Scrivo domani

BXVI: “Andare oltre il limite e aprirci al rapporto con Lui, che è Infinito Amore”. E vi faccio una facile profezia


 Nel discorso di BXVI gli stati interiori della chiamata a unirsi a Dio e la risposta umana, che sviluppa “ tante forme e modalità secondo la storia, il tempo, il momento”.BXVI: “Per quanto si sia illuso e si illuda tuttora di essere autosufficiente, l'uomo fa l’esperienza di non bastare a se stesso. Ha bisogno di aprirsi ad altro, a qualcosa o a qualcuno, che possa donargli ciò che gli manca, deve uscire da se stesso verso Colui che sia in grado di colmare l’ampiezza e la profondità del suo desiderio.”
La preghiera ha il suo centro e affonda le sue radici nel più profondo della persona“Naturalmente, quando parliamo della preghiera come esperienza dell’uomo in quanto tale, dell’homo orans, è necessario tenere presente che essa è un atteggiamento interiore, prima che una serie di pratiche e formule, un modo di essere di fronte a Dio prima che il compiere atti di culto o il pronunciare parole. La preghiera ha il suo centro e affonda le sue radici nel più profondo della persona.”Preghiera è tensione dell'anima verso l’Invisibile“Infatti, la preghiera è il luogo per eccellenza della gratuità, della tensione verso l’Invisibile, l’Inatteso e l’Ineffabile. Perciò, l’esperienza della preghiera è per tutti una sfida, una “grazia” da invocare, un dono di Colui al quale ci rivolgiamo.”L’essenza della preghiera: tensione dell'anima che si orienta a Dio, che la chiama ad un rapporto personale con Lui“Nell’esperienza della preghiera la creatura umana esprime tutta la consapevolezza di sé, tutto ciò che riesce a cogliere della propria esistenza e, contemporaneamente, rivolge tutta se stessa verso l’Essere di fronte al quale sta, orienta la propria anima a quel Mistero da cui si attende il compimento dei desideri più profondi e l’aiuto per superare l’indigenza della propria vita. In questo guardare ad un Altro, in questo dirigersi “oltre” sta l’essenza della preghiera, come esperienza di una realtà che supera il sensibile e il contingente.”Preghiera: evento di alleanza, che attraverso parole e atti, impegna il cuore“Tuttavia solo nel Dio che si rivela trova pieno compimento il cercare dell’uomo. La preghiera che è apertura ed elevazione del cuore a Dio, diviene così rapporto personale con Lui. E anche se l’uomo dimentica il suo Creatore, il Dio vivo e vero non cessa di chiamare per primo l’uomo al misterioso incontro della preghiera. Come afferma il Catechismo: “Questo passo d’amore del Dio fedele viene sempre per primo nella preghiera; il passo dell’uomo è sempre una risposta. A mano a mano che Dio si rivela e rivela l’uomo a se stesso, la preghiera appare come un appello reciproco, un evento di alleanza. Attraverso parole e atti, questo evento impegna il cuore.”Impariamo a riconoscere la sua voce, che ci chiama e ci riconduce alla profondità della nostra esistenza“Cari fratelli e sorelle, impariamo a sostare maggiormente davanti a Dio, a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, impariamo a riconoscere nel silenzio, nell’intimo di noi stessi, la sua voce che ci chiama e ci riconduce alla profondità della nostra esistenza, alla fonte della vita, alla sorgente della salvezza, per farci andare oltre il limite della nostra vita e aprirci alla misura di Dio, al rapporto con Lui, che è Infinito Amore.” (Udienza, 11.05.2011)Desiderio di Dio, risposta all'attrazione che viene da Dio, nella storia diverse modalità d’apertura verso l’Altro e verso l’Oltre che chiama.BXVI: “L’uomo porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto; l’uomo porta in sé il desiderio di Dio. E l’uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare.”“San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi della storia, definisce la preghiera “espressione del desiderio che l’uomo ha di Dio”. Questa attrazione verso Dio, che Dio stesso ha posto nell’uomo, è l’anima della preghiera, che si riveste poi di tante forme e modalità secondo la storia, il tempo, il momento.” “La storia dell’uomo ha conosciuto, in effetti, svariate forme di preghiera, perché egli ha sviluppato diverse modalità d’apertura verso l’Altro e verso l’Oltre.” (Udienza, 11.05.2011)C'è chi mi ha scritto, facendomi notare che faccio una forzatura quando sostengo che il papa, in tutto il suo insegnamento, stia ponendo le basi per dimostrare che è ormai tempo di riconoscere che è necessario ordinare al sacerdozio anche coloro che vi sono chiamati senza avere il dono del celibato e che è necessario quindi ammettere anche che esiste la vocazione 'moglie di Cristo'. Eppure, come si legge bene anche in questa catechesi, BXVI non fa che parlare di 'illusione di autosufficienza', 'desiderio di Dio', 'attrazione' divina, chiamata al 'rapporto personale con Dio', 'alleanza' che con 'parole e atti' 'impegna' il cuore. Parla, cioè, di dinamica vocazionale d'amore personale con Dio e dice che bisogna superare l'illusione dell'autosufficienza nella risposta a Dio, che “ secondo la storia, il tempo, il momento” “ ha sviluppato diverse modalità”.Dice, infatti: “Impariamo a riconoscere la sua voce, che ci chiama per farci andare oltre il limite e aprirci al rapporto con Lui, che è Infinito Amore”. E lo dice nel presupposto della 'Sacerdotalis caelibatus' che recita: “spetta all'autorità della Chiesa stabilire, secondo i tempi e i luoghi, quali debbano essere in concreto gli uomini e quali i loro requisiti, perché possano ritenersi adatti al servizio religioso e pastorale della Chiesa medesima" (Paolo VI, Sacerdotalis caelibatus, n. 15).Ora, se sono d'accordo sul fatto che il discorso, che Papa Ratzinger sta svolgendo dall'inizio del pontificato, verta ancora sulle premesse e, comunque, sia per ora scritto in stretto gergo 'curialese' per addetti ai lavori, che va decriptato, mi sembra tuttavia che – come dire - pur non avendo ancora scritto “= 4”, siamo certamente di fronte alla redazione del “2+2”. (>Vedi l'analisi dei testi biblici fatta da BXVI nella 'Deus Caritas Est)Insomma, quello che cerco di fare nei miei articoli è ciò che ho sempre fatto, cioè divulgare in linguaggio comune i documenti del magistero e trarne conseguenze alla luce della Scrittura e dei segni dei tempi, ma se proprio vogliamo, questa volta possiamo anche buttarla in versione 'Sibilla Cumana' e vi faccio una facile profezia: Benedetto XVI darà presto concreto ordinamento alla chiesa domestica, sulla base del matrimonio sacerdotale.Perché, ricordate, lo ha detto lui: "Non sentiamo forse la voce della sposa, della Chiesa, che fa risuonare in essi la sua gioia per essere amata da Cristo e il suo stesso amore, e così porta noi come Chiesa viva davanti a Dio, nella sua gratitudine e nella sua gioia? Essa è iscritta profondamente nella nostra biografia interiore. Era stata musica in preghiera, ufficio divino, e ne eravamo stati toccati." (Concerto, 17.1.2009) "San Pietro sta davanti alla suprema istituzione religiosa, alla quale normalmente si dovrebbe obbedire, ma Dio sta al di sopra di questa istituzione e Dio gli ha dato un altro "ordinamento": deve obbedire a Dio. L'obbedienza a Dio è la libertà, l'obbedienza a Dio gli dà la libertà di opporsi all'istituzione." (Benedetto XVI, Omelia 15.4.2010)