Scrivo domani

Respiro e viaggio interiore


Agosto 1996. Alcuni giorni fa, decisi di accettare il rapporto con Dio. Mi sono distesa ed ho fatto la calma dentro di me, chiedendo a Dio di farsi sentire ancora, in quella maniera nuova, cosciente e consapevole, con cui mi si era manifestato quel giorno. Ero in quello stato interiore, in cui la nostra attenzione è come focalizzata sul nostro cuore. Il corpo era soltanto una lontana periferia. Più mi sentivo entrare nel cuore, più mi sentivo vicina a Dio. Ad ogni istante, la sensazione, concreta e indefinibile, che potessi vederlo comparire dietro l'angolo, mi riempiva di emozione. Il sentimento della Sua presenza diveniva palpabile.Ed allora, improvvisamente, il mio respiro si è fatto affannoso; ho subito avuto la tentazione di smettere. Ho voluto resistere alla tentazione, ho continuato a voler restare dove mi trovavo, e a voler lasciare libero il mio respiro. Ma, inaspettatamente, il respiro sembrava spegnersi, il sonno sembrava pretendere di spegnere ogni mia coscienza. Ho capito, allora, che dopo aver scelto con la mia volontà, dovevo anche lottare contro qualcosa che si opponeva al mio contatto con Dio. Non c'era solo la mia volontà, tra me e Lui, c'era una forza in più che faceva la sua apparizione, in quel momento; mi era chiaro che si trattava di una forza diversa da me ed esterna.Non appena ho accettato di comprendere ciò che vedevo accadermi, il respiro si è come d'improvviso liberato e si è fatto potente; l'ho ancora lasciato andare, e mi ha trascinata con sè. Sempre continuando a seguire il mio respiro, ormai libero e potente, avvertivo che la mia coscienza stava come avanzando su una strada sconosciuta. Sapevo che questo stava accadendo perchè avevo chiamato Dio e così, affidandomi completamente nelle sue mani, sceglievo di continuare ad avanzare nell'oscurità interiore.Mi trovai ad attraversare il luogo di una sofferenza profonda, mi dilaniava, sembrava più forte di me, ma continuavo a volere avanzare. Allora, ho visto gli angeli attorno a me ed ho ricordato l'incontro con un medico, che ha tentato di curarmi. Mi ha parlato della mia responsabilità a non buttare via il grande bagaglio della mia esperienza di vita. Mi ha spinta a cercare ancora una strada per uscire allo scoperto. Ho rivissuto il pianto, che quelle parole mi suscitarono. Poi, ho capito quale era stata l'esperienza interiore di quel momento, che avevo vissuto, allora, solo inconsciamente. In quel momento, ero stata richiamata a liberare la mia natura mistica, sempre dolorosamente repressa.A questo pensiero, il respiro convulso ed affannoso si fece ordinato e la sofferenza scomparve. Ero giunta in un luogo di (ed ero in uno stato di) gioia e gratitudine. Lì, sentivo di dovere usare l'energia di cui Dio ora mi colmava, per aiutare anche gli altri, che soffrivano come me. Ogni sofferenza umana mi appariva chiaramente come sofferenza spirituale per la separazione da Dio. Comprendevo profondamente la mia sofferenza e quella altrui e sentivo di poter fare qualcosa. Vedevo l'energia dell'amore divino, presente, a disposizione di tutti coloro che vogliono riceverla. Sentivo la sua fonte illimitata e capivo che questa energia è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere pienamente felici.Risuonò, allora, come nei giorni precedenti, nella mia anima la Voce, che mi ripeteva: "Non possiamo fare mercimonio delle ricchezze dello Spirito". Compresi l'errore di chi pretende di usare come talento personale, ciò che è dono d'amore del Signore. Ho fatto voto, durante l'estasi, che avrei donato solo gratuitamente ciò che gratuitamente avevo ricevuto. Provavo un profondo desiderio che il mio lavoro nella vita fosse solo amore per Dio e preghiera, e sapevo che Dio stesso avrebbe provveduto a me, dandomi tutto quello di cui avrei avuto bisogno. (Verso la Luce - La sublime rivoluzione)