alias ego

Polvere


Capitolo 4Le narici si ostruivano di quella polvere sedimentaria giallina e anche i polmoni si comprimevano a quel pulviscolo che saturava l'aria e lentamente i vestiti si impregnavano senza appello, tuttavia, per lui quella polvere che lo avvolgeva era qualcosa che gli rimase scolpita nei ricordi e adesso che era uno dei giudici più affermati del nazione e che i suoi manuali erano letti nelle migliori università di giurisprudenza, a lui mancava quella polvere.Polvere di segatura, a volte la sentiva ancora con quel odore pungente che ne caratterizzava l'odore intenso di legno frantumato e polverizzato.A volte accarezzava il pensiero di quella polvere vedendo la forfora sulle giacche impeccabili dei colleghi e ripensava a quel tempo che era fatto di studio e di quel lavoro in falegnameria. Pensava che se non avesse avuto quel lavoro da falegname oggi, non sarebbe stato quello che era...***L'argilla si seccava lentamente, le mani si irrigidivano sentiva la pelle tirare nel centro estetico dove era solita fare capolino dopo periodi intensi di lavoro. Avvolta in quello che era la plastica trasparente per il corpo, sonnecchiava nella lentezza di quel rilassamento meritato, tuttavia, l'argilla sulle mani che da prima si asciugava crepandosi si sbriciolava, poi divenendo qualcosa di impercettibile e si polverizzava, la sentiva polvere sulle mani, tra le dita e i polpastrelli.Quella sensazione la riportava a quand'era bambina e rammentava, mentre era lì immobile avvolta.Giocava con la terra e l'acqua, e con un pentolino cercava di dare forma a quella terra.Le forme erano sempre imperfette. Le mani di bambina con la polvere della terra erano un ricordo di un esistenza lontana.