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Messaggi di Maggio 2023
Post n°3067 pubblicato il 19 Maggio 2023 da paperino61to
Riassunto: Dimesso dall'ospedale il commissario Berardi seppur con una menomazione non da poco: la cecità, cerca di essere di aiuto ai colleghi Perino e Tirdi in una loro indagine. Sotto un ponte è stato ritrovato un cadavere senza documenti e con il volto sfigurato, unica cosa che potrebbe essere utile al riconoscimento del corpo è un tatuaggio con la parola Adua. Si fanno varie ipotesi che vanno dalla malavita alle milizie fasciste. Solo per un caso il commissario sente uno strillone urlare: "Ricordiamo i valorosi di Adua", per Berardi è un attimo collegare il significato di quel tatuaggio, è chiede aiuto a Farinacci.
Passa una mezz’oretta dalla mia telefonata quando uno squillo ci distrae dalle nostre chiacchere sull’ipotesi del delitto. “Gli passo subito il commissario...”. “Buongiorno signor ministro, diciamo che me la cavo…ho una visita specialistica nelle prossime settimane… un illuminare nel campo della vista. Ho bisogno di un favore: i miei uomini stanno indagando su un delitto, la vittima ha un tatuaggio: Adua”. “Berardi, lei pensa sia un soldato impegnato in quella battaglia?”. “Lo credo plausibile, come credo che abbia riconosciuto qualcuno o visto qualcosa che non doveva”. Evito di raccontargli del disperato grido di aiuto quando ero ricoverato nella stanza dell’ospedale. “Emanerò un ordine chiedendo che collaborino con lei e i suoi uomini. Se ha bisogno di altro non si faccia problemi a domandare, entrambi vogliamo che gli assassini e i delinquenti stiano dietro le sbarre. Arrivederci Berardi e mi faccia sapere della visita”. “Perfetto ragazzi, vi arriverà una copia che vi autorizzerà ad avere le liste e porre tutte le domande che volete ai papaveri dell’esercito”. Solo ora mi accorgo che stando a casa e soprattutto nelle mie condizioni il tempo non passa mai. La signora Desio cerca di non farmi pesare la mia disabilità e gliene sono grato ma purtroppo la realtà è questa almeno per ora. “Marco, quando hai la visita dallo specialista? Mi prendo delle ore per accompagnarti”. “Cara Maria, non è il caso, magari la signora ha bisogno di te in negozio”. “Scherzi? Mi ha già detto che se non vengo con te mi licenzia seduta stante, sai quanto ti è affezionata?”. Sorrido, proprio vero che se fai del bene né ricevi altrettanto, poi so bene che discutere con una donna è tempo perso, se si mettono in testa una cosa la fanno. “Venerdì pomeriggio alle quindici se non ricordo male”. “Hai paura?”. Rifletto un attimo, vorrei mentire ma non ci riesco, anche un commissario di polizia ha le sue debolezze. “Si Maria, molta…e se rimanessi…”. “Non accadrà ne sono sicura, il medico ha detto che ci vuole tempo e pazienza, non credo che abbia detto una bugia”. “Questo no, ma se si sbagliasse? I medici non sono infallibili”. “Sicuramente, ma se ti fa visitare da uno specialista è perché crede nella sua diagnosi. Ti va di uscire? E’ una bella giornata…”. Il sole scalda il mio volto e mi piace sentire il vociare della gente. Ogni tanto qualche persona che conosco mi ferma per domandarmi cosa mi sia successo. La risposta è vaga, non voglio farmi compatire, per fortuna Maria non dice nulla in merito, anzi cerca di sviare il discorso. “Sento poche voci qui al parco, presumo che vi sia poca gente”. “Si, Marco, non c’è tanta gente in giro. Meglio così no, è tutto per noi il Valentino”. “Inguaribile romantica”. Sentiamo il rintocco delle campane della Gran Madre, è ora di cena Maria propone di andare da mamma Gina. “Perché no? Almeno andrò a dormire con lo stomaco pieno di buon cibo”. “Se la metti così intendi dire che io cucino male? Bravo il mio futuro maritino…aspetta che ti sistemo io” a questa battuta ride come una ragazzina. “Per la carità, scherzavo, chiedo venia e faccio il mea culpa futura mogliettina”. Come sempre mamma Gina ci accoglie a braccia aperte; quello che mi fa felice è che non mi domanda come sto, sa bene che patisco a sentire questa domanda. Verso metà mattinata viene Perino con delle novità. “Commissario, ieri sera con Giazzi siamo in questura per eventuali telefonate da parte dei vertici dell’esercito. Il suo amico ci ha dato una grossa mano visto che costoro sono sempre restii a parlare”. “Vieni al sodo Perino!”. “Scusi commissario, mi sono dilungato per dirle che ho una lista degli uomini sopravvissuti ad Adua e Tirdi a breve avrà quella dei dispersi”. “Perfetto, notato qualcosa?”. “Si! Abbiamo quattro persone piemontesi sopravvissute, e ben due sono nate a Torino. Ora ho dato ordine ad un paio di agenti di controllare dove abitano questi signori”. “Bene, molto bene. Digli a Tirdi di venire a trovarmi appena ha la…” non finisco la frase che il campanello di casa suona. La signora Desio va ad aprire:” Prego entri pure, c’è anche un suo collega”. Capisco che è arrivato Tirdi, dopo i saluti e la frase di rito del come mi sento, entriamo nel merito del perché anche lui è venuto a trovarmi. “Ho la lista dei dispersi, compresa quella dei morti. La cosa strana è che due di questi hanno avuto il volto sfigurato”. Rifletto un attimo e poi domando se non trovano strano che solo due abbiamo subito questo scempio. “Magari chi lo ha effettuato era in preda ad una furia, ad un odio verso noi italiani”. “I nomi di questi dispersi ovviamente si sanno?”. “Si commissario, solo uno è di Torino”. “Avete anche i gradi con cui erano aggregati a quel battaglione?”. “Risposta affermativa, la prevalenza sono soldati semplici, un paio sergenti, un capitano, due sottotenenti e un tenente”. Tirdi scorre la lista: “Il tenente si chiama Basile Vettini ed è di Leinì”. “Presumo che questi poveri diavoli fossero tutti giovani”. “Si commissario, l’età media è sui venticinque anni”. “Perino appena sai di quelle persone che sono tornate in Piemonte fammelo sapere e tu Tirdi prova a sentire se vi sono famigliari di questo tenente”. “Lei crede che…”. “No Perino io non credo, cerco solo di fare delle ipotesi…”. “Ipotesi che uno dei dispersi non sia morto ad Adua, ma è ritornato in Italia sotto mentite spoglie e che, riconosciuto dalla vittima, è stato costretto ad ucciderla”. “Come ho detto è solo un ipotesi, anche se non ne sono molto convinto, ma chi lo sa? Al punto in cui siamo è meglio considerare tutto”. (Continua)
Post n°3066 pubblicato il 16 Maggio 2023 da paperino61to
Riassunto: Il commissario Berardi è rimasto ferito gravemente ad un conflitto a fuoco. La sua degenza all'ospedale è stata lunga. Finalmente viene dimesso, ma non è fuori dalla guarigione il rischio che rimanga cieco è concreto nonostante il parere del medico. Berardi è attanagliato dalla paura e dal fatto che se così fosse sarà sulle spalle di Maria il proseguo della loro vita. Durante un colloquio in ospedale con Perino viene a sapere che è stato ritrovato un corpo senza vita, la vittima non aveva documenti addosso, inoltre il volto è deturpato a tal punto che non lo si identifichi. Il commissario ha come un presentimento, alcune sere prima una persona era entrata nella sua stanza di ospedale a chiedere aiuto per poi scomparire dopo alcuni minuti. Pensava che fosse un sogno ma ora non lo crede più.inoltre sbrogliando la valigia viene trovato un foglio con su scritto: "l'uomo ritrovato è stato ucciso".
Perino arriva di gran corsa domandomi cosa sia successo. “Tranquillo amico mio sto bene, la signora ha trovato questo biglietto, era dentro la borsa che avevo all’ospedale”. Dopo averlo letto: “Potrebbe essere uno scherzo”. “Nei sei convinto?”. “No commissario, non credo, ho solo considerato questa possibilità”. “A chi si riferisce con la frase è stato ucciso un uomo”. “Chi lo sa…a meno che…a meno che non si tratti dello sconosciuto ritrovato una settimana fa e di cui non sappiamo ancora nulla”. “Potrebbe essere, non hai novità in merito a questo tizio?”. “Niente di niente, il suo amico redattore ha scritto un paio di righe sull’accaduto dove si prega di avvisare la polizia se qualcuno avesse notizie di persone scomparse”. Rifletto su dove è stato ritrovato il corpo, alle spalle dell’ospedale dov’ero ricoverato. “Se questa persona fosse la stessa che mi ha domandato aiuto? Pensaci bene Perino, non sarebbe campata in aria questa ipotesi”. “A questo punto non lo sarebbe, visto che anche dal referto del medico legale si da adito a sospetti”. “La vittima non ha proprio nulla che possa aiutarci ad individuarlo?”. “Mi faccia pensare…sul corpo ha un paio di cicatrici. Il dottore ha detto che una può essere stata inferta da un oggetto appuntito, tipo coltello o spada. Le altre due sono state fatte da pallottole, da un fucile…posso fare una chiamata al medico legale?”. “Commissario, mi sembrava di ricordare che aveva inciso sulla pelle un nome, Stresi me lo ha confermato”. “Un tatuaggio intendi dire?”. “Si! Il nome inciso è Adua”. Rimango perplesso, sembrerebbe un nome di donna, anzi lo è di sicuro, quello che non riesco a ipotizzare sono le ferite. “Il nostro uomo quindi è stato ferito, ma non è morto. Ora concentriamoci sul perché un uomo può essere stato vittima di un attentato”. “Finito in un giro malavitoso oppure un marito geloso, possono essere tanti i motivi commissario per cui quell’uomo ha queste ferite”. “Sul giro malavitoso credo poco e sai perché? Di solito quella è gente che non sbaglia, porta sempre a compito l’assassinio e di sicuro non buttando la vittima da un ponte. Sulla tresca può essere, ma un marito che fa? Si prende la briga di usare un coltello e poi di sparargli con un fucile?”. “E se il nostro amico fosse finito in mano ai…?”. “Non si può escludere del tutto, ma anche qui non credo, perché prendersi la briga di buttarlo dal ponte? Sappiamo che i nostri amici miliziani se decidono di farti sparire lo fanno per bene”. Perino torna in ufficio con le idee ancora più confuse di prima e non posso dargli torto. La signora Desio mi accudisce come fossi suo figlio, è una brava donna. Io a poco a poco mi sto abituando alla mia invalidità, devo per forza abituarmi, di fronte a Maria e ai miei amici faccio finta di essere ottimista, ma dentro di me non lo sono per nulla. Le giornate passano lente, esco di tanto in tanto accompagnato sempre dalla Desio e quando Maria è libera dal lavoro da lei. Anche se siamo solo a fine febbraio il sole è caldo ed è piacevole uscire. “Che dici Marco, andiamo a trovare mamma Gina?”. “Perché no? Mi farebbe piacere vede…sentire la sua voce”. Attraversiamo la piazza e ci rechiamo alla locanda di mamma Gina, la quale appena ci vede entrare, esce dalla cucina mettendosi a gridare dalla gioia nel vederci. “Venite ragazzi, ho un tavolo libero. Ecco, così commissario si segga l’aiuto io, bravissimo. Allora cosa posso offrirvi?”. “Che dici Maria se ci prendiamo il dolce della casa?”. “Oggi abbiamo il bonet, vi porto doppia razione a testa”. Gustiamo il dolce in silenzio, il suo sapore e il suo gusto lo esige. Mamma Gina si è superata con questa prelibatezza. “Allora commissario come va?”. “Facciamo andare, la prossima settimana ho una visita da uno specialista…”. “Vedrà che andrà bene, Dio veglia su di lei. Io ogni sera prego per questo giovanotto”. Maria ringrazia e ammette che anche lei prega.
Usciamo dal locale e lentamente torniamo a casa. Uno strillone urla: “Ricordiamo i valorosi di Adua”. Quella frase mi blocca di colpo, chiedo a Maria di andare a comprare il giornale. “Ho finito Marco, ma posso domandarti perché hai voluto che leggessi questo articolo?”. Gli racconto i fatti elencati da Perino. “Perché ho capito cosa voglia dire quel tatuaggio su quella persona ritrovata sotto il ponte Balbis”. “Perino mi aveva accennato a un tatuaggio con un nome: Adua. Abbiamo pensato a una donna e invece sbagliavamo”. “Ma perché ti interessa così tanto questa indagine? Non dovresti stare a riposo?”. “Lo so Maria, ma ricordi di quella persona che venne a trovarmi di notte chiedendo il mio aiuto? Sono convinto che sia la stessa persona ritrovata morta”. “Quindi non avevi sognato?”. “No! Il fatto che il morto non aveva documenti con sé, è come se fosse invisibile”. “Però se c’entra con i soldati a Adua, dovrebbe avere un nome non trovi?”. “Si, ma il problema è come risalire a questo nome, il volto è stato sfigurato per non farlo riconoscere, quindi non possiamo manco avvalerci di una fotografia”. “Sono sicura che ci riuscirete, sei o non sei il commissario Berardi? Dai forza ora andiamo a letto, devi riposarti…testone…riposarti e non fare indagini”. L’indomani convoco a casa Tirdi e Perino e spiego loro la mia ipotesi. “Se così fosse avrebbe un senso, ma perché ucciderlo?” mi domanda Tirdi “Forse ha riconosciuto qualcuno del battaglione…” risponde Perino. “Intendi dire un disertore?”. “Potrebbe essere, è l’unica spiegazione plausibile”. “Non hai torto Perino, al momento è quella più logica. Fate una cosa domandate una lista dei sopravvissuti ad Adua…chissà che non siamo fortunati e salti fuori qualcosa…se riuscite fatevi dare anche i nomi dei caduti e dei dispersi”. “Commissario lo sa anche lei che non sarà facile i vertici militari non divulgano facilmente le liste”. “Dammi il telefono, faccio una chiamata a chi di dovere”. (Continua)
Post n°3065 pubblicato il 15 Maggio 2023 da paperino61to
Per fortuna ieri non ha piovuto, si è sfogato per bene la sera prima ed è andata avanti per tutta la notte. Dico per fortuna visto che avevamo il battesimo di Matteo. Il piccolo puffo è stato bravissimo sia in chiesa che nella festa voluta dopo dai genitori. Non si è lamentato per nulla anzi, sembrava che manco fosse presente. Se era sveglio guardava con i suoi occhi chiari e se non era sveglio dormiva alla grande, infischiandosene del vociare dei presenti. Festa con i parenti, dalla parte mia i due cugini( quelli che vedo solo in determinate occasioni funerali compresi) dalla parte della moglie la cugina con il marito e le figlie con annessi mariti ei figli, tutto il resto dalla parte del marito di mia figlia. Chi ci ha guadagnato anche nei regali è stato Francesco oltre che il fratellino: pista di automobile, pupazzo di Zurg, un gormita, una costruzione dei Lego...insomma credo non si possa lamentare. La torta oltre che bella era anche buona, per avere conferma di ciò che dico ho dovuto fare il bis :-) Alle 20 eravamo sulla via di casa contenti che tutto sia andato bene. Buon inizio settimana a tutti
Post n°3064 pubblicato il 13 Maggio 2023 da paperino61to
Buon sabato a tutti, riapre i battetti il rockcafè con un gruppo che andava "forte" negli anni 70' ecco a voi : Gli Average White Band sono un gruppo musicale funk della Scozia, formatosi negli anni 70' a Dundee.
Si fanno conoscere dal grande pubblico suonando a spalla di E. Clapton al Raimbow Theatre di Londra nel 1973 . Il genere musicale che li rappresenta va dal soul al funk alla disco.
Post n°3063 pubblicato il 12 Maggio 2023 da paperino61to
Riassunto: Berardi è convalescente all'ospedale dopo uno scontro a fuoco, lentamente si sta riprendendo dalle ferite, il problema grave rimane la cecità. Il medico curante ha chiesto aiuto a uno specialista di Marsiglia. Durante la sua convalescenza, una notte entra nella stanza del commissario una persona che chiede aiuto per poi scappare via immediatamente. Berardi racconta il fatto a Perino, il quale sostiene che potrebbe aver sognato visto che nella stanza è l'unico paziente, anche se sull'avambraccio del commissario vi sono dei lividi, come se qualcuno lo avesse stretto con forza. Tirdi racconta che è stato trovato un uomo sotto un ponte non distante dall'ospedale, Berardi intuisce che possa essere l'uomo che gli aveva chiesto aiuto, mentre i sensi di colpa attanagliano sempre più il commissario che immagina le fatiche a cui sottoporrà Maria.
L’indomani mattina la visita del medico porta una buona notizia: “Signor Berardi domani potrà lasciare l’ospedale”. Questa frase mi coglie di sorpresa e il medico aggiunge:” Abbiamo già avvertito la sua signora e i suoi colleghi”. “Grazie dottore…”. “Ovviamente è inutile che le ricordi che deve stare assolutamente a riposo, e soprattutto di non disperarsi, lei tornerà a vedere di nuovo. A tal proposito, la prossima settimana le ho prenotato personalmente una visita da quel mio amico specialista, verrà qui nel nostro ospedale e la seguirà personalmente”. “Prometto riposo assoluto, anche perché dove vuole che vada conciato in questa maniera?”. Il tono della mia voce è tendente alla disperazione. “Su su Berardi, sono convinto che lei ne ha affrontate di peggio. Guardi il bicchiere mezzo pieno, lei è salvo e mi creda non era così scontato. Ora posso dirlo, lei ha rischiato moltissimo con quella pallottola allo stomaco, l’abbiamo salvata per un pelo”. “Grazie due volte dottore...” Sto per chiederle se lo ha detto anche a Maria, ma il medico mi precede con un secco no: “Assolutamente la signora non sa nulla, sarebbe stata una cattiveria da parte mia farglielo sapere, l’importante è che l’operazione sia andata a buon fine”. Nell’ora di visita vengono a trovarmi Maria e alla sera Tirdi e Perino “Non vedo l’ora che torni a casa Marco”. “Anche io credimi, spiace solo che non potrò darti una mano in casa”. “Non ti preoccupare, ho chiesto alla titolare se posso prendermi qualche giorno di riposo, ha acconsentito, si sente sempre in debito con te”. Le prendo la mano e la porto alle labbra, sento Maria che singhiozza. “La prossima avrò la visita per gli occhi, il medico continua ad essere ottimista”. “E tu Marco?”. “Voglio crederci anche se non è facile, ma adesso bando ai pensieri negativi”. “Buona sera commissario, Maria ci ha chiamato dicendo che domani esce, splendida notizia”. “Ciao ragazzi, si è vero lascio l’ospedale”. “Una bella notizia, ne siamo contenti…il questore la saluta e dice che verrà a trovarla a casa”. “Ringraziatelo, voi invece come state? Al lavoro come va?”. “Bene…anche se…”. “Dimmi Perino, su anche se sono cieco il mio cervello funziona ancora”. “E’ per quella persona che abbiamo trovato, non sappiamo chi è, non ha né nome né cognome. Il referto del dottor Stresi rivela inoltre che vi sono segni di legami sui polsi e sulle caviglie, quindi escludiamo l’ipotesi di un suicidio”. “Quindi propendi che sia stato legato?”. “Si commissario e anche Tirdi è della stessa mia idea”. “Avete fatto fare una foto del volto e dato al mio amico redattore?”. “Anche qui vi è un problema, il volto è quasi cancellato del tutto..come se fosse stato immerso per giorni nell’acqua o in qualche liquido corrosivo come ipotizza il medico legale”. “Quando è stato ritrovato il corpo?”. “L’altra settimana, l’ha trovato una coppia che usciva dalla dancing del Valentino. Il corpo era a ridosso della riva, l’uomo è sceso per vedere di cosa si trattasse e poi ci ha chiamato immediatamente”. “Perché hai ipotizzato un suicidio per poi scartarlo?”. “Abbiamo creduto che si fosse buttato dal ponte e che il corpo cadendo in acqua sia stato trasportato fino a dove è stato ritrovato, ma un suicida non cancella il suo volto”. “Infatti, avete visto se vi sono denunce di scomparsa?”. “Nessuna denuncia, sembra non sia mai esistita”. “Coraggio vedremo di arrivare a capo di questa misteriosa morte. Ora vi chiedo un favore, aiutatemi ad alzarmi, ho voglia di un caffè”. Contavo i minuti in cui sarei uscito dall’ospedale, non vedevo l’ora di tornarmene a casa, anche se sapevo che sarebbe stata dura. Non potevo certo chiedere a Maria di farmi da balia per tutto il giorno. “Attenzione Marco, ho spostato il tavolo in modo che tu possa passare più comodamente senza sbatterci contro”. Agito il mio bastone in cerca di ostacoli, è l’unico modo fino a quando non memorizzo la disposizione dei mobili. “Mi spiace darti tanto lavoro Maria, forse era meglio se rimanevo in ospedale”. “Non dirlo manco per scherzo, qui sarai accudito lo stesso, ho già chiesto alla signora Desio di venire a darti una mano”. “Gentile da parte sua, ma non aveva un nipote da guardare?”. “Si, ma fino alle quattro è libera, poi va a prendere il piccolo a scuola e lo porta da lei”. Mi fa uno strano effetto girare per casa andando a sbattere a destra e manca, avrò un bel po’ di lividi prima che impari il percorso. Per fortuna la signora Desio è paziente con me e mi aiuta a preparare il pranzo. “Signora se vuole può fermarsi a pranzare con me mi farebbe compagnia”. “Non vorrei disturbarla commissario”. “Nessun disturbo è un piacere, almeno scambio qualche parola e non penso…” non finisco la frase ma sento la signora singhiozzare. “Su signora faccia un bel sorriso e se mi aiuta a disfare la borsa gliene sarei grato, ieri sera ero troppo stanco”. “Certamente”. Quando la borsa è vuota sento la signora esclamare: “Questo biglietto cos’è?”. “Biglietto?” domando. “Si commissario, un biglietto piegato, aspetti che lo apro. C’è scritto una frase”. “La legga per favore”. “Un uomo è stato ucciso”. Rimango perplesso a sentire queste parole. “Cosa vorrà dire?” mi chiede la signora. “Non ne ho idea…le chiedo un altro favore, telefoni in questura e chieda di Perino, le dica di venire subito qui da me”. Qualcuno ha messo il biglietto e questa frase scritta credo riguardi il ritrovamento della persona di cui non sappiamo nulla. (Continua)
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Inviato da: g1b9
il 09/12/2023 alle 12:05
Inviato da: rbx1dgl
il 09/12/2023 alle 11:25
Inviato da: paperino61to
il 06/12/2023 alle 10:37
Inviato da: nomadi50
il 05/12/2023 alle 16:14
Inviato da: paperino61to
il 03/12/2023 alle 08:48