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GOCCE, Settembre 2007di Maria G. Di RienzoMANILA, FILIPPINE. Dove, da circa un decennio, i contraccettivi sono banditi da ospedali e cliniche si è arrivati alla crisi sanitaria. Potete leggere l’intero, sconvolgente, rapporto su http://www.reproductiverights.org L’ex sindaco di Manila, Jose Atienza, aveva proclamato il bando nel 2000, dichiarando di attenersi agli insegnamenti del Vaticano. Il nuovo sindaco, Alfredo S. Lim, è entrato in carica nello scorso luglio, e a lui femministe, attivisti/e per i diritti umani e personale sanitario stanno chiedendo di revocare il bando, che ha avuto un impatto devastante soprattutto sulle donne più povere: “All’ottava gravidanza ho rischiato di morire. Il dottore mi aveva detto di non restare più incinta. Ho chiesto mi legassero le tube, ma anche l’intervento mi avrebbe messo a rischio, e comunque l’ospedale non lo fa più. Però mi proibiscono di usare contraccettivi. Adesso penso che la prossima volta che partorirò dovrò morire. Noi guadagniamo 150 pesos al giorno (due euro e quaranta centesimi, ndr.) con cosa li compro i condom? E cosa dò da mangiare a tutti i miei bambini?” Alcune donne povere tentano di sottrarsi ai rapporti sessuali, il che ha avuto come risultato violenze fisiche e stupri da parte dei mariti... Un grande risultato, signor ex sindaco: mi auguro che ella si sia definitivamente ritirato dalla politica. MONROVIA, LIBERIA. “La primaria difesa contro la violenza di genere è la pace, perché le donne e le bambine sono usualmente le prime vittime della guerra.” Così il rappresentante delle NU Alan Doss ha aperto il suo intervento, il 3 settembre u.s., durante l’Assemblea generale dei Consigli delle Chiese, a cui ha partecipato anche il vice Presidente liberiano Joseph Boaki. Doss ha aggiunto che anche in tempo di pace sono necessarie misure specifiche per contrastare la violenza di genere, in special modo lo stupro. Ugualmente significative le parole del vice Presidente: “Delle donne, che hanno giocato un ruolo fondamentale nel portare la pace in Liberia, si abusa su base giornaliera.” Boaki ha annunciato le misure del proprio governo per lottare contro le violenze sessuali, fra cui un miglioramento dell’assistenza sanitaria alle vittime ed una velocizzazione dei processi giudiziari. C’è da ricordare che lo stupro fu usato come “arma di guerra” durante la guerra civile liberiana, che è durata 14 anni e che, secondo le stime NU, ha ucciso 270.000 persone.