Espressioni

RISCHIO ... su UPmariner Channel


Salute e Istruzione, nell'ordine, due diritti fondamentali dell'uomo che non avrebbero mai, MAI, dovuto essere soggetti alla legge del libero mercato. E i cui destini sono intrecciati.Per quanto riguarda l'Istruzione, non ci sono dubbi. Parlo dell'Università, perché nella scuola dell'obbligo non c'è possibilità di scelta: in quest'ultima, i costi devono essere ridotti al minimo essenziale, ed il taglio alle spese, in questo settore, non provoca rivolte. Il popolo italiano non se ne accorge nemmeno, intento com'è a seguire la propria vita nei reality della TV anestetizzante di regime. E poi non arriva alla fine del mese e se deve tirare la cinghia lo fa tagliando dove meno sente necessità.L'Università, invece, resta l'obiettivo di chi cerca, forse ancora per poco, di investire qualche migliaio di euro all'anno per offrire al proprio figliolo l'opportunità di conseguire il pezzo di carta che, nella speranza di conoscere la persona giusta al posto giusto, possa contare qualcosa nell'ottenere un posto al sole.Ed ecco che anche l'Università viene caricata sul carrozzone del libero mercato, spinta ad arraffare il maggior numero di studenti e trasformandosi in venditrice di fumo. Si, perché bisogna allettare con ciò che piace e non con ciò che occorre. Non bisogna spaventare lo studente, altrimenti va altrove.A ciò si aggiunga la politica di governo (di destra e sinistra, non c'è distinzione in questa gara) che vuole premiare le Università virtuose valutandole con un parametro fantasioso: la produttività.Cos'è la produttività nelle Università? La capacità di formare e selezionare una classe dirigente del Paese rimpolpandola con professionisti capaci e preparati? Niente di tutto ciò, ahimé! E' semplicemente il numero di studenti che si laureano in corso, cioè nel tempo stabilito. Più ne vengono sfornati, più il Ministero dell'Università premia con finanziamenti.Poco importa se per raggiungere il traguardo si venga tentati di chiudere un occhio, anzi due, e mandare avanti chi, pur senza raggiungere una preparazione adeguata, non può costituire zavorra.Restiamo noi, professori carogne, a non voler concedere. Non per amore verso il Paese ma per un barlume di dignità che ci resta. Però la resistenza ha un limite.E alla fine ci si chiederà: ma dove hai trovato la laurea, nelle patatine? Poco importa se questo accade in certi settori, come l'arte, la poesia, l'architettura, la biologia, la chimica. Tutt'al più saremo indicati ad esempio nel mondo come la nazione dei somari.Il problema sorge quando dovremmo formare i medici o i giudici della nazione. Allora si, che si corrono rischi ed anche gravi. Soprattutto in Italia, dove la meritocrazia ha ceduto il passo alla raccomandazioni da tempo immemore.E allora i primari possono essere selezionati in base alla capacità di seguire il gioco dei direttori generali e non perché sono luminari di chiara fama. Il post di Hesse_f dà un assaggio di questo comportamento.Questo fenomeno, per questione di tempo, non è ancora generalizzato ma il rischio di contaminare il buono con il marcio è troppo alto.Restiamo svegli e chiediamo maggiore serietà, a partire dai luoghi dove le menti vengono formate. Che poi è difficile cambiarle quando sono deformate. Perché, almeno quelle, non nascono malformate.