Mi chiedo quanto ci metteranno i più allineati sindaci d'Italia a fregiarsi di questo titolo per il comune che amministrano.Eppure, guardando bene nella nostra Costituzione, da qualche parte deve esserci scritto.L'Italia è un paese inadatto all'ospitalità degli immigrati.Un immigrato, solitamente, cerca di adattarsi, per quanto possibile, alle leggi dello stato ospitante.E' vero, la propensione a mantenere le proprie tradizioni è forte, per via della voglia di non sentirsi senza origini. Tuttavia, lui farebbe di tutto per non contravvenire alle buone norme del paese ospitante.Ed allora cerca di trovare un lavoro, possibilmente dipendente. A male estremi avvia un'attività commerciale per proprio conto. Molti lo chiamano "vucumprà" però lui compra con regolare fattura dai cinesi e cerca di vendere alla luce del sole. Gli italiani comprano da lui perché, a volte, si accontentano di quello che offre.Lui vorrebbe anche emettere lo scontrino ma il comune non gli rilascia la licenza.Vorrebbe pagare le tasse, ma presto impara che è meglio non farlo se non vuole trovarsi coinvolto negli studi di settore. Il suo amico gioielliere, italiano da cento generazioni, gli ha insegnato come fare.Se poi non ha casa, ovviamente non può comprarla per la scarsa disponibilità delle banche ad accettare garanzie fumose, può sempre contare sull'occupazione di case diroccate. Quelle migliori i comuni e le pubbliche amministrazioni le destinano a prezzo convenzionato, con affitti da 1 euro al metroquadro, ai direttori generali e assessori bisognosi. Quindi si deve arrangiare anche con gli allacciamenti di acqua, luce e gas.Da qualche parte nella nostra Costituzione deve esserci scritto che l'Italia è un paese con un forte senso di istigazione a delinquere diffuso proprio da coloro che sognano di diventare, con un colpo di fortuna, uno di quei furbetti del quartiere che, comunque, cadono in piedi.In questa ottica di inseguimento al virtuosismo non sarei stupefatto se a qualche genio delle amministrazioni comunali venisse in mente di accogliere i viaggiatori che si apprestano a varcare i confini comunali con il cartello:"COMUNE DEIMMIGRATIZZATO FIERAMENTE GEMELLATO AD ALCUN LUOGO EXTRATERRITORIALE".Ho il cervello che mi scoppia. Sono profondamente deluso da quanto ho imparato crescendo in questo mondo in cui conta solo appartenere alla giusta fazione.
Comune deimmigratizzato ... su UPmariner Channel
Mi chiedo quanto ci metteranno i più allineati sindaci d'Italia a fregiarsi di questo titolo per il comune che amministrano.Eppure, guardando bene nella nostra Costituzione, da qualche parte deve esserci scritto.L'Italia è un paese inadatto all'ospitalità degli immigrati.Un immigrato, solitamente, cerca di adattarsi, per quanto possibile, alle leggi dello stato ospitante.E' vero, la propensione a mantenere le proprie tradizioni è forte, per via della voglia di non sentirsi senza origini. Tuttavia, lui farebbe di tutto per non contravvenire alle buone norme del paese ospitante.Ed allora cerca di trovare un lavoro, possibilmente dipendente. A male estremi avvia un'attività commerciale per proprio conto. Molti lo chiamano "vucumprà" però lui compra con regolare fattura dai cinesi e cerca di vendere alla luce del sole. Gli italiani comprano da lui perché, a volte, si accontentano di quello che offre.Lui vorrebbe anche emettere lo scontrino ma il comune non gli rilascia la licenza.Vorrebbe pagare le tasse, ma presto impara che è meglio non farlo se non vuole trovarsi coinvolto negli studi di settore. Il suo amico gioielliere, italiano da cento generazioni, gli ha insegnato come fare.Se poi non ha casa, ovviamente non può comprarla per la scarsa disponibilità delle banche ad accettare garanzie fumose, può sempre contare sull'occupazione di case diroccate. Quelle migliori i comuni e le pubbliche amministrazioni le destinano a prezzo convenzionato, con affitti da 1 euro al metroquadro, ai direttori generali e assessori bisognosi. Quindi si deve arrangiare anche con gli allacciamenti di acqua, luce e gas.Da qualche parte nella nostra Costituzione deve esserci scritto che l'Italia è un paese con un forte senso di istigazione a delinquere diffuso proprio da coloro che sognano di diventare, con un colpo di fortuna, uno di quei furbetti del quartiere che, comunque, cadono in piedi.In questa ottica di inseguimento al virtuosismo non sarei stupefatto se a qualche genio delle amministrazioni comunali venisse in mente di accogliere i viaggiatori che si apprestano a varcare i confini comunali con il cartello:"COMUNE DEIMMIGRATIZZATO FIERAMENTE GEMELLATO AD ALCUN LUOGO EXTRATERRITORIALE".Ho il cervello che mi scoppia. Sono profondamente deluso da quanto ho imparato crescendo in questo mondo in cui conta solo appartenere alla giusta fazione.