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GPII: la perfezione non può consistere in una reciproca opposizione dello spirito e del corpo


GPII: Nell'essere composto, psicosomatico, che è l'uomo, la perfezione non può consistere in una reciproca opposizione dello spirito e del corpo, ma in una profonda armonia fra loro, nella salvaguardia del primato dello spirito. Nella risurrezione il corpo tornerà alla perfetta unità ed armonia con lo spirito.Nell'«altro mondo», tale primato verrà  realizzato e si manifesterà  in una perfetta spontaneità, priva di alcuna opposizione da parte del corpo. Tuttavia ciò non va inteso come una definitiva «vittoria» dello spirito sul corpo. La risurrezione consisterà  nella perfetta partecipazione di tutto ciò che nell'uomo è corporeo a ciò che in lui è spirituale. Al tempo stesso consisterà  nella perfetta realizzazione di ciò che nell'uomo è personale. Le parole dei Sinottici attestano che lo stato dell'uomo nell'«altro mondo» sarà non soltanto uno stato di perfetta spiritualizzazione, ma anche di fondamentale «divinizzazione» della sua umanità.Questa nuova spiritualizzazione sarà quindi frutto della grazia, cioè del comunicarsi di Dio, nella sua stessa divinità, non soltanto all’anima, ma a tutta la soggettività psicosomatica dell’uomo. Si potrebbe qui parlare anche di un perfetto sistema di forze nei rapporti reciproci tra ciò che nell’uomo è spirituale e ciò che è corporeo.L’uomo "storico", in seguito al peccato originale, sperimenta una molteplice imperfezione di questo sistema di forze. L’uomo "escatologico" sarà libero da quella "opposizione". Nella risurrezione il corpo tornerà alla perfetta unità ed armonia con lo spirito: l’uomo non sperimenterà più l’opposizione tra ciò che in lui è spirituale e ciò che è corporeo. La "spiritualizzazione" significa non soltanto che lo spirito dominerà il corpo, ma, direi, che esso permeerà pienamente il corpo, e che le forze dello spirito permeeranno le energie del corpo. È dunque una spiritualizzazione perfetta, che non significa tuttavia alcuna "disincarnazione" del corpo né, di conseguenza, una "disumanizzazione" dell’uomo.Si può trarne la conclusione che il grado della spiritualizzazione, proprio dell’uomo "escatologico", avrà la sua fonte nel grado della sua "divinizzazione".La partecipazione alla natura divina, penetrazione e permeazione di ciò che è essenzialmente umano da parte di ciò che è essenzialmente divino, raggiungerà allora il suo vertice. Questa nuova spiritualizzazione sarà quindi frutto della grazia, cioè del comunicarsi di Dio, nella sua stessa divinità, non soltanto all’anima, ma a tutta la soggettività psicosomatica dell’uomo.>Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 9 Dicembre 1981- La risurrezione realizzerà  perfettamente la persona - Insegnamenti su: "Alla risurrezione non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo" (Mt 22,30; Mc 12,25). "Sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio" (Lc 20,36).