Scrivo domani

Fondamenti biblici, patristici e catechistici del matrimonio del vescovo nella tradizione della chiesa


Diario in tempo reale. Il commento che ho trovato oggi nella posta era questo: "quando leggo le cose che scrivi su sacerdozio e matrimonio mi sembrano film a luci rosse." Che rispondere... Io scrivo di Sacra Scrittura e di dottrina dei Padri della chiesa, si vede che - come dice Benedetto XVI - il cristianesimo doc 'è molto erotico'. Perciò tanto per togliere ogni residuo dubbio, rimettiamo anche qui insieme i tasselli del quadro della Scrittura, raccogliendone i frammenti sparsi circa il corpo della rivelazione.  Fondamenti biblici, patristici e catechistici del matrimonio del vescovo nella tradizione della chiesa delle origini. Fonti alla mano, senza troppe chiacchiere e sofismi. Cristo sacerdote e sposo-marito: «Vieni e ti mostrerò la moglie dell'Agnello». In Apocalisse 21,9 secondo l'ultima versione della Bibbia C.E.I. "Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello»." (Apocalisse 21,9)Il grande mistero matrimoniale in una sola carne tra Cristo e la chiesa. San Paolo agli Efesini: "L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola”. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!"La chiesa, moglie dell'Agnello, un solo corpo con Cristo Capo: "789 Il paragone della Chiesa con il corpo illumina l'intimo legame tra la Chiesa e Cristo. Essa non è soltanto radunata attorno a lui; è unificata in lui, nel suo corpo. Tre aspetti della Chiesa-corpo di Cristo vanno sottolineati in modo particolare: l'unità di tutte le membra tra di loro in forza della loro unione a Cristo; Cristo Capo del corpo; la Chiesa, Sposa di Cristo." (Catechismo Chiesa Cattolica)
BXVI: Importante infine notare che in queste Lettere la Chiesa comprende se stessa in termini molto umani, in analogia con la casa e la famiglia. Particolarmente in 1 Tm 3,2-7 si leggono istruzioni molto dettagliate sull'episcopo, come queste: egli dev'essere “irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.”. Si devono notare qui soprattutto l'importante attitudine all'insegnamento, di cui si trovano echi anche in altri passi, e poi una speciale caratteristica personale, quella della “paternità”. L’episcopo infatti è considerato padre della comunità cristiana. Del resto l'idea di Chiesa come “casa di Dio” affonda le sue radici nell'Antico Testamento e si trova riformulata in Eb 3,2.6, mentre altrove si legge che tutti i cristiani non sono più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari della casa di Dio. Preghiamo il Signore e san Paolo perché anche noi, come cristiani, possiamo sempre più caratterizzarci, in rapporto alla società in cui viviamo, come membri della “famiglia di Dio”. E preghiamo anche perché i pastori della Chiesa acquisiscano sempre più sentimenti paterni, insieme teneri e forti, nella formazione della Casa di Dio, della comunità, della Chiesa.” (>Udienza del Mercoledì, 28 gennaio 2009)[Lettera a Tito - 1,5 Per questo ti ho lasciato a Creta perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola volta.]BXVI: Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Così il Pallio diventa il simbolo della missione del pastore. Il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della Chiesa. Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine del giogo di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende sulle sue spalle. (>BXVI, 24 aprile 2005)