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Messaggi di Gennaio 2022

 

Il visitatore misterioso (10 capitolo)

Post n°2877 pubblicato il 24 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Le indagini che coinvolgono il commissario Berardi sono due: una ufficiale e riguarda la morte di un ladro di appartamenti, e che per ora non vi sono indizi ne testimoni che possano portare indicazioni di chi sia stato l'assassino. L'altra non ufficiale e riguarda, la signora Cattaneo, anziana signora. Il suo alloggio è fatto visita di un misterioso visitatore, entra ed esce a suo piacere non portando via nulla. Il commissario capisce che questa persona sta cercando qualcosa. Una notte però la donna viene aggredita alle spalle. Berardi intuisce che possa esservi un passaggio tra l'alloggio adiacente e quello della donna. La sua ipotesi viene confermata dal geometra che ha disegnato le piante dei due alloggi. Lo stupore di Berardi e del suo collega è grande quando scopre che la chiave  dell'alloggio attiguo in dotazione al portinaio non è quella originale e per entrare hanno bisogno di un fabbro. Berardi scopre la porta che unisce i due alloggi. Tornato in ufficio da ordine di indagare sul marito della vedova: Aldo Borrini e scopre che dei due soci: De Angelis e Cremonte, quest'ultimo si è suicidato per degli investimenti sbagliati. Inoltre Borrini e sua moglie hanno due nipoti sposate. Berardi decide di indagare anche sui mariti delle due nipoti. Siamo ai primi di settembre e Berardi e dentro di sè sente crescere l'angoscia per le sorti del paese, vive un dramma interiore su quello che potrà portare se le voci riportate dal questore diventino realtà, ovvero che il Re e il governo Badoglio decidano di arrenderi agli alleati, con le truppe tedesche presente sul suolo italico. 

 

 

 

 

Con Perino ritorno dalla signora Cattaneo e le domando se conosce come sono andate veramente le cose con il Cremonte. Rimane stupita dal sentire dire che suo marito aveva truffato un suo socio.

“Commissario a le nen possibil…assurdo, chi gli ha riferito questa stupidità?”.

“I nomi di Madia e Torrisi le dicono nulla?”.

La donna mi guarda in silenzio poi ammette che dal marito ha sentito qualche volta parlare di questo Madia, ma che lei non lo ha mai conosciuto.

“Signora suo marito le ha lasciato delle carte in merito all’affare dove Cremonte si è suicidato?”.

“Che io sappia no…ma lei mi sta dicendo che il mio aggressore è venuto per cercarle?”.

“Non lo escludo signora, per ora la lascio in compagnia di un nostro agente”.

In ufficio ordino che si convochi immediatamente sia Madia che Torrisi.

I due si presentano nel primo pomeriggio. Ambedue sono anziani e il primo viene accompagnato dal suo avvocato.

“Buongiorno signori e scusatemi se vi ho convocato, ma avevo urgente bisogno di parlarvi”.

“Di cosa mi si accusa commissario?” a parlare per primo è Madia.

Guardo l’uomo e rispondo:” Di cosa dovrei accusarla, me lo dica lei…”.

“Se mi ha convocato qui…un motivo ci sarà non trova?”.

“Signor Torrisi lei sapeva di avere un conto corrente dove sia il qui presente Madia e lo scomparso Borrini le hanno versato dei soldi?”.

Torrisi è nervoso, capisce a quali soldi mi riferisco e fa finta di non ricordarsi: “Sono passati tanti anni commissario”.

“Capisco, però è strano non ricordarsi che quei soldi erano legati ad una truffa ai danni del povero signor Cremonte! Socio del qui presente Madia”.

A quel nome il Madia si alza di scatto e ordina al suo avvocato di uscire con lui dal mio ufficio.

“Lei non va da nessuna parte fino a quando non finisco di porle le domande. Si segga e lei avvocato cerchi di calmare il suo assistito. Morte causata da una truffa dove sia il  Borrini che lei ne eravate gli artefici, inutile che neghi caro signore, ho le prove di quello che dico”.

Torrisi guarda in faccia Madia e poi esclama: “Sapevo che sarebbe finita male, ma voi nulla, volevate i soldi di quel povero diavolo e ora a distanza di anni ci troviamo nei guai…maledetto me che vi ho dato retta!”.

“Stai zitto stupido, non vedi che non nulla in mano, è un tranello di questo poliziotto!”.

“Ne è così sicuro caro Madia? E’ vero che non posso incriminarvi per un suicidio anche se istigato da voi, ma posso mandarvi a processo per truffa”.

“Falla finita Madia, sono anni che la mia coscienza si rimorde. Commissario mi creda non immaginavo che Cremonte si suicidasse, non avrei accettato di aprire un conto corrente per quei soldi sporchi di sangue”.

L’uomo è un fiume in piena, racconta tutto mentre Madia tenta in tutti i modi di bloccarlo. Pure il suo avvocato minaccia ritorsioni contro l’uomo e il sottoscritto.

“Tirdi hai finito di scrivere la deposizione del signore? Falla firmare e poi portala dal questore”.

“Bene signor Torrisi lei ha fatto la scelta giusta, non posso prometterle che non andrà a processo, ma se così fosse farò in modo di intercedere per lei. Mentre per il caro Madia le cose si mettono male, molto male. E spiego anche il perché…vede caro signore dei miei stivali, in giro c’è una persona che cerca un documento comprovante la sua complicità nella truffa del suicidio di Cremonte. Cosa crede farà quando finalmente avrà la prova certa che lei faceva parte di questa truffa? Vuole che glielo dica io o se lo fa dire dal suo avvocato?”.

Il volto di Madia passa dal rosso fuoco al bianco lenzuolo ed inizia a tremare: “Dovete proteggermi commissario, è vostro dovere, capisce, è vostro dovere!!”.

“Non si preoccupi di quale sia il mio dovere, piuttosto inizi a raccontare tutto ciò che sa, a partire dal ruolo di Borrini per arrivare al suo!”.

L’uomo capisce che non ha più scampo, è intimorito dal misterioso aggressore della Cattaneo. Ovviamente non ho fatto nessun cenno a cosa è accaduto in queste settimane alla povera donna e del mio sospetto di chi sia questo misterioso personaggio.

“Bene caro collega ora possiamo andare a casa, dobbiamo solo trovare quel documento ammesso che esista e che la donna non ci abbia mentito, anche se non credo ne sia capace”.

“Dice che il nostro amico farà una nuova visita alla Cattaneo?”.

“Non lo so, se è furbo lascerebbe calmare le acque.

Chiamo la Cattaneo chiedendogli di poterle parlare.

“Signora è fuori di ogni dubbio che quella persona cerca un documento e che questo si trovi in casa sua. Ora non credo che lei menta dicendo di non sapere nulla, ma se per caso fosse così ne va della sua incolumità lo capisce vero?”.

La donna non parla più, la sento singhiozzare poi mi dice di andare da lei immediatamente.

“Prego, signori entrate pure, la signora mi ha avvisato che venivate, seguitemi”.

La Cattaneo è seduta su una sedia, davanti a lei una tazzina di caffè, ha gli occhi lucidi.

“Commissario, mi creda non le ho mentito, non so cosa abbia fatto mio marito a Cremonte, mi sembra impossibile, era un uomo per bene. Lei ha parlato di un documento, venga le faccio vedere tutto quello che mi ha lasciato”.

La domestica la aiuta a posare sul tavolo un grosso faldone, i fogli all’interno sono alla rinfusa come se qualcuno gli avesse sfogliati.

“Ci ha pensato il nostro amico ha guardarlo”.

“Direi di sì Tirdi!”.

“Signora suo marito aveva un posto particolare dove metteva i documenti importanti?”.

“Mi faccia pensare…una volta lo vidi aprire e richiudere in fretta il pendolo, ero venuta a chiamarlo perché c’era un cliente che voleva parlare con lui, non mi chiesi il perché della sua agitazione quando mi vide, ma il suo volto era piuttosto contrariato nell’averlo visto vicino al pendolo”.

“Dove si trova questo pendolo?”.

“Non mi è mai piaciuto, mi dava fastidio il suonare delle ore e quando Aldo è mancato ho deciso di spostarlo. Non me la sentivo di buttarlo, è sul balconcino che dà sul cortile. Adele prendi la chiave e accompagna questi signori”.

La portina è situata sul pianerottolo dello stesso alloggio, Adele spiega che non viene mai aperta, salvo metterci della roba che la signora non ha il coraggio di disfarsene.

(Continua)

 
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Pentagramma Jazz e swing

Post n°2876 pubblicato il 22 Gennaio 2022 da paperino61to

Rieccoci a sabato, e come si suol dire, altro giro altra musica :-) Stasera le note sono sullo spartito del jazz/swing con Joscho Stephan feat. Marion Lenfant-Preus

...spero che gradiate. Buon Ascolto 

 

 

 

             

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

       

 

 

 
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Il visitatore misterioso (9 capitolo)

Post n°2875 pubblicato il 21 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi pur vivendo un dramma interiore per via delle sorti della guerra, è impegnato su due indagini, una ufficiale e l'altra informale.

La prima riguarda l'uccisione di un ladro di appartamenti, nessun testimone, niente di niente, solo una conoscenza della polizia, propriatario di una piola dice di avere visto la vittima in compagnia di un uomo.

Dal referto del dottor Stresi viene confermato che l'uomo è stato soffocato lontano dal ritrovamento e poi ucciso con una pugnalata. Sotto le scarpe sono state ritrovate tracce di fango e erba. Berardi propende che sia stato aggredito al pardo del Valentino non distante da via Belfiore. Dà ordine di indagare ad eventuali passaggi di auto, anche se visto l'ora del decesso sarà difficile.

La seconda indagine non ufficiale riguarda un'anziana signora, dove un misterioso visitatore entra di notte in casa della donna senza rubare nulla. . Il commissario assieme a Perino e Tirdi stila un orario di servizio notturno per la sicurezza della donna, non può rivolegersi al questore perchè prove certe non ne ha. La sorveglianza dura per una settimana, appena viene allentata il misterioso visitatore entra di nuovo in azione e stavolta aggredisce la donna. L'appartamento è sottosopra. Berardi nota che la porta di ingresso non è stata sforzata ed esclude che la Cattaneo abbia aperto al suo aggresore. Un'i ipotesi viene in mente al commissario: se gli alloggi attigui avessero un passaggio? Decide di andare dal geometra che ha disegnato la planimetria del'alloggio, e la sua ipotesi viene confermata: esiste una porta comunicante. A questo punto ci si domanda del perchè l'anziana signora non abbia detto nulla in merito. Lo stupore è maggiore quando il portinaio dello stabile consegna le chiavi dell'appartamento adiacente alla donna e non entrano nella toppa. Berardi intuisce che il misterioso visitatore ha scambiato le chiavi tenendosi l'originale. Purtroppo il portinaio non sa chi sia e si è fidato di lui. Un fabbro aiuta Berardi ad entrare nell'alloggio e trova la porta comunicante, dall'altra parte vi è un mobiletto, che lascia giusto lo spazio per passare a una persona di corporatura esile. La donna afferma che il marito non le ha mai parlato di questa porta comunicante e che l'alloggio a fianco ha desistito nel comprarlo e l'attuale proprietario non ha mai fatto cenno a questa cosa. 

 

 

 

L’indomani mattina rifletto sulle cose accadute il giorno prima, e mi convinco che devo scavare nel passato del marito della Cattaneo, magari farò un buco nell’acqua ma tentar non nuoce. Chiamo Giannuzzi e spiego cosa deve cercare: “Non tralasciare nulla, ogni minima cosa può essere importante al fine dell’indagine!”.

Purtroppo per il delitto siamo in alto mare, nessuna testimonianza a parte quella della persona che abita al pianterreno e che dice di aver sentito dei passi nel cortile dove poi è stata trovata la vittima.

Perino mi fa notare che Testa era un topo di appartamenti piuttosto bravo e famoso nel giro e pone la domanda: “E se qualcuno lo avesse ingaggiato per un lavoro? E se quel lavoro…”.

“Fosse stato entrare dalla Cattaneo…come ipotesi ci può stare, ma perché ammazzarlo?”.

“Magari perché ha fallito, visto che quella persona ha continuato a visitare l’alloggio della donna”.

“O forse perché si è rifiutato di andare oltre, ed essendo stato pagato il suo assassino ha deciso di fargliela pagare”.

“Oppure lo ha ricattato anche se ne dubito, conoscevo Testa da anni avendolo un paio di volte arrestato, però non mi sembrava il tipo di ricatti”.

“Tutte le ipotesi sono valide Perino, il guaio è capire quella giusta!”.

Nel pomeriggio Giannuzzi porta le informazioni richieste.

“Buongiorno commissario, ecco quello che lei mi ha detto di cercare. Il signor Aldo Borrini nato a Borgo San Dalmazzo il 15 agosto 1860 ha frequentato il liceo classico e poi ha studiato giurisprudenza a Cuneo. Si è trasferito a Torino nel 1890 ed ha lavorato per lo studio notarile di Chiarle e Briga per diversi anni. Nel 1894 apre un proprio studio assieme a Paolo Cremonte e Massimo DeAngelis fino a quando è stato chiamato alle armi per la guerra in Abissinia nel 1896. Al suo ritorno ha ripreso lo studio assieme ai suoi soci. Nel 1929 Cremonte si è suicidato, sembrerebbe per investimenti sbagliati, De Angelis traumatizzato da questa notizia abbandona lo studio lasciando il solo Borrini come titolare e muore nel 1938. Dimenticavo, non hanno figli ma due nipote: Clara e Fabiana, la mamma è la sorella della signora Cattaneo. Abitano una ad Asti e l’altra a Santena, entrambe sposate i loro mariti si chiamano; Francesco Gualco e Ambrogio Sovena. Il primo è impiegato in un’azienda tipografica e l’altro lavora in banca a Moncalieri.

Rifletto un attimo su questi dati e chiedo di fare un ulteriore ricerca sui due uomini.

“Se la misteriosa persona entra ed esce a piacere dalla casa della Cattaneo vuol dire che conosce bene entrambe le case, giusto Giannuzzi?”.

“Credo di sì commissario, visto che la donna continua a ripetere che non ha mai aperto a nessuno quando è sola”.

“Appunto, ma questo visitatore deve sapere anche che alla sera la donna è sola, e da chi può saperlo? Dalla domestica? Non credo, mi sembra una persona a modo. Dal portinaio? Troppo rischioso domandarlo a lui, i portinai sono come le comari di paese. Chi rimane a cui chiedere?”.

“Commissario, lei crede sia qualcuno della famiglia?”.

“Non lo so davvero, l’unica persona che conosce bene la Cattaneo è la proprietaria del Bicerin, ma non penso neanche di metterla tra gli sospettati”.

Perino torna dall’alloggio dell’anziana signora dicendo che è tutto normale:” Un collega mi ha dato il cambio e io stasera ritorno, per fortuna non starò più sul pianerottolo ma sarò dentro l’appartamento”.

“Strano che la Cattaneo ti faccia entrare visto che non mi sembra che tu gli stia simpatico”.

“E’ grazie alla domestica se non sto fuori, l’ha convinta che è meglio avere un poliziotto in casa”.

Riferisco cosa mi ha detto Giannuzzi.

“A questo punto non possiamo escludere nulla”.

Siamo ai primi di settembre, la vita scorre normale se così si può definire normalità, sempre con le orecchie attente ai suoni delle sirene anti aeree, il correre in fretta nei rifugi, gli occhi al cielo a vedere gli aerei nemici. Credo che la domanda di ognuno sia: quando finirà questa mattanza?

Cerco di pensare solo alle indagini ma faccio fatica, le poche notizie che filtrano attraverso la censura del governo, sono catastrofiche, il nostro esercito pur con tutta la buona volontà subisce perdite gravi.

Verso metà pomeriggio arriva Giannuzzi che mi riferisce cosa ha trovato sui due uomini.

Rimango a bocca aperta nel sapere le notizie che riguardano uno dei due.

 “Fammi ancora una ricerca…trova tutto quello che riguarda Cremonte, dall’investimento sbagliato al suo suicidio, so che non sarà facile, ma provaci”.

Se sull’indagine del misterioso aggressore della Cattaneo qualche passettino in avanti si è fatto, sulla morte di Testa siamo in alto mare.

Quando esco dall’ufficio decido di andare prendere Maria al negozio ed insieme ci rechiamo da Mamma Gina per la cena. Le facciamo sempre piacere quando andiamo a cenare da lei. Per fortuna non mi domanda nulla del figlio, anche perché non saprei cosa rispondere.

Rientriamo a casa nel silenzio più assoluto, nonostante la serata invogli a una passeggiata non si vede gente in giro tranne alcune pattuglie della milizia.

La notte è stellata e i miei ricordi vanno quando con mio padre andavamo sulla collina ad osservarle e mi spiegava le costellazioni. Rimanevo affascinato dalle sue parole e vorrei tanto poter tornare indietro nel tempo, ma purtroppo si può solo andare avanti.

Sulla scrivania trovo la ricerca fatta su Cremonte. L’uomo, su suggerimento di Borrini aveva investito una cifra consistetene in un affare che a prima vista sembrava sicuro.

Dalle carte sembra che il Borrini non abbia detto nulla a Cremonte dell’abbandono da parte sua nell’affare e soprattutto non glielo ha consigliato neppure a lui.

Giannuzzi è venuto anche a sapere che Borrini era in società con un certo Madia, l’uomo che ha consigliato di investire i soldi in un progetto che era già fallito in partenza.

Leggendo ciò che ha scoperto il collega, noto che era un piano ben architettato, Borrini ha solo fatto finta di mettere i soldi dalla società, stessa cosa il Madia. Quando il progetto è fallito, i soldi del Cremonte sono finiti in un conto intestato a una terza persona, un certo Michele Torrisi.

“Quindi il caro Borrini ha fatto la sceneggiata nel dire che lui aveva sconsigliato di non investire al suo socio Cremonte”.

“Da quello che ho scoperto si direbbe proprio così”.

 

 (Continua)

 

 
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Il visitatore misterioso (8 capitolo)

Post n°2874 pubblicato il 20 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi pur vivendo un dramma interiore per via delle sorti della guerra, è impegnato su due indagini, una ufficiale e l'altra informale.

La prima riguarda l'uccisione di un ladro di appartamenti, nessun testimone, niente di niente, neanche una vecchia conoscenza della polizia, ora proprietario di una locanda e amico della vittima sa nulla. Unica traccia nell'alloggio della vittima, una data(31 agosto) è cerchiata. Ipotesi probabile che Testa abbia avesse appuntamento con qualcuno.

Dal referto del dottor Stresi viene confermato che l'uomo è stato soffocato lontano dal ritrovamento e poi ucciso con una pugnalata. Sotto le scarpe sono state ritrovate tracce di fango e erba. Berardi propende che sia stato aggredito al pardo del Valentino non distante da via Belfiore. Dà ordine di indagare ad eventuali passaggi di auto, anche se visto l'ora del decesso sarà difficile.

La seconda riguarda un'anziana signora, dove un misterioso visitatore entra di notte in casa della donna senza rubare nulla. Dapprima era scettico ma dopo una visita all'appartamento e parlando con la proprietaria del Biceri amica della Cattaneo, intuisce che un fondo di verità esiste: l'anziana donna non mente. Il commissario assieme a Perino e Tirdi stila un orario di servizio notturno per la sicurezza della donna, non può rivolegersi al questore perchè prove certe non ne ha. La sorveglianza dura per una settimana, appena viene allentata il misterioso visitatore entra di nuovo in azione e stavolta aggredisce la donna. L'appartamento è sottosopra. Berardi nota che la porta di ingresso non è stata sforzata ed esclude che la Cattaneo abbia aperto al suo aggresore. Un'i ipotesi viene in mente al commissario: se gli alloggi attigui avessero un passaggio? Decide di andare dal geometra che ha disegnato la planimetria del'alloggio, e la sua ipotesi viene confermata: esiste una porta comunicante. A questo punto ci si domanda del perchè l'anziana signora non abbia detto nulla in merito. 

 

 

“Proviamo ad andare dal portiere, sicuramente ha le chiavi dell’alloggio di fianco”.

L’uomo prende le chiavi e ci accompagna.

La sorpresa è totale quando il portiere cerca di aprire la porta.

“Non capisco, eppure le chiavi sono queste…non capisco proprio”.

Stizzito prendo le chiavi in mano e provo, ma mi devo arrendere pure io.

“E’ sicuro che le chiavi siano queste? Non è che si è sbagliato…a volte capita”.

“Assolutamente ne sono sicuro. Guardi la targhetta è scritta di pugno dal proprietario…io non mi metto di sicuro a togliere la targhetta e a metterla ad un altro paio di chiavi…non avrebbe senso”.

In effetti non lo avrebbe: “Lei mi ha detto che il signor Basile lo voleva affittare o vendere…”.

“Si ma non vi è riuscito purtroppo nonostante un suo amico sia venuto a vederlo”.

“Lo ha fatto entrare assieme a lei immagino?”.

“Le ho dato le chiavi veramente, ho dovuto assentarmi e non l’ho seguito nell’alloggio…la signora dell’ultimo piano stava male ed ho dovuto chiamare l’ambulanza”.

“Mi faccia capire, lei ha consegnato le chiavi a quella persona e poi è corso a chiamare l’ambulanza, ho capito bene?”.

“Si commissario, io ho accompagno questa persona, ho aperto l’alloggio del signor Basile, poi mentre mi accingevo ad entrare con lui, sono stato chiamato da mia moglie che mi diceva di correre dalla signora Rico”.

“Quel signore si è soffermato molto nell’alloggio?”.

“Credo, ma non ne sono sicuro, sa in quegli attimi ero piuttosto preoccupato per la signora…credo almeno una mezz’oretta…sì al massimo poco più. Ne sono certo, perché l’ambulanza ha impiegato quel tempo per arrivare e portare all’ospedale la povera donna”.

Quindi l’uomo non ha fatto in tempo a fare un doppione delle chiavi, rimane solo un’ipotesi, ovvero che al portiere sia stato dato un altro mazzo di chiavi e lui si è tenuto l’originale dell’appartamento.

“Immagino che quando è andato via le abbia dato le chiavi”.

“Certamente!”.

“Da allora non è più venuto nessuno a domandare dell’appartamento, lei è ancora andato nell’alloggio di Basile?”.

“No, più nessuno e io che motivo avevo di andarci? L’ultima volta che sono andato è perché gli era arrivato un pacco e il signore mi aveva pregato di portarlo nell’appartamento e le chiavi non erano queste”.

“Capisco, quindi lei non poteva per forza di cose accorgersi che le chiavi non erano quelle giuste. Senta, saprebbe descrivere quel signore? Ci pensi bene perché è molto importante”.

“Oddio è passato parecchio tempo…era alto circa un metro e settanta, corporatura esile, portava un cappello e aveva un paio di occhiali da sole”.

“Aveva una cadenza particolare?”.

“Veramente ha detto poche parole, ma mi sembrava piemontese…anche se non era di certo quello che usiamo noi dalle parti della provincia granda”.

“La ringrazio, se le viene in mente qualcos’altro ci chiami pure, arrivederci”.

Torniamo dalla signora Cattaneo, la donna nel frattempo si è svegliata e seppur intontita si è alzata e ora è seduta sul divano.

“Commissario, ha visto che avevo ragione io?”.

“Si signora mai avuti dubbi, ma mi dica come si sente ora?”.

“Che caro ragazzo è lei, si preoccupa di una vecchia come me. Sto bene, sono di scorza dura mi creda”.

“Si ricorda cosa è successo?”.

“Ero nel corridoio e stavo andando verso la cucina quando ho sentito una botte forte in testa e sono caduta. Se vuole sapere se ho visto l’aggressore la risposta è no!”.

“Immagino quindi che non l’abbia visto arrivare?”.

“Commissario ma che domanda è questa? Certo che non l’ho visto arrivare!”.

“Senta le faccio un’ultima domanda, dalla planimetria del suo appartamento ho visto che c’è un porta che permette di entrare nell’alloggio a fianco, ma noi non l’abbiamo trovata”.

La donna mi guarda incuriosita poi risponde che non sa nulla di questa porta.

La guardo perplessa, lei si alza e mi fa segno di seguirla, chiama Adele che la sorregga. Ritorniamo nella stanza dove io e Tirdi abbiamo guardato, l’anziana donna si dirige in un punto: “Se lei sa dove si trova me la indichi per favore”.

L’unica soluzione è entrare nell’alloggio a fianco, chiamo Perino e gli dico di andare alla ricerca di un fabbro.

La Cattaneo mi fa mille domande, di cui non so darle risposte.

Il fabbro arriva e dopo una decina di minuti riesce ad aprire la porta.

“Tu Tirdi rimani qui in questa stanza, io entro nell’altro alloggio”.

 Accendo la luce e mi reco verso la camera adiacente dove si trova il collega.

Vedo una porticina, la apro e mi trovo davanti il mobiletto; c’è giusto uno spazio per passare e solo una persona di corporatura esile può farlo.Chiedo a Tirdi di darmi una mano a spostarlo per poter passare comodo. Tirdi assieme alle due donne mi guarda stupito.

“Ecco svelato il trucco cara signora”.

La donna non riesce a dire nulla, è incredula, si siede su una sedia e scuote la testa.

Adele mi guarda come fossi un mago e non proferisce parola.

“Commissario, ma come è possibile che la signora non sappia di questo passaggio?”.

La donna guarda Tirdi e risponde che non lo ha mai saputo: “Mio marito che riposi in pace, non mi ha mai detto nulla in merito e come vede con il mobiletto davanti non si vede nulla”.

“Non è che suo marito avesse avuto intenzione di comprare anche l’altro alloggio in questo modo si spiegherebbe la porta”.

“Si quando eravamo giovani volevamo comprarlo, il geometra ci aveva fatto i progetti e i lavori erano iniziati, poi arrivò la guerra, quella in Crimea, Gidio fu chiamato al fronte e tutti i lavori si fermarono. Quando ritornò dovette ricominciare da capo il lavoro nello studio notarile e l’idea di avere due alloggi comunicanti fu abbandonata”.

“Il signor Basile sapeva di questo passaggio?”.

“Non credo proprio, non ne ha mai fatto cenno quando viveva qui…ora all’estero, non so dove”. Prima di uscire dalla Cattaneo, rimettiamo a posto il mobiletto per non insospettire il visitatore misterioso.

Torno a casa con il bicchiere mezzo pieno ma non ero soddisfatto per nulla. Chi era l’aggressore della Cattaneo e perché visitava il suo alloggio, per cercare cosa? 

(Continua)

 
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Il visitatore misterioso (7 capitolo)

Post n°2873 pubblicato il 18 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi pur vivendo un dramma interiore per via delle sorti della guerra, è impegnato su due indagini, una ufficiale e l'altra informale.

La prima riguarda l'uccisione di un ladro di appartamenti, nessun testimone, niente di niente, neanche una vecchia conoscenza della polizia, ora proprietario di una locanda e amico della vittima sa nulla. Unica traccia nell'alloggio della vittima, una data(31 agosto) è cerchiata. Ipotesi probabile che Testa abbia avesse appuntamento con qualcuno.

Dal referto del dottor Stresi viene confermato che l'uomo è stato soffocato lontano dal ritrovamento e poi ucciso con una pugnalata. Sotto le scarpe sono state ritrovate tracce di fango e erba. Berardi propende che sia stato aggredito al pardo del Valentino non distante da via Belfiore. Dà ordine di indagare ad eventuali passaggi di auto, anche se visto l'ora del decesso sarà difficile.

La seconda riguarda un'anziana signora, dove un misterioso visitatore entra di notte in casa della donna senza rubare nulla. Dapprima era scettico ma dopo una visita all'appartamento e parlando con la proprietaria del Biceri amica della Cattaneo, intuisce che un fondo di verità esiste: l'anziana donna non mente. Il commissario assieme a Perino e Tirdi stila un orario di servizio notturno per la sicurezza della donna, non può rivolegersi al questore perchè prove certe non ne ha.

 

 

Il primo turno di sorveglianza spetta a Tirdi, a seguire Perino e per ultimo tocca a me. La sorveglianza dura almeno una settimana prima che decida di sospenderla.

“Ragazzi, ieri è stata l’ultima notte passata su quel dannato pianerottolo. Non possiamo andare all’infinito e fino adesso non è succ…”.

Non finisco la frase che squilla il telefono, è Adele la domestica della Cattaneo che sta piangendo a dirotto e chiede di andare subito nell’alloggio.

“Venite, è successo qualcosa alla signora!”.

La domestica ci fa entrare, è di un pallore mortale, capisco che ha avuto uno spavento non da poco.

“Venite commissario, mi spiace avervi disturbato…mio Dio…povera signora”.

“Si segga e mi dica cosa è successo? Tirdi prendi un bicchiere d’acqua”.

“Stamattina, quando sono arrivato ho trovato la porta aperta. Mi sono stupita visto che la signora Cattaneo non la lascia mai aperta anzi è sempre chiusa dall’interno, l’ho chiamata a gran voce, ma non mi rispondeva…allora sono entrata e l’ho trovata sul pavimento”.

“Cosa ha fatto?”.

“Sono uscita sul pianerottolo e mi sono messa a gridare, sono arrivati due condomini e hanno chiamato il medico. E io ho chiamato voi”.

“Il medico è ancora qui?”.

“Si e ancora con la signora, ma non mi ha detto nulla”.

“Ora si calmi, mi dica solo i nomo dei condomini che l’hanno aiutata”.

Perino prende nota dei nomi compreso quello del portiere e va a interrogarli, mentre io e Tirdi facciamo un giro per l’alloggio aspettando che il medico ci comunichi qualcosa.

“Commissario guardi il nostro visitatore stavolta non è stato discreto, qui è tutto all’aria!”.

 Numerosi libri sono rovesciati per terra e i cassetti della libreria aperti.

Mi domando cosa diavolo stia cercando il misterioso ladro e perché ha cambiato tattica correndo il rischio di farsi riconoscere.

“Buongiorno, voi siete?”.

“Buongiorno sono il commissario Berardi e lui è il mio aiutante Tirdi, lei è il medico della signora vero? Come sta?”. 

“Per fortuna nulla di grave, ha subito una lieve commozione cerebrale, una botta inferta da un oggetto duro, è svenuta all’istante”.

“E’ stata colpita alle spalle quindi?”.

“Si, nessun dubbio”.

Osservo la porta d’ingresso che non è stata manomessa, quindi la signora ha fatto entrare l’aggressore oppure quest’ultimo ha la chiave. Eppure qualcosa non mi torna, è una sensazione ma sovente questa mia sensazione mi aiuta.

Solo ora mi accorgo di quanto sia grande l’alloggio, mi viene in mente un’idea per quanto folle possa essere: e se vi fosse un altro ingresso? Chiamo Adele.

“Senta, lei sa se in questo alloggio c’è un altro ingresso?”.

Mi guarda stupita e risponde di no, che lei sappia non vi sono altri ingressi.

“Lo saprei, oramai sono sei anni che lavoro per la signora”.

Un buco nell’acqua come si usa dire, però…però non abbandono questa folle idea. Domando se la signora in casa tiene una planimetria dell’alloggio.

“Non credo commissario, se vuole però le faccio avere il nome del geometra che ha costruito l’alloggio. È un vecchio amico del marito della signora.”.

Si chiama Edmondo Parisi, ha lo studio in Piazza Carignano. Con Tirdi mi reco nello studio del geometra.

“Buongiorno, vorremmo parlare con il signor Parisi, siamo della polizia!”.

L’impiegata ci guarda spaventata.

“Tranquilla signora, vorremmo solo avere delle informazioni riguardo l’alloggio della signora Cattaneo”.

“Prego seguitemi, vi faccio accomodare nello studio”.

Dopo una decina di minuti entra un giovanotto sulla trentina.

“Buongiorno signori, mi presento sono Claudio Parisi, devo scusarmi ma mio padre in questo momento non è presente, in cosa posso aiutarvi?”.

“Buongiorno sono il commissario Berardi, avrei bisogno di vedere la planimetria dell’alloggio della signora Cattaneo vedova Borrini”.

“Un po’ insolita come domanda, posso chiederle se è successo qualcosa alla signora? Lei e suo marito erano molto amici di mio papà”.

“Stiamo indagando su alcuni episodi che sono successi alla signora. Allora questo planimetria?”.

“Mi scusi, vado a prenderla e arrivo”.

L’uomo ritorna con un cartella, tira fuori la planimetria e la srotola sul tavolo.

“Eccola qua, mi domandi pure…”.

“Vorrei sapere se vi è un altro ingresso oltre quello ufficiale”.

Il giovane mi guarda stupito, poi rivolge lo sguardo alla pianta della casa, fa scorrere il dito e indica un punto.

“Qui! Vede commissario, qui vi è un altro ingresso, strano che non l’avete visto”.

“Potrebbe essere stato nascosto da un mobile o murato”.

“Potrebbe, l’alloggio ha più di trent’anni da quando mio padre l’ha progettato. Sicuramente i coniugi Borrini potrebbero aver fatto delle variazioni”.

 “Commissario, ma come le è venuto in mente l’idea di un altro ingresso?”.

“Sensazione Tirdi, il misterioso visitatore o ha le chiavi dell’appartamento oppure la porta gli viene aperta dalla stessa signora, cosa che non prendo manco in considerazione”.

“Per forza di cose quindi rimane un ingresso nascosto, ma è strano che la Cattaneo non ne abbia parlato”.

“Magari si è dimenticata di questo ingresso, oppure non ha ritenuto importante farlo notare”.

“Credo di più la prima ipotesi, non avrebbe avuto senso non dirlo ne andava a scapito della sua incolumità”.

Ritorniamo nell’alloggio, la signora dorme grazie all’iniezione di calmante fatta dal medico e ci dirigiamo verso il punto indicato dal geometra.

“Commissario io non vedo nulla, tranne quel mobiletto, ma non credo che il visitatore della signora si metta a spostarlo ogni volta!”.

“Concordo con te, forza, proviamo a tastare la parete, tu incomincia da quella parte io provo dall’altra”.

Nonostante i nostri sforzi non troviamo nulla, ripetiamo l’operazione un paio di volte e sempre più accuratamente ma di quell’ingresso neanche a parlarne.

(Continua)

 
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