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La loro gloria sotto il segno del toro. La profezia del salmo 105: l'incarnazione divina e l'errore fisico


Il segno del toro è il segno dell'incarnazione della forza vitale universale: l'incarnazione dell'infinita generazione. Il salmo 105 descrive l'immagine della gloria divina come rappresentata dal segno del toro e racconta come il popolo di Dio commetta un errore fatale nel raffigurarsela: scambiarono la potenza divina per una caratteristica fisica.Si fabbricarono un vitello sull'Oreb, * si prostrarono a un'immagine di metallo fuso; scambiarono la loro gloria * con la figura di un toro che mangia fieno. (Salmo 105)La nostra gloria sta nell'incarnazione divina: l'essere umano, cioè, è esaltato dal fatto che l'Essere divino ha voluto divenire umano. Così come l'incarnazione di Dio nell'umano è il motivo dell'invidia del Maligno nei confronti dell'umanità. Lucifero, portatore della Luce, si sente portatore di una purezza divina che è superiore alla condizione umana e che per questo non vuole vedere mischiarsi con essa per non sentirsene sminuito. Il disegno divino fondato sull'incarnazione è per questo in odio a Lucifero e a tutti i suoi. Per la sua superbia, Lucifero non può accettare che la gloria della vita divina sia comunione-unificazione universale e non può comprendere che solo da questa comunione-unificazione venga la vita universale, perché per la sua superbia egli ha bisogno di qualcuno che gli sia inferiore. E allora, per contrastare il cammino dell'umanità verso la l'approdo della salvezza, agisce ogni volta nella storia ingenerando nelle menti umane il suo stesso errore materialistico: scambiare l'assoluta purezza della vibrazione vitale divina, che è appunto la gloria, per una caratteristica fisica e di conseguenza indurre a pensare che, come tale, essa possa essere contaminata dal contatto con la carne umana e perciò debba esserne tenuta divisa.L'errore è radicale e decisivo, poiché afferma l'esatto inverso della verità. La verità è che la purezza assoluta della vibrazione vitale divina conferisce le sue stesse proprietà a ciò cui si unisce: stabilità, integrità, equilibrio vitale a qualunque altra vibrazione vitale nell'universo. Cioè fortifica, sana, purifica, libera. Con una parola classica, santifica. Quando la vibrazione vitale divina allo stato di gloria scende nella carne, infatti, non si comporta come farebbe qualcosa di carnale, generando una commistione sullo stesso piano. Bensì, come vibrazione di vita assoluta di potenza superiore, nell'unione con sé stabilizza ed eleva la vibrazione vitale più debole, che è nella carne.
Affermare che la purezza vitale divina debba restare disgiunta dalla carne, perché ne verrebbe macchiata, è dire che la carne ha più forza dello Spirito divino, che il Cristo debba spogliarsi del corpo, che lo Spirito di Dio non santifica, che la rigenerazione nella Luce è impossibile. E, di conseguenza, circa l'opera cristica della salvezza significa dire che o gli uomini hanno mentito, o Dio ha sbagliato.Poiché la chiesa, riguardo ai fatti della storia biblica, insegna che si tratta di profezia per noi: «Tutte queste cose accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi» (1 Cor 10,11). “Perciò la legge per loro era insieme una regola di vita e una profezia delle cose future”, dagli errori già commessi dal popolo di Dio sappiamo quelli che stiamo commettendo oggi e li possiamo interpretare.Oggi, nell'istituzione clericale si afferma che la purezza divina che è nel sacerdote impone di proteggere la 'superiorità' (sic) di questo stato rispetto allo stato matrimoniale con “la scelta di ammettere al sacerdozio solo coloro che hanno ricevuto il carisma del celibato”, posto il superiore valore dell'astenersi dal rapporto sessuale rispetto all'atto di unione coniugale (?). Infatti, "un certo nesso tra questa virtù [la castità] ed il Ministero sacerdotale, si scorge anche solo col lume della ragione: essendo Dio Spirito, appare conveniente che chi si dedica e si consacra al servizio di Lui, in qualche modo "si spogli del corpo" (L'Osservatore Romano, 27.1.2011 - Cardinale prefetto della Congregazione per il Clero) Con il lume della fede, invece, si vede chiaramente che Cristo si è unito nella carne all'umanità e ha preso corpo. Perciò, ieri come oggi, affermare che la purezza vitale divina debba restare disgiunta dalla carne, perché ne verrebbe macchiata e che per salvaguardare la purezza divina nel sacerdote, che è persona Christi, questi debba separarsi dalle realtà della vita corporea è dire che il sacerdote non può santificare le realtà umane e che egli non può e non deve imitare ciò che ha fatto Cristo, cioè unirsi nella carne all'umanità e prendere corpo. E' dire che la carne ha più forza dello Spirito divino, che il Cristo debba spogliarsi del corpo, che lo Spirito di Dio non santifica, che l'unificazione umano-divino per la rigenerazione nella Luce è impossibile. “Essendo Dio Spirito”, dice la casta clericale, dimenticando che il Dio cristiano è Spirito incarnato. “Appare conveniente che chi si dedica e si consacra al servizio di Lui, in qualche modo "si spogli del corpo"”, con “la scelta di ammettere al sacerdozio solo coloro che hanno ricevuto il carisma del celibato”, dimenticando che la scelta di Cristo è stata quella opposta: prendere corpo per unire nella sua carne la purezza di vita divina con la vita umana, coniugando le due nature per fondere i due in una cosa sola e così generare un nuovo essere. Cristo è in se stesso, e opera per tutti, matrimonio sacro e generazione divina.Il sacerdote eterno dell'opera della salvezza cosmica cristiana è colui che prende corpo per santificare l'umanità con la sua carne di Agnello senza macchia; è colui, che per salvare ha realizzato in se stesso il matrimonio sacro tra la purezza vitale divina e la carne umana. E' lecito ai sacerdoti di Cristo pensare di portare la salvezza di Cristo facendo una scelta inversa alla sua?Uno schema per aiutare i sacerdoti a riflettere.Eucaristia – carne dell'Agnello – Corpo e Sangue di Cristo.Per attuare la Redenzione, Dio prende corpo.Senza Corpo, non c'è Pasqua, né Redenzione.Il Dio cristiano, Uno e Trino, è Spirito, che prende corpo.Per assumere il suo sacerdozio il Figlio prese corpo, e spogliò se stesso pur di prendere corpo.Spogliarsi del corpo per assumere il sacerdozio non è imitare Cristo, ma fare l'inverso di ciò che Cristo ha fatto. E' lecito alla Chiesa fare scelte inverse?Sacerdozio cristiano: per portare la salvezza, Dio si incarna per edificare un Corpo, che attraverso il suo Corpo giunga a celebrare le nozze escatologiche dell'Agnello.L'imitazione di Cristo che compete a chi riceve il Sacramento dell'Ordine è quella diincarnarne il sacerdozio per portarne a compimento l'opera, che è celebrazione delle sacre nozze tra la purezza divina e la carne umana per generare l'incarnazione dei figli di Dio.Vedi anche: >Benedetto XVI, Se l'uomo ambisce di essere solo spirito