vittime. Il modus operandi dell’assassino è lo stesso, una coltellata precisa al cuore e accanto al cadavere un foglio con una croce disegnata. Berardi riesce a scoprire il nome della ragazza suicidatasi quando le vittime frequentavano il liceco Cavour: Adele Liverani. Unico parente ancora vivente è il fratello, reduce di guerra e immobilizzato sulla carrozzella. L’unica superstite del gruppo delle “streghe” è Lara Vicolungo e il commissario decide di andare a parlarle. Alla notizia della morte delle sue ex compagne, la donna ha un mancamento, ma non dice nulla in merito al suicidio della Liverani e di quel periodo. Berardi capisce che sta mentendo, contatta il marito della Vicolungo per vedere se lui riesce a farla parlare, ma è tutto inutile la donna si rifiuta. Il commissario decide di ritornare dall’ex preside del Cavour: Perletto, ma quest’ultimo è stato ucciso e accanto a lui il foglio con una croce disegnata.
Dalla sua bocca esce una flebile voce, faccio fatica a capire cosa mi vuol dire. “Le...torn…”. “Non capisco Perletto, cosa vuole dire? Coraggio resista!”. “Si...si...sta vendic...perdoni…”. Dopo questa frase il debole soffio di vita che aveva ancora lo lascia. Mi alzo e torno in casa, la domestica con lo sguardo capisce cosa sto per dirle e scoppia a piangere. “Un’altra vittima del nostro misterioso amico” esclama Tirdi. “Già, stesso modus operandi. Aspettiamo Stresi poi andiamo in giro a domandare a se qualcuno lo ha visto”. “Ciao Berardi, noto che i tuoi morti si sono elevati di classe sociale”. “Lo faccio per lei dottore, così quando andrà in pensione potrà dire di essere stato un medico legale per tutte le classi di questa nostra società”. “Mi faccia lavorare e lasci stare le sue battute. A prima vista stessa ferita mortale come le altre vittime, il vostro uomo sa come uccidere!”. “Quindi è un esperto in questo campo?”. “A mio modesto parere si, lo è. Dimostra molto familiarità con il corpo umano, è preciso nel colpire un organo come il cuore e sa come usare il coltello”. “Un medico? Un chirurgo?”. “Potrebbe, questo lo dovete scoprire voi, io ci vedrei bene anche un militare, loro sono addestrati ai combattimenti ed a uccidere”. Avevo pensato a queste due ipotesi, ma a chi delle due categorie appartiene l’assassino? “Tirdi, la vittima prima di morire seppur con voce flebile ha parlato, non ho capito tutte le parole, ma credo che il senso sia stato: qualcuno si sta vendicando e chiedo perdono; quest’ultima parola l’ha scandita per bene”. “Sul fatto che qualcuno si stia vendicando del gruppo delle streghe non ci sono più dubbi, ma lui cosa c’entrava in tutto questo?”. “Se ricordi ci hanno detto che lui in qualche modo cercava di coprirle, e che forse avrebbe avuto una tresca con una delle quattro liceali”. Torniamo in corso Casale e parcheggiamo l’auto, ci sono un paio di negozi prima che inizi la strada per Sassi, entriamo e domandiamo se hanno visto un postino aggirarsi da queste parti. “No commissario, qui il postino fino alle 11 non arriva, lo conosciamo da una vita, ma perché lo cercate?”. “Altre persone che giravano qui intorno ne avete viste?”. “Io no e te Marisa?”. La signora anziana, lentamente si alza dalla panca dove è seduta e mi dice: “Ho visto un uomo scendere a piedi ma non mi sembrava vestito da postino...ricordo solo che aveva uno zaino a spalle e indossava un cappello”. Quando rientriamo in ufficio trovo una persona che mi aspetta, è il tranviere con cui avevo parlato. “Commissario, mi scusi se la disturbo, ma mi è venuto in mente un particolare, non so se può esserle utile…”. “Dica pure”. “Ecco, mi sono ricordato che quel tizio che è sceso al Rondò aveva uno zaino con sé, anche il bigliettaio può confermarlo...uno zaino militare”. “E’ sicuro che fosse militare?”. “Si, ho fatto la guerra, ero in fanteria, purtroppo conosco bene quel tipo di zaino”. Ringrazio il tranviere per la collaborazione, ora le due descrizioni fatte da due persone diverse corrispondono. Chiamo il mio amico al giornale e lo aggiorno sulle indagini. “Brutta storia Marco, molto brutta, non so se esortare la donna a parlare. Se dovesse leggere l’articolo l’assassino, la sua vita varrebbe ancora meno, capisci cosa voglio dire?”. Lo capisco bene e concordo con lui:”Lascia perdere questa cosa allora, scrivi il normale articolo e io riprovo a parlare con lei”. Vado un attimo al bar per un caffè ne ho bisogno, ma più che altro per riordinare le idee. Sto per uscire dal locale quando vedo la segretaria del Cavour, la invito ad entrare. “Buongiorno commissario stavo venendo da lei”. “Buongiorno signora Pavan, posso offrirle qualcosa?”. “Grazie, accetto un caffè molto volentieri e mi chiami Edda per favore”. “Va bene Edda, ci sono novità?”. “Ho parlato di nuovo con l’unico bidello che è ancora in servizio e che c’era anche in quel periodo, ha raccontato che la Liverani ha avuto una relazione con Perletto, l’ex preside del liceo. Ho chiesto se ne era sicuro, ed ha ammesso di si”. “Ha qualche prova per avvalorare queste parole?”. “Dice di averli sorpresi in un’aula vuota, era andato per fare pulizia. Appena ha capito cosa stava succedendo ha richiuso la porta e se ne è andato”. Rifletto su questa cosa. “Ipotizziamo che qualcuno lo abbia saputo e avesse voluto ricattare la ragazza…”. “Fosse così’ potrebbe averla indotta al suicidio, altrimenti sarebbe scoppiato uno scandalo”. “Ma la ragazza non era di famiglia ricca, che ricatto ne avrebbe ricavato? E poi perché non ricattare Perletto?”. “Questo dovrebbe chiederlo a lui” risponde la Pavan Metto la donna al corrente della morte dell’ex preside. “Mio dio, ma chi è questo assassino? Ho paura commissario!”. “Stia tranquilla Edda, quest’uomo sta uccidendo determinate persone, quelle del gruppo delle streghe,ora c’è da capire cosa c’entrava Perletto con loro”. “Lo prenderete vero? Posso stare tranquilla?”. “Si signora si fidi di me, tutto parte da quel suicidio ne sono sicuro”. Usciamo dal bar e mi avvio verso l’auto, Perino è già pronto per farmi da autista.
“Andiamo dalla Vicolungo e vediamo se si decide a parlare”. Nel tragitto rifletto sull’ipotesi fatta da Stresi cioè che l’assassino potesse essere un medico, lo zainetto militare descritto dai testimoni però smentisce questa ipotesi; quindi è un militare, ma chi è? Un amico di infanzia? Un parente? L’unico militare anzi ex militare potrebbe essere il fratello ma è invalido. Perso nelle mie elucubrazioni arriviamo a destinazione, la signora nel vederci non fa certo i salti di gioia. “Ancora lei commissario!”. “Signora siamo qui per salvarle la vita, vuole capirlo? Possiamo entrare? Voglio metterla al corrente degli ultimi episodi”. Pur non convinta ci fa entrare. “Ditemi…”. “Abbiamo saputo che la Liverani ha avuto una relazione con Perletto, lei ne sa qualcosa?”. La donna risponde che non ricorda:”Potrebbe essere, il preside non era immune al fascino di noi ragazze”. “Quindi neanche al vostro gruppo immagino?”. “Non le permetto certe illazioni nei miei confronti e ora se ha finito avrei delle cose da fare!”. “No signora non ho finito, Perletto è stato ucciso”. Ricade sul divano, il volto è ancora più pallido. “Come è morto?...Chi…”. “Stesso metodo, una coltellata sola al cuore e accanto un foglio con una croce disegnata. La prego signora, mi aiuti a risolvere il mistero che lega queste morti a quella della Liverani?”. “Non..posso...non ricordo…”. “Signora, Perletto prima di morire ha sussurrato qualche frase, una di essa era che chiedeva perdono, lei sa per cosa?”. “No...io...io non lo so”. “Come fa a non capire che la sua vita è in pericolo? Oppure lo sa ma in qualche modo vuole espiare le sue colpe?”. Non risponde, si prende la testa tra le mani e inizia a piangere. “Come vuole lei, io avviserò suo marito e il mio superiore in merito alla sua reticenza a parlare, mi devo coprire le spalle, non voglio rimetterci la testa per la sua testardaggine, arrivederci!”. Usciamo dalla villa e Perino mi domanda cosa facciamo. “L’unica cosa che possiamo fare è chiamare Tirdi e fare i turni di guardia”. “Il questore sarà d’accordo?”. “Non glielo diciamo, in fondo noi siamo assegnati a questa indagine, magari chiama Mammoliti se può mettersi a disposizione, altrimenti facciamo noi”. Dall’ufficio chiamo il marito della donna e lo metto al corrente della discussione avuta con la moglie, riferisco anche che l’ex preside del Cavour è stato ucciso. “Mio dio, ma perché Lara si rifiuta di parlare? Perchè?”. “Non ho idea, sicuramente è coinvolta come le sue amiche nel suicidio della Liverani. In ogni caso io e i miei colleghi faremo a turno a sorvegliare la vostra villa”.
(Continua)
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il 22/04/2025 alle 07:50
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