Scrivo domani

Dies Irae: il giorno della vendetta, che era nel mio cuore, per il santuario del corpo calpestato


Diario in tempo reale.25 dicembre 2011. Durante la Messa del giorno di Natale, ho sentito la voce che diceva: “Si è incarnato. Gli edifici di pietra sono finiti. Il santuario di Dio è ora il corpo umano.” Ho sentito per un attimo il peso di un peccato immane, che grava sui costruttori di edifici che operano "spogliandosi del corpo".Dal giorno in cui Dio ha preso un corpo umano per venire sulla terra ed ha fatto di esso il santuario della sua presenza, il rifiuto del corpo ha assunto oggettivamente e spiritualmente il valore di rifiuto della presenza divina. La sua venuta nel corpo di carne, come figlio di una donna, calpestata dai suoi sacerdoti, che lo rinnegano "spogliandosi del corpo" proprio nel momento in cui lo ricevono in se stessi con il sacramento dell'ordinazione.Qualche giorno prima mi aveva detto: “Dio viene per dividere la luce dalle tenebre e portare a compimento eterno l'opera creatrice del Padre.” “Solo l'amore di un Figlio può rendere pienamente giustizia ad una madre. Facciano quello che possono per riparare, affinché quando dovranno rendere conto al Figlio di quanto hanno fatto, possano ascrivere anche la riparazione.” Maria e la chiesa intera sono calpestate dalla rinuncia alla vita nel corpo, che i sacerdoti compiono.Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. (Dalla prima lettera di san Giovanni, apostolo 1, 1 - 2, 3 - Il Verbo della vita e la luce di Dio) Per questo, il suo ritorno significherà dividere e cacciare dal suo popolo i figli delle tenebre.27 dicembre 2011Vedevo Gesù arrivare e lo sentivo dire: “Pestate, come mosto nel tino.” La sua presenza sulla terra diventava il giorno della giustizia contro tutti i soprusi. E voleva che i suoi non avessero più paura di rivoltarsi contro qualunque tiranno e impostore dentro la sua casa. Calpestare il santuario del suo corpo, rifiutando il corpo dentro la sua casa è ciò che contrista lo spirito santo e accende l'ira di Dio, secondo la sacra scrittura. Isaia 63 - Il giorno della vendettaChi è costui, magnificamente ammantato, che cammina fiero della grandezza della sua forza? «Sono io, che parlo con giustizia, che sono potente a salvare». 2 Perché questo rosso sul tuo mantello e perché le tue vesti sono come quelle di chi calca l'uva nel tino? 3 «Io sono stato solo a calcare l'uva nel tino, e nessun uomo di fra i popoli è stato con me; io li ho calcati nella mia ira, li ho calpestati nel mio furore; il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti, ho macchiato tutti i miei abiti. 4 Poiché il giorno della vendetta, che era nel mio cuore, e il mio anno di redenzione sono giunti. 5 Io guardai, ma non c'era chi mi aiutasse; fui stupito che nessuno mi sostenesse; allora il mio braccio mi ha salvato, e il mio furore mi ha sostenuto. 6 Ho calpestato popoli nella mia ira, li ho ubriacati nel mio furore, ho fatto scorrere il loro sangue sulla terra». 10 ma essi furono ribelli, contristarono il suo spirito santo; perciò egli si mutò in loro nemico, ed egli stesso combatté contro di loro.17 SIGNORE, perché ci fai peregrinare lontano dalle tue vie e rendi duro il nostro cuore perché non ti tema? Ritorna, per amor dei tuoi servi, delle tribù della tua eredità! 18 Per poco tempo il tuo popolo santo ha posseduto il paese; i nostri nemici hanno calpestato il tuo santuario. 19 Noi siamo diventati come quelli che tu non hai mai governati, come quelli che non portano il tuo nome!Lamentazioni 1:15 - Il Signore ha abbattuto dentro le mura tutti i miei prodi; ha raccolto contro di me una grande moltitudine, per schiacciare i miei giovani; il Signore ha calcato, come in un tino, la vergine figlia di Giuda.Apocalisse 14:19 - L'angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio.Apocalisse 19:15 - Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. >Liturgia delle oreResponsorio    1 Gv 1, 2. 4; Gv 20, 31R. Annunziano a voi la vita eterna, che era presso il Padre ed è apparsa tra noi: questo vi scriviamo, perché abbiate la gioia, * e la vostra gioia sia perfetta.V. Tutto questo fu scritto, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio; e perché credendo abbiate la vita nel suo nome,R. e la vostra gioia sia perfetta.Dai «Trattati sulla prima Lettera di Giovanni» di sant'Agostino, vescovo - La Vita si è manifestata nella carne - «Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi e ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita» (cfr. 1 Gv 1, 1). Chi è che tocca con le mani il Verbo, se non perché «il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi?» (cfr. Gv 1, 14). Forse qualcuno prende l'espressione «Verbo della vita» come se fosse riferita a Cristo, ma non al corpo di Cristo toccato con mano. Ma fate attenzione a quel che si aggiunge: «La Vita si è fatta visibile» (1 Gv 1, 2). E' Cristo dunque il Verbo della vita. E come si è fatta visibile? Esisteva fin dal principio, ma non si era ancora manifestata agli uomini; si era manifestata agli angeli ed era come loro cibo. Ma cosa dice la Scrittura? «L'uomo mangiò il pane degli angeli» (Sal 77, 25). Dunque la vita stessa si è resa visibile nella carne; si è manifestata perché la cosa che può essere visibile solo al cuore diventasse visibile anche agli occhi e risanasse i cuori. Solo con il cuore infatti può essere visto il Verbo, la carne invece anche con gli occhi del corpo. Si verificava dunque anche la condizione per vedere il Verbo: il Verbo si è fatto carne, perché la potessimo vedere e fosse risanato in noi ciò che ci rende possibile vedere il Verbo.