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Messaggi del 10/01/2022

 

Il visitatore misterioso (2 capitolo)

Post n°2867 pubblicato il 10 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi passeggiando per le vie del centro nota un locale, il famoso Bicerin. Dedide di entrare ed è sopreso dall'ospitalità della proprietaria: Ida Cavalli. il quale la donna riesce a strappare una promessa al commissario di tornare una prossima volta con Maria. Nel rientro in ufficio incontra Tirdi e Perino, i quali sono andati da una anziana signora: Dora Cattaneo. La signora dice di essere oggetto di un visitatore misterioso che di notte entra nel suo alloggio senza rubare nulla. Verso la fine della giornata giunge una chiamata in ufficio, è stato ritrovato un corpo senza vita in un cortile di via Belfiore. Si tratta di Egidio Testa, noto ladro di appartamenti. 

 

 

“E tu Giannuzzi che hai da dirmi?”.

“Commissario l’unico testimone, se così si può chiamare, è un anziano che abita al piano terreno e ha la camera da letto che affaccia sul cortile. Si chiama Amerigo Cartena e vive con la moglie…”.

“Scusami un attimo, perché hai usato il termine <<se così si può chiamare>>?”.

“Perché secondo la moglie il marito non ha sentito nulla, ha riferito che gli capita sovente di sentire delle voci che non sono vere. Comunque secondo l’uomo, verso le tre di notte ha sentito un lamento provenire dal cortile e dei passi frettolosi. Ha aperto la finestra ma non ha visto nulla ed è tornato a dormire”.

“Tu che ne pensi? Secondo te può essersi inventato tutto?”.

“Se devo essere sincero no, e il fatto che abbiamo trovato un cadavere lo attesta, ma la moglie lo conosce meglio di me”.

“Di lei cosa sai dirmi?”.

“Si chiama Lena Vespini, sono sposati da più di cinquant’anni e hanno sempre vissuto in quella casa. Lei non ha sentito nulla e ammette di avere il sonno leggero, quindi si sarebbe accorta se vi fossero stati rumori di lotta nel cortile”.

Rifletto su questa cosa, per dare valore alle parole dell’anziano devo attendere il referto di Stresi, solo sapendo l’ora della morte si può dire se sono vere le parole dell’uomo.

“Nel frattempo Perino indaga sulla vita della vittima, e tu Tirdi guarda se ha parenti che vivono in città”.

“Vai pure Giannuzzi…anzi fai una cosa, prova a bazzicare la zona dove abitava la vittima, interroga i negozianti, specialmente i bar o le piole”.

“D’accordo, mi faccio portare in auto, la zona Bertola non è a due passi, a piedi impiegherei troppo tempo”.

Nel frattempo che i miei uomini sono usciti ad indagare vengo chiamato dal questore, assieme a lui c’è il podestà.

“Buongiorno Berardi si segga, l’ho fatta chiamare perché la devo mettere al corrente di una cosa…”.

“Prego mi dica”.

“Ho un amico a Roma, nel Ministero della guerra, sembrerebbe che il governo stia trattando la resa con gli alleati, ovviamente non vi è nulla di confermato”.

“Magari il suo amico si sbaglia”.

“Lei crede? Non sia ingenuo Berardi, entrambi sappiamo che la guerra è persa da tempo e sa quanto me che quando si spargono voci di questo tipo un fondo di verità c’è sempre. Sa cosa significa se fosse vero?”.

“Si! Agli occhi dei tedeschi saremmo considerati dei traditori e potrebbe esserci il rischio concreto che il nostro esercito debba decidere se stare con i nazisti o con gli alleati! Non solo, vi è l’alto rischio che il Re e tutto il governo venga catturato e spedito nei campi di concentramento con il benestare del Duce…d’altronde, dopo il trattamento a lui riservato mi stupirei se gli tendesse una mano”.

“Quindi noi come corpo di polizia che possiamo fare?”.

“Per ora nulla, proseguiamo con la nostra attività per garantire la giustizia e speriamo bene e mi tenga aggiornato sull’indagine di via Belfiore”.

Esco dal suo ufficio con l’impressione che la tempesta di sangue ci avvolgerà ancora di più.

Se al questore è giunta la voce di un probabile armistizio del Governo vuol dire che la cosa è imminente e le mie previsioni si stanno avverando. Il mio pensiero va a mamma Gina e al suo unico figlio. Da mesi cerco di sapere qualcosa di lui e di dove si trova, l’ultima volta sapevo che il suo reparto era dalle parti di El Alamein poi più nulla.

Per strada i volti della gente sono sempre più cupi, sembrano presagire cosa potrà accadere. Le notizie che arrivano dal fronte non sono buone per niente, nonostante il Duce e i suoi lacchè dicano il contrario mostrando filmati di gloriose vittorie. Gli alleati stanno risalendo con fatica la penisola ma alla fine arriveranno al Nord, e da certi confidenti so per certo che molte persone stanno considerando l’idea di unirsi in formazioni per combattere i fascisti.

“Che tu sia maledetto!” esclamo ad alta voce verso colui che ci ha portato in questa guerra assurda.

Una donna si volta e scuote la testa, sicuramente mi ha preso per matto.

Nel pomeriggio arriva il referto di Stresi, la vittima è stata uccisa tra le due e le quattro del mattino. Hanno usato un laccio per soffocarlo e poi una pugnalata, una sola all’altezza del cuore. Il medico esclude che sia stato ucciso nel luogo dove lo abbiamo ritrovato.

“Perfetto, ci mancava anche il trasporto del cadavere da un posto all’altro” e sbatto con violenza sulla scrivania il referto.

 Lo ammetto sono nervoso, e a farne le spese come sempre succede sono le persone che ti stanno accanto: Tirdi, Perino, i colleghi e la povera Maria.

A cena vado da mamma Gina, capisce dal vedermi che qualcosa mi assilla e prova a domandarmi. Non oso rispondergli la verità e le dico una bugia senza troppo successo.

“Marco, ti conosco da troppi anni per sapere quando menti, guarda che so benissimo che hai detto una bugia. Dimmi la verità, è vero che arriveranno gli alleati qui a Torino?”.

Il mio silenzio conferma il si, lei capisce che la cosa riguarderà suo figlio e non solo il suo.

“Mio Dio, e i tedeschi come la prenderanno?”.

“Non certo bene, spero solo che il Re e il governo prendano le giuste precauzioni, altrimenti non so cosa potrebbe succedere…ma tu stai tranquilla vedrai che tuo figlio saprà cavarsela di sicuro”.

“Come posso stare tranquilla? Non ho più notizie di Carlo da troppo tempo e manco tu riesci ad averne…povero figlio mio…spero solo che mi riporteranno le sue spoglie”.

Quella frase mi colpisce come un pugno allo stomaco, l’abbraccio senza dire nulla.

Maria mi aspetta alzata, vedo i suoi occhi lucidi, ha pianto.

“Ciao Maria, ti devo delle scuse, so che in questo periodo sono strano, nervoso, che ho perso il sorriso e la voglia di parlare…ho paura, tutto sta precipitando…tutto…”.

“Marco, non serve a nulla stare così, non puoi pensare di essere tu il salvatore del paese. Mi ha chiamato Perino, è preoccupato per te, mi ha confessato che non ti riconosce più”.

Povero amico mio, non mi sono accorto di nulla perso nei miei pensieri più cupi.

“Non so cosa fare, lo capisci? Mamma Gina piange per la sorte del figlio, non riesco a sapere se è vivo o morto, non ha una tomba su cui portare i fiori. Hai sentito della voce che gira per la città sulla resa agli alleati?”.

“Si Marco, e tutti pensiamo che sia una cosa buona…”.

“Lo sarebbe se non avessimo sul territorio i tedeschi, ti sei mai chiesta come reagirebbero?”.

“No!”.

“Ti assicuro che saremmo trattati alla stregua dei traditori, e sai cosa succede ai traditori?”.

 

 (Continua)

 

 

 

 
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