Scrivo domani

BXVI: Dio ha assunto il corpo, la carne è assunta e redenta e diventa sempre più piena di Spirito


 BXVI: nei nostri corpi lo spirito si manifesta e opera. Lungi dall'opporsi allo spirito, il corpo è il luogo dove lo spirito può abitare e parla il linguaggio dell'amore vero. Dio continua a offrire un cammino di redenzione del corpo, quando uomo e donna si uniscono in una sola carne. Questo cammino dalla creazione trova la sua pienezza con l'Incarnazione, con la venuta di Cristo. Dio ha assunto il corpo. La liturgia dell'Ascensione canta questa storia della carne, peccatrice in Adamo, assunta e redenta da Cristo. È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio.Testo Esteso del discorso del Papa
Da moderni facciamo fatica a capire queste parole, perché il corpo ci appare come materia inerte, pesante, opposta alla conoscenza e alla libertà proprie dello spirito. Ma i corpi dipinti da Michelangelo sono abitati da luce, vita, splendore. Voleva mostrare così che i nostri corpi nascondono un mistero. In essi lo spirito si manifesta e opera. Sono chiamati ad essere corpi spirituali, come dice san Paolo. Se il nostro corpo è chiamato ad essere spirituale, non dovrà essere la sua storia quella dell'alleanza tra corpo e spirito? Infatti, lungi dall'opporsi allo spirito, il corpo è il luogo dove lo spirito può abitare. Alla luce di questo è possibile capire che i nostri corpi non sono materia inerte, pesante, ma parlano, se sappiamo ascoltare, il linguaggio dell'amore vero.La prima parola di questo linguaggio si trova nella creazione dell'uomo. Il corpo ci parla di un'origine che noi non abbiamo conferito a noi stessi. "Mi hai tessuto nel seno di mia madre", dice il Salmista al Signore. Possiamo affermare che il corpo, nel rivelarci l'Origine, porta in sé un significato filiale, perché ci ricorda la nostra generazione, che attinge, tramite i nostri genitori che ci hanno trasmesso la vita, a Dio Creatore. Solo quando riconosce l'amore originario che gli ha dato la vita, l'uomo può accettare se stesso, può riconciliarsi con la natura e con il mondo. Alla creazione di Adamo segue quella di Eva.La carne, ricevuta da Dio, è chiamata a rendere possibile l'unione di amore tra l'uomo e la donna e trasmettere la vita. I corpi di Adamo ed Eva appaiono, prima della Caduta, in perfetta armonia. C'è in essi un linguaggio che non hanno creato, un eros radicato nella loro natura, che li invita a riceversi mutuamente dal Creatore, per potersi così donare. Comprendiamo allora che, nell'amore, l'uomo è "ricreato". Incipit vita nova, diceva Dante, la vita della nuova unità dei due in una carne, la promessa di comunione che vi si nasconde, la fecondità nuova, il cammino che l'amore apre verso Dio, fonte dell'amore. L'unione in una sola carne si fa allora unione in un solo spirito.Dio offre all'uomo anche un cammino di redenzione del corpo, il cui linguaggio viene preservato nella famiglia. Se dopo la Caduta Eva riceve questo nome, Madre dei viventi, ciò testimonia che la forza del peccato non riesce a cancellare il linguaggio originario del corpo, la benedizione di vita che Dio continua a offrire quando uomo e donna si uniscono in una sola carne. La famiglia, ecco il luogo dove la teologia del corpo e la teologia dell'amore si intrecciano. Qui si impara la bontà del corpo, la sua testimonianza di un'origine buona, nell'esperienza di amore che riceviamo dai genitori. Qui si vive il dono di sé in una sola carne, nella carità coniugale che congiunge gli sposi. Qui si sperimenta la fecondità dell'amore, e la vita s'intreccia a quella di altre generazioni. È nella famiglia che l'uomo scopre la sua relazionalità, non come individuo autonomo che si autorealizza, ma come figlio, sposo, genitore, la cui identità si fonda nell'essere chiamato all'amore, a riceversi da altri e a donarsi ad altri. Questo cammino dalla creazione trova la sua pienezza con l'Incarnazione, con la venuta di Cristo. Dio ha assunto il corpo, si è rivelato in esso. Il movimento del corpo verso l'alto viene qui integrato in un altro movimento più originario, il movimento umile di Dio che si abbassa verso il corpo, per poi elevarlo verso di sé. Come Figlio, ha ricevuto il corpo filiale nella gratitudine e nell'ascolto del Padre e ha donato questo corpo per noi, per generare così il corpo nuovo della Chiesa. La liturgia dell'Ascensione canta questa storia della carne, peccatrice in Adamo, assunta e redenta da Cristo. È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio. Appare così la profondità della teologia del corpo. Questa, quando viene letta nell'insieme della tradizione, evita il rischio di superficialità e consente di cogliere la grandezza della vocazione all'amore, che è una chiamata alla comunione delle persone nella duplice forma di vita della verginità e del matrimonio. (©L'Osservatore Romano 14 maggio 2011)