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SAN GIOVANNI,poesia


Non so più pedalar senza mani, ma non temere. Avanzo per la via lunga,e sento San Giovanni tacere.Le odi dei fanciulli non più in fascetenevan compagnia ai fusti solitari,guardiani delle verdi giornate. Oggi i fossi corrono senza premio, densi di palude anche le rane non aman più. Non so più pedalar ritto in piedi,perché nulla c’è da scrutare oltre il campanile, solo più leggende esistite  nelle torve fantasie di uno scribacchino di passaggio. Però so ancora pedalare in discesa perché vien da ricordare, e i giochi ormai brulli e di cattive erbe ricoperti sono morti prima che orfani. Rimane il pollame e i ricami floreali,  rimangono anziani curvi e sorridenti, e resta la notte che ancora non è giunta. Ma quando si sveglierà, porterà bocche che non più si celano e sonetti d’operetta, laggiù,  dove le Langhe diventano Alpi, e il tempo si sa fermare.                  Marco Cattarulla(Copiright)