Credo di aver avuto un'idea paralizzante, tanto è geniale.E se proponessimo un taglio netto al numero dei professori introducendo il maestro unico nelle università?Resta il problema del personale amministrativo che, ormai, costituisce la parte più cospicua del capitale umano. Non ho ancora capito a cosa serva quell'esercito di impiegati che si autoreplica appena la burocrazia introduce altre regole ostacolo, tant'è che le università sono diventate macchine che consumano più per mantenersi che per funzionare.Forse è per questo che anche questa istituzione rientra nella categoria della pubblica amministrazione. E allora i decreti emanati per risparmiare sulle spese statali colpiscono anche l'università: tagli indiscriminati sulle nuove assunzioni che limitano al 20% delle collocazioni a riposo (pensioni) l'ingresso di nuovo organico.E dire che i nostri giovani contavano sull'esodo delle vecchie cariatidi per poter finalmente accedere ai ranghi dell'istruzione superiore.Io avrei tagliato sulla burocrazia e non sull'insegnamento e ricerca. A questo punto non resta loro che gettare la spugna e tentare qualche concorso da velina o partecipare al gioco dei pacchi o ad un quiz televisivo.Porre dei limiti senza studiare le regole di selezione, poi, è distruttivo. In Italia vigono le suddivisioni della conoscenza in settori scientifico-disciplinari. Per questo motivo, se vanno in pensione 5 professori di un settore abbondantemente coperto da altri docenti ancora in servizio, il bonus del 20% di nuovo organico (1 nuovo professore) spesso viene riutilizzato per coprire lo stesso settore. Con tanti saluti al rinnovamento che potrebbe essere raggiunto dando spazio a nuove più promettenti discipline.Secondo me la ricerca soffre, ma soffrono ancora di più le idee per rilanciarla. Sarebbe stata una cosa molto intelligente quella di restituire quell'ottanta per cento di risorse, che lo Stato sottrae, in nuovo capitale umano e finanziario per premiare le eccellenze, pensando prima a definire il concetto di eccellenza che pure non è banale. E invece andranno a finire per colmare i grossi buchi finanziari lasciati nelle banche dagli speculatori amici del giaguaro.Ed allora tremo: speriamo che alla Gelmini non venga in mente di proporre di fare ricerca negli asili nido. Con tutto il rispetto per le nuove generazioni le tre "I" non saranno sufficienti per tirare fuori il coniglio dal cilindro.
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Credo di aver avuto un'idea paralizzante, tanto è geniale.E se proponessimo un taglio netto al numero dei professori introducendo il maestro unico nelle università?Resta il problema del personale amministrativo che, ormai, costituisce la parte più cospicua del capitale umano. Non ho ancora capito a cosa serva quell'esercito di impiegati che si autoreplica appena la burocrazia introduce altre regole ostacolo, tant'è che le università sono diventate macchine che consumano più per mantenersi che per funzionare.Forse è per questo che anche questa istituzione rientra nella categoria della pubblica amministrazione. E allora i decreti emanati per risparmiare sulle spese statali colpiscono anche l'università: tagli indiscriminati sulle nuove assunzioni che limitano al 20% delle collocazioni a riposo (pensioni) l'ingresso di nuovo organico.E dire che i nostri giovani contavano sull'esodo delle vecchie cariatidi per poter finalmente accedere ai ranghi dell'istruzione superiore.Io avrei tagliato sulla burocrazia e non sull'insegnamento e ricerca. A questo punto non resta loro che gettare la spugna e tentare qualche concorso da velina o partecipare al gioco dei pacchi o ad un quiz televisivo.Porre dei limiti senza studiare le regole di selezione, poi, è distruttivo. In Italia vigono le suddivisioni della conoscenza in settori scientifico-disciplinari. Per questo motivo, se vanno in pensione 5 professori di un settore abbondantemente coperto da altri docenti ancora in servizio, il bonus del 20% di nuovo organico (1 nuovo professore) spesso viene riutilizzato per coprire lo stesso settore. Con tanti saluti al rinnovamento che potrebbe essere raggiunto dando spazio a nuove più promettenti discipline.Secondo me la ricerca soffre, ma soffrono ancora di più le idee per rilanciarla. Sarebbe stata una cosa molto intelligente quella di restituire quell'ottanta per cento di risorse, che lo Stato sottrae, in nuovo capitale umano e finanziario per premiare le eccellenze, pensando prima a definire il concetto di eccellenza che pure non è banale. E invece andranno a finire per colmare i grossi buchi finanziari lasciati nelle banche dagli speculatori amici del giaguaro.Ed allora tremo: speriamo che alla Gelmini non venga in mente di proporre di fare ricerca negli asili nido. Con tutto il rispetto per le nuove generazioni le tre "I" non saranno sufficienti per tirare fuori il coniglio dal cilindro.