Scrittrice on web

Nuovo racconto – Prima parte


Dopo un mese, rieccomi qui, scusatemi tutti quanti per questa prolungata assenza. Come promesso ho scritto la prima parte di un nuovo racconto da condividere in questo blog. Per questo inizio mi sono principalmente ispirata al suggerimento di Cucu05. Ho anche già iniziato a scrivere un pezzo della seconda parte che spero di farvi leggere al più presto.Come ultima premessa volevo dirvi che tutti i miei scritti dell’ultimo periodo avevano una punta di ironia, che in questo racconto non credo sarà presente. Spero, quindi, che scrivendo qualcosa di diverso dal solito il risultato sia lo stesso piacevole per tutti.Quella mattina tirava un vento gelido, uno di quei venti che penetrano nelle ossa, uno di quei venti che prosciugano la pelle, uno di quei venti che tolgono il respiro, uno di quei venti che sembrano un muro impossibile da varcare.Dalla sua finestra, però, lei non poteva percepire la potenza di quel vento, ma poteva solo immaginarne la sua forza, osservando attentamente il movimento degli alberi spogli.Scrutava il mondo dalla sua finestra, mentre continuava con regolarità a girare nervosamente il cucchiaino all’interno della sua tazza. Era una sua strana abitudine, nonostante prendesse il caffè senza zucchero e nonostante non le importasse di berlo bollente, ogni mattina lei doveva far girare quel cucchiaino.In passato era diverso, le piaceva il caffè con due cucchiaini di zucchero, con un goccio di latte di capra, con una spruzzata di cacao e le piaceva berlo ad una determinata temperatura, quando non era né troppo caldo, né troppo freddo. Le piaceva amalgamare ogni ingrediente con cura e per lei era di vitale importanza che il suo caffè fosse perfetto. Ma era cambiata da allora, era una persona profondamente diversa, a cui non importava più nulla, non le importava più di uno stupido caffè. Che differenza poteva mai esserci tra un caffè e un caffè con due cucchiaini di zucchero? Nessuna, assolutamente nessuna. “Questa è stata la notte più fredda dell’anno. I meteorologi dicono che sono vent’anni che non si raggiungeva una temperatura così rigida…”  La voce proveniente dalla piccola radio in salotto inondò la stanza, coprendo completamente il suono del cucchino che sbatteva contro la parete della tazza.Freddo… caldo… Che cambiava? Tanto dentro di lei era inverno. Il freddo non era fuori da quella casa, ma dentro di lei. Nessun inverno, nemmeno il più rigido, nessuna notte, nemmeno la più gelida, nessun vento, nemmeno il più polare, avrebbero potuto essere più freddi del suo cuore.Un enorme vuoto dilagava in lei. Un vuoto che nei giorni era cresciuto diventando sempre più profondo, un vuoto che non sarebbe mai, e poi mai, stato colmato, un vuoto attorno al quale c’era solo tristezza e solitudine, un vuoto che aveva consumato lei ed ogni suo sentimento.Una donna piccola e minuta entrò nella cucina. Non la degnò nemmeno di uno sguardo continuando a restare barricata dietro al suo stato di isolamento. Erano mesi che le due donne, pur vivendo sotto lo stesso tetto, non si rivolgevano la parola.Ormai nessuna delle due ricordava quanto tempo era passato dall’ultima volta che si erano scambiate un sorriso, probabilmente era successo prima che lei perdesse la capacità di sorridere, la capacità di amare, la capacità di vivere.Ma d’altronde non aveva bisogno d’amore, non aveva bisogno di nessuno, continuava a vivere per inerzia senza cercare una vita d’uscita. Non le importava di vivere una vita vuota, triste, insignificante e cupa.