sCORCI E CHIUSURA, IL VENTO SCOMPIGLIA

ANGOLO .

LE ROCCHE DI SILENZIO COSTRUITE SU SCREZI SVALUTATI.EDIFICATE SU MATTONI DI RANCORI, LE FONDAMENTA,IMPERCETTIBILMENTE RAMIFICATE, IN GANGLI DI PERSPICACIANEL PECCATO CAPITALE DELL'ACCIDIA.SPINTE E CONTRAFFORTI RESI ANTISISMA DA STUDIO DIINGEGNERE SENZA VERSI.E' UN VELENO SCATURITO DA SORGENTI INCANDESCENTI.MURA INATTACCABILI, DA ARMI E PIANI,ABBATTERLI, ORMAI IMPOSSIBILE.

NON CREDERE ALLA LUNA, E' PALLIDA PER QUESTO.PLAGIA  DI LEI OGNI UMANO GESTO.LO FA SOTTO OGNI CIELO, BEFFANDOSI DI STORMI.E SONO LE PAROLE CHE SPICCANO IL VOLO.BIANCA NEL VIZIO, ESIBISCE D'ALONE ICONA DI PIERROT, E TRUCCO DEL SUO CERONE.PIOGGIA DI GOCCE CHE NON MOSTRA MAI,CHE LASCIA GRONDARE SU PRATI E SU TETTI,MA E' ABILITA' RESA SOLO…

IMMENSE NUVOLE NASCONDONO MIRIADI DI CIELI.CORRUCCIATI DIETRO DI LORO DISPETTI E PIOVASCHI.INTRAVISTI E POI LETTI, PRIMA DELL'OSCURO REGALATODALLE NOTTI. PRIMA CHE SCOMPAIA L'ATTENZIONE, E DELLA TERRAROTAZIONE.PRIMA CHE SIA LA SERA, BINARIO A PROCESSIONARIE, INGRANAGGIOA CREMAGLIERA, CHE SI LASCIA DIETRO ELEMOSINE DI CIELO.

NON POTREI CHIUDERE IN PAROLE IL SENSO DELL'IMMENSO CHE NON SI PUO'CONTENERE. UNA POESIA DA NON RIUSCIRE A TERMINARE, CAMBIARE IL MONDOSENZA ORME, LASCIATI E INGANNATI TEMPO E DOLORE, COME OCCHIO CHENON VUOL VEDERE, IL MATTINO CHE SEGUE LA NOTTE, SENZA LA BUROCRAZIADELLE LUCI E DELLE TENEBRE, DELLE LOTTE. ESENTE DALRITMO NOTO A TUTTI,MA SOLO…

STRADE D'AMIANTO DI PIOGGE POLVEROSESPRIZZANO L'ASFALTO NELLE POZZE DI CIELO.NASTRI DI LATTA DI POCHE FRETTOLOSEMOVIOLE DI PAROLE.FALCHI E PIUME TEMONO LE GOCCE, ARGENTO CHENON CONVINCE.ATTENDONO CHE L'IRA DI NEMBI E IL FUNANMBOLODI PIANTO SI SIANO PLACATI.ALLA DISALLEGRIA DI ROVESCIOPREFERISCONO LA CALMA PIATTA E DRITTAD'UNA NEVICATA.

ANIME IN LETARGO COVANO IL PROPRIO INVERNO,COME SCOIATTOLI SENZA RAMI.FUOCHI SOTTO LA CENERESILENZIOSI VULCANI,CHE SPERANO NELLE URLADEL FULCRO DEL TEMPO.SI TENGONO ALLE GOMENE DICASCATE RUBINE,DILANIANO DELLE TERRELE FISIONOMIE,ARTIGLIANO BRIGANTIAI FIANCHI DELLE MONTAGNEBRUCIANDONE LE SCULTURE,DIVINANDO SENTIERI NUOVI.

IL VESTITO DELL'INVERNO, TIRA FUORI A SEDIMENTO, COME ROCCIA GETTA GRIGIO,ALLE CARCASSE DI ALBERI IN OSSA.ATTERRATE FIGLIE AI VENTI, SIBILATE GALLERIE TRA LE CHIOME CANCELLATE,IMPLACABILI CESOIE GHIGLIOTTINE AL VERDE ANTICO, NUDI CERCHI D'INFINITOPIANTO A MURO DI LINFATICO SULL'AUTUNNO ORMAI SPARITO.

COME ONDA LEGATA AL SOGNO D'UNO SCOGLIO ALLA CATENA,D'ANELLI IL SONNO, L'ACQUA DI SALE PUO' ABBAGLIARE,DARE LA SETE, QUELLA  CHE FA MORIRE.SOTTO LA RADA DURA DI SASSI A TUTTI INVISI,A CHI NON S'E' VOLTATO, CHE AL SOLE HA GRIDATO DI NON AVERE SCAMPO A RISACCHE UMIDE DI LIQUIDA SOLITUDINEE CHE HA INCISO SULLA SABBIA L'INCHIOSTRO SIMPATICODELLA…