Scrivo domani

Gli stessi pensieri di Dio


Diario in tempo reale. Ieri, pensavo alla tracontanza con cui i sacerdoti si sono opposti a quanto ritenevano che Dio stesse loro chiedendo con il Concilio Vaticano II: il matrimonio sacerdotale. E alla loro incrollabile ipocrisia nel trastullarsi per i decenni successivi a disquisire vanamente di 'apertura ai laici' e di 'attiva partecipazione dei fedeli', sapendo di avere occultato dietro queste formule di facciata il reale contenuto del disegno divino della reintegrazione del corpo ecclesiale, con l'associare la donna al sacerdozio di Cristo, mediante l'unificazione come 'una cosa sola' e 'in un solo corpo' del matrimonio con il sacerdote.Mentre così pensavo, ho sentito la voce, che mi diceva che se i sacerdoti avessero adempiuto alle richieste di Dio, nel tempo ulteriore concesso dall'eccesso della sua misericordia, molti di quelli che vanno in perdizione sarebbero tornati in grazia.Invece, essi si sono ostinati nel male, lasciando crescere sotto i loro occhi le conseguenze perverse delle loro scelte, lasciando dilagare vergogne come la pedofilia del clero e la sopraffazione violenta dell'istituzione sulle persone.Oggi, la liturgia mi dice che questi sono gli stessi pensieri di Dio."L'empio spia il giusto *e cerca di farlo morire.""La bocca del giusto proclama la sapienza, *e la sua lingua esprime la giustizia; la legge del suo Dio è nel suo cuore, *i suoi passi non vacilleranno." (Salmo 36)"State saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un presagio di perdizione". (>Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 1,27)"A noi il disonore sul volto. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio. Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali." (>Prima Lettura, Bar 1, 15-22)