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BXVI e l'impostura religiosa: vogliamo la sposa dell'Agnello, o la grande prostituta?


L'analisi della profezia biblica nella 'Deus caritas est' - La grande prostituta: l'istituzione religiosa in cui l'eros senza corporeità viene celebrato come comunione con il divino. Le nozze dell'Agnello: il Dio cristiano è il Verbo, che si è fatto carne per sostanziare eros e agape nel corpo eucaristico e celebrare nel suo sacerdozio il matrimonio dello sposo divino con la sposa umana - Istruzioni sulla “Deus caritas est” - Un'enciclica rivoluzionaria e tradizionalissima sull'impostura religiosa e sul “realismo inaudito” del sacerdozio di Cristo, che “dà carne e sangue ai concetti” biblici dell'unione matrimoniale con DioIl Papa espone le ragioni del matrimonio sacerdotale. E svaniscono le ragioni del celibato obbligatorio nel “Vade retro” del vicario di Cristo alla conformazione dei sacerdoti al dio 'puro spirito' - Ecco come leggere nella lettera di Benedetto XVI “Dio è amore” il potentissimo esorcismo del pontefice per tutta la chiesa - di Simonetta Castellano E' stata la prima lettera enciclica del suo pontificato, eppure nessuno si è accorto – o meglio, nessuno ha dato a vedere di essersi accorto – della portata spirituale storica dei suoi contenuti: i fendenti di fuoco contro l'impostura religiosa, che apre il varco all'Anticristo nel tempio di Dio. La lettera di Benedetto XVI “Dio è amore” è nella sua sostanza il potentissimo esorcismo del vicario di Cristo per tutta la chiesa.Ha innalzato l'amore divino incarnato e crocifisso e ha vergato il “Vade retro” alla conformazione dei sacerdoti al dio 'puro spirito', che non è il 'Verbo fatto carne', ma la seduzione della menzogna del Maligno, che chiude “ all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza”. Ha dimostrato che “I testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio” e che “l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa” nel dono eucaristico del corpo attraverso il sacerdozio matrimoniale di Cristo. Nell'enciclica “Dio è amore” viene definitivamente delegittimata l'obbligatorietà del celibato sacerdotale e l'istituzione religiosa viene richiamata all'urgenza della purificazione del sacerdozio e del culto cristiani, attraverso l'incarnazione dell'unione tra lo sposo divino e la sposa umana nel sacramento matrimoniale del sacerdote, che è il mistero celebrato nel sacerdozio di Cristo e nell'unione eucaristica. Attualmente, dimostra Benedetto XVI nell'enciclica, abbiamo una istituzione ecclesistica 'ebbra di uno spirito' che non unisce Dio all'umanità, perché seguiamo un'attrazione verso un 'eros divino' che ci fa abbandonare il corpo e celebra una liturgia eucaristica svuotata di quella fisicità, che rende il sacramento “segno e strumento efficace” dell'unione con Dio e, quindi, della salvezza eterna. “Nei Sacramenti il Signore ci tocca per mezzo degli elementi della creazione. I Sacramenti sono espressione della corporeità della nostra fede che abbraccia corpo e anima, l’uomo intero. Ciò che nell’Antica Alleanza era avvenuto in modo simbolico, avviene in Gesù in tutta la sua realtà: la sua umanità è penetrata dalla forza dello Spirito Santo”. (>BXVI, Messa del Crisma 21.4.2011 )Come un concetto di purezza disincarnata porta ad una unione anticristica. L'enciclica inizia con la clamorosa denuncia di un falso. Il falso concetto di purezza, che degrada l'unione con Dio ad una illusione: “Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. Non sono né lo spirito né il corpo da soli ad amare: è l'uomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima”. E subito dopo chiarisce le reali caratteristiche dell'unione con Dio. Il rapporto biblico d'amore con Dio è l'unione matrimoniale, che si concretizza nel grande mistero matrimoniale del sacerdozio di Cristo, sposo divino della sposa umana. Per dimostrare che la vittoria tra Cristo e l'Anticristo si decide tra una chiesa sposa dell'Agnello, o grande prostituta, per l'incarnazione del matrimonio nel sacerdozio di CristoPerversione della religiosità e prostituzione sacra. BXVI: “I greci hanno visto nell'eros innanzitutto l'ebbrezza, che strappa l'uomo alla limitatezza della sua esistenza e, in questo essere sconvolto da una potenza divina, gli fa sperimentare la più alta beatitudine”. Quando l'ebbrezza dello Spirito è celebrata in sé come comunione. Ciò ha dato luogo a istituzioni religiose, in cui l'eros “ebbrezza del Divino” è stato in sé “celebrato come comunione col Divino”: “nelle religioni ciò si è tradotto nei culti della fertilità, ai quali appartiene la prostituzione «sacra» che fioriva in molti templi. L'eros venne quindi celebrato come forza divina, come comunione col Divino”. “A questa forma di religione, che contrasta come potentissima tentazione con la fede nell'unico Dio, l'Antico Testamento si è opposto con massima fermezza, combattendola come perversione della religiosità.” Perché è perversione una religiosità siffatta. “Ciò dipende innanzitutto dalla costituzione dell'essere umano, che è composto di corpo e di anima. L'uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità; la sfida dell'eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita. Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se, d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza. L'epicureo Gassendi, scherzando, si rivolgeva a Cartesio col saluto: «O Anima!». E Cartesio replicava dicendo: «O Carne!». Ma non sono né lo spirito né il corpo da soli ad amare: è l'uomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima. Solo quando ambedue si fondono veramente in unità, l'uomo diventa pienamente se stesso. Solo in questo modo l'amore — l'eros — può maturare fino alla sua vera grandezza.”L'eros, ebbrezza divina d'amore, attrae l'essere umano all'unione definitiva con Dio attraverso il corpo. BXVI: “la fede cristiana ha considerato l'uomo sempre come essere uni-duale, nel quale spirito e materia si compenetrano a vicenda sperimentando proprio così ambedue una nuova nobiltà. Sì, l'eros vuole sollevarci «in estasi» verso il Divino, condurci al di là di noi stessi”, ma “ l'amore è un'unica realtà, seppur con diverse dimensioni” - l'eros, attrazione verso il divino e l'agape, unione personale definitiva - perciò “dove le due dimensioni si distaccano completamente l'una dall'altra, si profila una caricatura o in ogni caso una forma riduttiva dell'amore”. Infatti, “ la fede biblica non costruisce un mondo contrapposto rispetto a quell'originario fenomeno umano che è l'amore, ma accetta tutto l'uomo, dischiudendogli al contempo nuove dimensioni”: quelle dell'incarnazione del 'grande mistero matrimoniale' dell'unione con Dio, attraverso il sacerdozio cristiano.Il Dio unico, è il creatore dell'intera realtà tutta buona e ama l'uomo in modo personale, come “un amante con tutta la passione di un vero amore”. BXVI: “Nella novità della fede biblica, vi è anzitutto la nuova immagine di Dio. Nelle culture che circondano il mondo della Bibbia, l'immagine di dio rimane contraddittoria. Nel cammino della fede biblica diventa invece sempre più chiaro ed univoco che esiste un solo Dio, l'unico vero Dio, autore dell'intera realtà, Creatore del cielo e della terra e questo Dio ama l'uomo”. Infatti, nelle concezioni meramente umane “la potenza divina come realtà amata muove il mondo, ma essa stessa non ha bisogno di niente e non ama, soltanto viene amata. L'unico Dio in cui Israele crede, invece, ama personalmente. Egli ama, e questo suo amore può essere qualificato senz'altro come eros, che tuttavia è anche e totalmente agape”, cioè come attrazione-unione d'amore totale e definitiva. “I testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza." (>BXVI, Messaggio per la Quaresima 2007) Ciò che il Papa sta spiegando è come la scristianizzazione stia nella disincarnazione del divino amore e l'impostura anticristica nel tempio di Dio abbia inizio dalla conformazione del sacerdote ad un dio puro spirito con l'obbligo di spogliarsi del corpo nel celibato. Perché affermare una vita divina distante dalla corporeità e dalla quotidianità della vita umana, esprime una fede disincarnata, rende insipida la religione e ne fa una inutile astrazione e un culto vuoto: "L'affermazione dell'amore di Dio diventa una menzogna, se l'uomo si chiude al prossimo. L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio e che il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio. Fede, culto ed ethos si compenetrano a vicenda come un'unica realtà, che si configura nell'incontro con l'agape di Dio. Nel « culto » stesso, nella comunione eucaristica è contenuto l'essere amati e l'amare a propria volta gli altri. Un' Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata.” Espressioni di fuoco, che fanno pensare immediatamente all'esistenza di una terribile impostura occulta: un' Eucaristia celebrata da sacerdoti obbligatoriamente celibi, che cioè “non si traduce in amore concretamente praticato” non potrà mai essere il culto di un cuore indiviso, perché “è in se stessa frammentata”.L'Eucarestia frammentata di un sacerdote, che si spoglia del corpo: il culto vuoto al dio puro spirito di un sacerdote anticristico. Perché la verità è che in Cristo abbiamo una vita pienamente umana e pienamente divina e i battezzati "popolo sacerdotale" non hanno più una carne soltanto umana,né sono diventati puro spirito. Per questo, il cristianesimo di chi cerca la purezza di vita divina fuori dal corpo e lontano dalla concretezza dell'umanità - e perciò rifiuta l'incarnazione umana dell'amore divino - è un cristianesimo senza Cristo. E il sacerdote portatore di un dio puro spirito non è un “alter Christus”, ma un anticristo.La conformazione ad un Dio “puro spirito” non è conformazione al “Verbo che si è fatto carne”, né al cuore umano di Cristo, né al volto umano del Padre, che in Cristo abbiamo veduto. “Puro spirito” sono gli angeli e il Dio “puro spirito” di quegli angeli, che rifiutano il volto umano di Dio, è Lucifero. Avere inteso il celibato sacerdotale come obbligo di conformazione ad un Dio “puro spirito”, ha fatto cadere i sacerdoti nell'impostura del falso portatore di luce.Nell'Antico testamento, la profezia dell'unione, che Dio desidera realizzare attraverso il sacerdozio di Cristo. BXVI: “Soprattutto i profeti Osea ed Ezechiele hanno descritto questa passione di Dio per il suo popolo con ardite immagini erotiche.” “Il rapporto di Dio con Israele viene illustrato mediante le metafore del fidanzamento e del matrimonio; di conseguenza, l'idolatria è adulterio e prostituzione. Con ciò si accenna concretamente ai culti della fertilità con il loro abuso dell'eros” e “al contempo viene anche descritto il rapporto di fedeltà tra Israele e il suo Dio”. “La storia d'amore di Dio con Israele consiste, in profondità, nel fatto che Egli apre gli occhi a Israele sulla vera natura dell'uomo e gli indica la strada del vero umanesimo. Tale storia consiste nel fatto che l'uomo, vivendo nella fedeltà all'unico Dio, sperimenta se stesso come colui che è amato da Dio e scopre la gioia nella verità, nella giustizia. Israele ha commesso «adulterio», ha rotto l'Alleanza”; ma “l'eros è come radicato nella natura stessa dell'uomo; Adamo è in ricerca e « abbandona suo padre e sua madre » per trovare la donna; solo nel loro insieme rappresentano l'interezza dell'umanità, diventano « una sola carne ». L'eros rimanda l'uomo al matrimonio, a un legame caratterizzato da unicità e definitività; così, e solo così, si realizza la sua intima destinazione. All'immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico. Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l'icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell'amore umano. Questo stretto nesso tra eros e matrimonio nella Bibbia quasi non trova paralleli nella letteratura al di fuori di essa.”Biblicamente, “da una parte, ci troviamo di fronte ad un'immagine strettamente metafisica di Dio: Dio è in assoluto la sorgente originaria di ogni essere; ma questo principio creativo di tutte le cose — il Logos, la ragione primordiale — è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore”. “In questo modo l'eros è nobilitato al massimo, ma contemporaneamente così purificato da fondersi con l'agape. Da ciò possiamo comprendere la ricezione del Cantico dei Cantici nel canone della Sacra Scrittura nel senso che quei canti d'amore descrivono il rapporto di Dio con l'uomo e dell'uomo con Dio. In questo modo il Cantico dei Cantici è diventato una sorgente di conoscenza e di esperienza mistica, in cui si esprime l'essenza della fede biblica: sì, esiste una unificazione dell'uomo con Dio, ma questa unificazione non è un affondare nell'oceano anonimo del Divino; è unità che crea amore, in cui entrambi — Dio e l'uomo — restano se stessi e tuttavia diventano pienamente una cosa sola”. E poi il realismo inaudito del sacerdozio di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti. BXVI: Gesù Cristo, l'amore incarnato. Il Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti — un realismo inaudito. Già nell'Antico Testamento la novità biblica non consiste semplicemente in nozioni astratte, ma nell'agire imprevedibile e in certo senso inaudito di Dio. “L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione. L'immagine del matrimonio tra Dio e Israele diventa realtà in un modo prima inconcepibile: ciò che era lo stare di fronte a Dio diventa ora, attraverso la partecipazione alla donazione di Gesù, partecipazione al suo corpo e al suo sangue, diventa unione. La « mistica » del Sacramento che si fonda nell'abbassamento di Dio verso di noi è di ben altra portata e conduce ben più in alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento dell'uomo potrebbe realizzare”.Cosa sta, dunque, dicendo BXVI?“La novità biblica non consiste semplicemente in nozioni astratte, ma nell'agire imprevedibile e in certo senso inaudito di Dio” per cui adesso “noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione”. Qual é la dinamica della donazione di Cristo? La donazione di un amore incarnato, per la celebrazione delle nozze eterne dello sposo divino con la sposa umana. Adesso, nel sacerdozio di Cristo, “l'immagine del matrimonio tra Dio e Israele diventa realtà in un modo prima inconcepibile: diventa, attraverso la partecipazione alla donazione di Gesù, partecipazione al suo corpo e al suo sangue, diventa unione”. “In un orientamento fondato nella creazione, l'eros rimanda l'uomo al matrimonio, a un legame caratterizzato da unicità e definitività e solo così si realizza la sua intima destinazione”, per cui “all'immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico” e “il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l'icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa”. “Il modo di amare di Dio diventa la misura dell'amore umano” ed esiste una “intima compenetrazione dei due Testamenti come unica Scrittura della fede cristiana”, per cui “la vera novità del Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti — un realismo inaudito”.I concetti sono quelli della profezia veterotestamentaria del matrimonio, che Dio desidera compiutamente realizzare con la sua creatura e il sacerdozio eterno di Cristo ne diventa avveramento incarnato e sacramentale nella storia umana, “con un realismo inaudito”.Il sacerdozio di Cristo diventa realizzazione, nel dono del corpo, delle nozze eterne umano-divine, di quell'unione che non è “un affondare nell'oceano anonimo del Divino”, ma una unione d'amore in cui i due “diventano pienamente una cosa sola”.Nel sacerdozio di Cristo si realizza, allora, quella unione tra lo sposo divino e la sposa umana che è il “grande mistero matrimoniale” del sacerdozio cristiano, in cui "il Dio metafisico”, “il Logos, la ragione primordiale", che "è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore", compie finalmente quel rapporto di matrimonio originario archetipico con l'umanità, basato su un amore esclusivo e definitivo, che è rappresentato dalla profezia biblica e celebrato nelle nozze dell'Agnello. Ecco, che “la «mistica» del Sacramento, che si fonda nell'abbassamento di Dio verso di noi è di ben altra portata e conduce ben più in alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento dell'uomo potrebbe realizzare”. Nell'Eucarestia, dunque, “veniamo coinvolti nella dinamica della donazione” di Cristo. Nella dinamica della donazione cristiana di un amore incarnato, per la celebrazione delle nozze eterne dello sposo divino con la sposa umana. Adesso, nel sacerdozio di Cristo, dice il Papa, “l'immagine del matrimonio tra Dio e Israele diventa realtà in un modo prima inconcepibile: diventa, attraverso la partecipazione alla donazione di Gesù, partecipazione al suo corpo e al suo sangue, diventa unione” al dono matrimoniale del suo corpo eucaristico.   Vedi: >BXVI, Enciclica "Deus Caritas Est" In tutto questo, è evidente come Benedetto XVI abbia iniziato il suo pontificato ponendo le basi cristologiche, teologico-sacramentali di due grandi vocazioni nascoste nel nostro tempo: la vocazione moglie di Cristo e la vocazione matrimoniale del sacerdote. E che il suo intento fosse proprio quello vocazionale lo ha scritto in apertura dell'enciclica: "Vorrei precisare — all'inizio del mio Pontificato — alcuni dati essenziali sull'amore che Dio offre all'uomo, insieme all'intrinseco legame di quell'Amore con la realtà dell'amore umano. È mio desiderio insistere su alcuni elementi fondamentali, così da suscitare nel mondo un rinnovato impegno nella risposta umana all'amore divino." Ciò che nella 'Deus Caritas Est' si dimostra è, infatti, come proprio nel cuore del corpo eucaristico sia inscritta la vocazione matrimoniale sacerdotale di uomini e donne chiamati, attraverso la partecipazione del sacerdote al sacramento del matrimonio, nella donazione eucaristica del sacerdozio di Gesù, con la quale la chiesa potrà sconfiggere la tentazione anticristica e avviarsi al compimento delle nozze escatologiche dell'Agnello. Vocazione moglie di Cristo nel matrimonio con il sacerdote. Nell'enciclica 'Deus Caritas Est', Benedetto XVI dimostra come attraverso il sacerdozio cristiano e il sacramento delle sacre nozze uniti nella dinamica eucaristica, che dà corpo al grande mistero della chiesa, quello matrimoniale, noi battezzati – popolo sacerdotale - concretamente, sacramentalmente, cristianamente, pienamente, realmente “diventiamo «un solo corpo», fusi insieme in un'unica esistenza. Amore per Dio e amore per il prossimo sono ora veramente uniti: il Dio incarnato ci attrae tutti a sé. Da ciò si comprende come agape sia ora diventata anche un nome dell'Eucaristia: in essa l'agape di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi e attraverso di noi.”>La gerarchia costretta ad ammettere: BXVI ha ragione, il matrimonio è divino quanto il celibato