Scrivo domani

Se il celibato obbligatorio è anticristico, significa che non possiamo più fidarci nemmeno del magistero di Pietro?


 Diario in tempo reale.  La mia amica questa volta mi ha scritto: le tue risposte girano intorno al problema, non capisci che se davvero è anticristica la legge ecclesiastica del celibato obbligatorio per i sacerdoti, significa che non possiamo più affidarci nemmeno al magistero del papa? E chi ci guiderà allora nella fede?Nella liturgia delle ore di oggi leggo un passo del Concilio che dice: "Per la coscienza della fede, formata con l'assistenza e il sostegno dello Spirito di verità, il popolo di Dio, sotto la guida del sacro magistero, al quale fedelmente si conforma, accoglie non la parola degli uomini ma, qual è in realtà, la parola di Dio" (Dalla Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa, Nn.4,12)Ossia, è magistero quell'insegnamento che trasmette la Parola di Dio. Il popolo di Dio non è guidato dagli uomini e dalle loro parole, ma dallo Spirito di verità e dalla Parola di Dio. E tutto il popolo di Dio, compreso il papa, è chiamato a conformarsi ad essa. Pertanto, tutti ascoltano e accolgono la Parola di Dio e il papa ha il compito di confermare in essa. Per questo, in ogni discorso del papa, ad ogni sua affermazione corrisponde la citazione della Sacra Scrittura, che è alla base dell'insegnamento che egli intende dare. Laddove il suo ragionamento non fosse fondato sulla Parola di Dio, si avrebbe semplicemente l'espressione di una opinione personale - che, come tale, varrebbe quanto quella di chiunque altro - e non si tratterebbe di 'magistero petrino'.Ora, l'evidenza della conformazione anticristica di un sacerdozio che si spoglia del corpo e non vive la celebrazione delle sacre nozze tra la sposa umana e lo sposo divino è proprio quella esplicita condanna, - fondata sulla prima lettera di Giovanni - che Benedetto XVI ha posto al centro del suo pontificato: chi non riconosce che Cristo è venuto nella carne ha lo spirito dell'Anticristo. Perché "l'amore di Dio per noi è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi. «Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui». Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l'immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell'uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell'esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto». (>BXVI, Enciclica "Deus Caritas Est")“I testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza." (>BXVI, Messaggio per la Quaresima 2007)BXVI ha iniziato a trattare della maligna autosufficienza contro il richiamo erotico di Dio e la Sua vocazione matrimoniale fin dalla sua prima enciclica: "vorrei precisare — all'inizio del mio Pontificato — alcuni dati essenziali sull'amore che Dio offre all'uomo, insieme all'intrinseco legame di quell'Amore con la realtà dell'amore umano”.Secondo Benedetto XVI, la Sacra Scrittura e la liturgia cantano "questa storia della carne": Dio ha assunto il corpo, la carne è assunta e redenta e diventa sempre più piena di Spirito. È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio. Appare così la profondità della teologia del corpo. Questa, quando viene letta nell'insieme della tradizione, evita il rischio di superficialità e consente di cogliere la grandezza della vocazione all'amore, che è una chiamata alla comunione delle persone nella duplice forma di vita della verginità e del matrimonio.D'altra parte, papa Ratzinger ricorda spesso l'appello di Gesù alla vigilanza: "questo appello alla vigilanza è un messaggio permanente per tutti i tempi, perché la sonnolenza dei discepoli era non solo il problema di quel momento, ma è il problema di tutta la storia. Noi non vogliamo vedere tutta la forza del male.” E non esclude nessuno, nemmeno Pietro: "mi è rimasta in mente una parola di questo Santo, una parola che era per lui un grido d’angoscia nel suo momento storico. Egli dice: “Vedete, Pietro dorme, Giuda è sveglio”. Questa è una cosa che ci fa pensare: la sonnolenza dei buoni."Senza paura di fronte a qualunque verità scomoda e con fede incrollabile nella misericordia e nell'assistenza divine alla chiesa, Benedetto XVI insegna: "questa Chiesa è sempre anche non solo dono di Dio e divina, ma anche molto umana: “Verranno lupi rapaci”. La Chiesa è sempre minacciata, c’è sempre il pericolo, l’opposizione del diavolo che non accetta che nell’umanità sia presente questo nuovo Popolo di Dio, che vi sia la presenza di Dio in una comunità vivente. Non deve quindi meravigliarci che ci sia sempre difficoltà, che ci sia sempre erba cattiva nel campo della Chiesa. E’ stato sempre così e sarà sempre così. Ma dobbiamo essere consapevoli, con gioia, che la verità è più forte della menzogna, l’amore è più forte dell’odio, Dio è più forte di tutte le forze avverse a Lui. (Lectio divina con i parroci di Roma, 10.3.2011)E' per tutto questo, infine, che siamo tutti oggi chiamati a constatare con San Paolo: “Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?” Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore. (Lettera di San Paolo ai Romani)Perché Papa Ratzinger, nell'assumere questa visione giovannea rispetto alla norma del celibato obbligatorio, - e cioè: Dio ha assunto il corpo, chi non riconosce che Cristo è venuto nella carne ha lo spirito dell'Anticristo - non fa che accogliere la Parola di Dio e trasmetterla, confermando in essa. E questo è certamente magistero petrino a norma della Lumen Gentium del Concilio vaticano II.