Scrivo domani

Il sogno sull'odio del carceriere che tenta di privarci del bambino


 Maggio 1998. Ho avuto un incubo. Mi trovavo in casa di qualcuno che mi odia, e che vuole tenermi prigioniera. Mi chiedevo: "Ma perchè mi ritrovo sempre qui? Lo so che mi odiano, ma mi dimentico sempre di tenerne conto e mi ritrovo sempre qui." Cercavo l'uscita, ma qualcuno, che non vedevo, se ne accorgeva e, da dietro le spalle, mi colpiva alla nuca.In una stanza vedo, poi, me stessa, distesa su un tavolo. Mi accorgo che mi avevano fatto un taglio e mi avevano svuotata di tutto, mi avevano portato via anche il bambino. Capisco che la mia indeterminatezza era assurda e decido davvero di andarmene. Non trovo i miei vestiti, semplici, lineari, di lino e cotone, poi mi accorgo che me li hanno sostituiti con altri, di materiali sintetici, pieni di orpelli. Decido, così, di lasciare tutto e fuggire.Al risveglio, il significato mi appare lampante. La casa di qualcuno che ci odia è la rappresentazione del mondo terreno, percorso dagli spiriti del male, che ci fanno prigionieri del loro modo di vivere. Nel sogno, mi viene mostrato che, pur sapendo, ormai, la verità, non ho ancora trovato la determinazione ad uscire da quel tipo di vita terreno, mondano. Ed anche quando cerco di farlo, qualcuno di invisibile, cioè un essere spirituale, mi colpisce senza che io possa rendermene conto, alla nuca, cioè provocandomi un senso di stordimento della coscienza, per abbattere la ragione e impedire l'esercizio della volontà. Comprendo che lo Spirito di Dio mi insegna a riconoscere le reali forze in campo nella mia vita e le reali, ma invisibili, dinamiche in atto. Mi viene mostrato che questo stordimento è il modo con cui lo spirito maligno può svuotare la mia vita interiore, fino a derubarmi del bambino. E mi rendo conto che si tratta sia di una minaccia fisica, sia di una minaccia spirituale.Di nuovo tento di cambiare vita, di lasciare quella casa, ossia quel modo di vivere terreno, ma prima di farlo, cerco i miei vestiti. I vestiti sono la rappresentazione della nostra personalità, che forma il senso della nostra identità. Cercando i vestiti, prima di andarmene, cercavo, in realtà, di cambiare vita, mantenendo la mia personalità e, quindi, la mia identità interiore, invariate. Ho scoperto, così, che ciò che costituiva il mio "abito" proprio, mi era stato sostituito dagli spiriti maligni della casa terrena. Per cui non disponevo più della mia identità originaria, fatta di una natura pura e assoluta, ma soltanto una immagine deteriorata di essa e piena di orpelli: ciò che accade all'uomo quando "cade" dallo stato di vita celeste e puro dello spirito, allo stato di vita in cui dominano gli spiriti della materia. Non appena mi rendo conto di questo, riesco davvero a lasciare tutto e a fuggire.Sono preoccupata. Mi sembra di capire che la lotta è più radicale e vitale di quello che il nostro sguardo di uomini di oggi sia disposto a vedere. Sento che il fatto di essere svuotata di tutto e perdere il bambino è un pericolo reale, oggi, per me come per tutti. Quando abbiamo sognato la data del 16 aprile, Dio ci avvertiva del pericolo della minaccia d'aborto. E, in questi anni, lo Spirito di Dio mi ha anche insegnato che ogni evento della nostra vita concreta, è anch'esso, un segno. Il segno materiale, visibile, di ciò che sta accadendo nella nostra vita interiore spirituale.La nostra vita sulla terra non è che una condizione in cui ci troviamo a vivere la nostra storia di esuli dalla nostra patria, o casa, del cielo. Si riproduce nella nostra vita materiale ogni situazione che noi stiamo vivendo nello spirito, nel nostro cammino di ritorno alla casa celeste e alla vita originaria.Il pericolo di perdere il bambino nel senso fisico dell'esperienza che stiamo facendo, non fa che riprodurre l'evento reale della nostra vita, che accade sul piano spirituale. Mi chiedo, perciò, cosa possa significare il "pericolo di perdere il bambino" nella vita dello spirito. Mi rendo conto che dobbiamo essere vigili, e aumentare ancora la vigilanza dell'anima, perchè lo spirito maligno è impegnato oggi contro di noi, in un modo particolare. (dal Diario personale "Verso la Luce - La sublime rivoluzione")