Scrivo domani

Identità sacerdotale divina e trasmissione ontologica dello spirito glorioso nell'umano


Diario in tempo reale. Per opera dello spirito di grazia la vita naturale è concepita e si riproduce nel cosmo creato. Per opera dello spirito di gloria la vita naturale viene rigenerata e riassunta nel cosmo eterno.Lo spirito di gloria viene ontologicamente trasferito nella vita naturale creata attraverso l'impronta lasciata da Cristo nel codice genetico umano con la sua incarnazione-morte-resurrezione, che si trasmette nelle generazioni per mezzo della configurazione ontologica operata dal sacramento dell'ordinazione sacerdotale.Con l'ordinazione sacerdotale di Cristo, l'essere umano riceve ontologicamente nella sua metà maschile la potenza rigenerandi soprannaturale, in grado di reintegrare le opposte polarità della creazione e causare il ricongiungimento universale nell'eterno. E ciò può accadere quando l'ordinazione sacerdotale, attraverso il matrimonio sacerdotale, trasmette nel corpo integrale dell'umano, che è nella coppia maschile-femminile, il codice genetico ontologicamente conformato dall'impronta dello spirito glorioso di Cristo."La grandezza dell'apostolato e la gloria incomparabile del loro ufficio", di cui parla la liturgia di oggi, certamente non è la vanagloria di una casta di privilegiati, né la conoscenza "dei misteri del regno" come "maestri del mondo" e "dispensatori" di essi può essere la chiacchiera di una predicazione "senza corpo".L'opera sacerdotale di Cristo nel suo corpo è l'impasto della natura divina nella natura umana per conferire potenza ascensionale a tutto il creato. Con la sua incarnazione-morte-resurrezione ha lasciato impressa nel codice genetico umano la potenza gloriosa ascensionale che "ordina" la natura umana all'eternità.La trasmissione di questa ordinazione genetica è atto sacerdotale proprio del Figlio, che deve compiersi nella coppia «uomo», Adamo biblico, perché sia reintegrata l'unità originaria del creato con il suo Creatore.BXVI: “La fede cristiana ha considerato l'uomo sempre come essere uni-duale, nel quale spirito e materia si compenetrano a vicenda sperimentando proprio così ambedue una nuova nobiltà." Biblicamente, “da una parte, ci troviamo di fronte ad un'immagine strettamente metafisica di Dio: Dio è in assoluto la sorgente originaria di ogni essere; ma questo principio creativo di tutte le cose — il Logos, la ragione primordiale — è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore”. “Da ciò possiamo comprendere la ricezione del Cantico dei Cantici nel canone della Sacra Scrittura. All'immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico." "Si esprime l'essenza della fede biblica: sì, esiste una unificazione dell'uomo con Dio, ma questa unificazione è unità che crea amore, in cui diventano pienamente una cosa sola”. (Enciclica Dio è Amore)BXVI: “I testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. (>BXVI, Messaggio per la Quaresima 2007) BXVI: Ma il "no" a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Ma dov’è Dio? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo nuovamente all’umanità per fondare una vera pace? Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre l’orientamento dell’uomo verso Dio, vissuto rettamente, è una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessità del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinché Dio – il vero Dio – diventi accessibile. Chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perché non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri. (Discorso alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo "Pellegrini della verità, pellegrini della pace" - Assisi, 27.10.2011)BXVI: Nella chiesa c'è bisogno di riforma strutturale. Come deve configurarsi allora concretamente questo cambiamento?"Sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione. Come deve configurarsi allora concretamente questo cambiamento? Si tratta qui forse di un rinnovamento come lo realizza ad esempio un proprietario di casa attraverso una ristrutturazione o la tinteggiatura del suo stabile? Oppure si tratta qui di una correzione, per riprendere la rotta e percorrere in modo più spedito e diretto un cammino?" "Certamente, questi ed altri aspetti hanno importanza. Ma per quanto riguarda la Chiesa, il motivo fondamentale del cambiamento è la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa." (Freiburg, Ai cattolici impegnati nella chiesa e nella società, 25 settembre 2011)La struttura costitutiva divina del creato e la missione apostolica della trasmissione ontologica dello spirito glorioso del Risorto nell'umano. Ecco un esempio di come la sacra Scrittura e la liturgia descrivono l'opera sacerdotale di Cristo e la missione apostolica della "Traditio" della verità della fede.>Dalla liturgia delle ore: SALMO 18 A   I cieli narrano la gloria di Dio, *e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.Là pose una tenda per il sole †che esce come sposo dalla stanza nuziale, *esulta come prode che percorre la via.Egli sorge da un estremo del cielo †e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: *nulla si sottrae al suo calore.Responsorio   Gv 15, 15; Mt 13, 12R. Non vi chiamo più servi, ma amici: * tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.V. A voi è dato di conoscere i misteri del regno: beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché odono:R. tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo  (Lib. 12, 1; PG 74, 707-710) Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voiNostro Signore Gesù Cristo stabilì le guide, i maestri del mondo e i dispensatori dei suoi divini misteri. E' verace perciò colui che afferma: «Nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio» (Eb 5, 4).I suoi apostoli furono le colonne e il fondamento della verità. Cristo afferma di aver dato loro la stessa missione che ebbe dal Padre. Mostrò così la grandezza dell'apostolato e la gloria incomparabile del loro ufficio, ma con ciò fece comprendere anche qual è la funzione del ministero apostolico. Egli dunque pensava di dover mandare i suoi apostoli allo stesso modo con cui il Padre aveva mandato lui. Perciò era necessario che lo imitassero perfettamente e per questo conoscessero esattamente il mandato affidato al Figlio dal Padre. Ecco perché spiega molte volte la natura della sua missione.Riassumendo perciò in poche parole le norme dell'apostolato, dice di averli mandati come egli stesso fu mandato dal Padre, perché da ciò imparassero che il loro preciso compito era quello di chiamare i peccatori a penitenza, di guarire i malati sia di corpo che di spirito, di non cercare nell'amministrazione dei beni di Dio la propria volontà, ma quella di colui da cui sono stati inviati e di salvare il mondo con il suo genuino insegnamento.Responsorio   Gv 15, 16. 8R. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto * e il vostro frutto rimanga.V. In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto,R. e il vostro frutto rimanga.