Scrivo domani

Esperienze del campo energetico umano


Ero in uno stato di calma poco definibile, quando arrivò A. Mi sentivo bene, avvertivo una certa sensazione interiore, come di "centratura", di focalizzazione delle forze. La mente era attenta, ma rilassata, senza sforzo. Capii che ero nello stato giusto, qualsiasi cosa ne sarebbe stato di quel pomeriggio. Ci mettemmo in una stanza tranquilla, la feci sedere e provai a richiamare interiormente i miei angeli. Ero in piedi, dietro di lei, chiusi gli occhi e portai le mie mani sulla sua testa, senza quasi nemmeno sfiorarla. Dopo alcuni secondi, ebbi la fulminea percezione interiore, che un mare in tempesta si placasse di colpo e che le acque si riassestassero in una immobile, limpida massa di energia placata, domata. Da quello stato, dopo alcuni attimi, cominciò a fluire attraverso di me, ad incanalarsi nelle mie mani e a riversarsi su di lei, la corrente di energia, che ben conoscevo. E mi ritrovai ancora a provare gratitudine per quella possibilità di agire, con una mia determinazione cosciente, nel contatto visibile e tangibile con quegli esseri di luce e con la visione superiore. Li vedevo ancora, erano lì, sorridenti, a salutarmi e ad indicarmi che potevamo procedere. Mi sentii rassicurata, ciò che facevo era guidato da una intelligenza superiore, non avrei potuto far del male. Così, in questo stato di serenità e di fiducia, continuai a tenere le mani su A, spostandole lungo tutto il corpo, cercando solo di seguire quella delicata e precisa guida, che sentivo, quasi fisicamente, dirigere le mie mani. Molte erano le percezioni, che mi giungevano dal corpo di A.. Avevo la sensazione che le percezioni mi raggiungessero dal profondo, come se in un punto remoto della sua coscienza e della mia si fosse creato uno stato di comunione ed io potessi guardare direttamente in lei. Sentivo e vedevo la sua testa oppressa da un ammasso scuro, sentivo pensieri di forte preoccupazione, di rabbia, di scoraggiamento. La vedevo dimenarsi per cercare di afferrare cose che le sfuggivano, a causa di quella nebbia scura, che le impediva di vedere e di agire. Quando la feci distendere, cominciai a sentire il resto del suo corpo. Esso era diviso tra una parte sinistra quasi totalmente inanimata, da cui percepivo anche una sensazione di freddo, pur senza toccarla, e una parte destra come convulsa, congestionata.A. si era addormentata, dopo i primi momenti, la lasciai riposare. Quando ebbi finito, sentii che i miei amici di luce erano contenti di ciò che avevamo fatto; mentre, come da più lontano, o forse solo meno percepibile, sentivo che quell'essere più saggio e più potente, che ci guidava tutti e che mi si era presentato con il nome di Venere Urania, Stella del Mattino, riteneva giusto ed appropriato il mio comportamento. Io, in realtà, non sapevo cosa pensare di ciò che era accaduto. Mi sentivo incerta e quasi confusa, ma compresi che non dovevo badare a quelle sensazioni così superficiali e soggettive. In fondo al mio cuore, sapevo che solo quello che potevo riconoscere con certezza come messaggio dei miei compagni spirituali era vero. Il resto delle mie opinioni aveva poca importanza. La presenza dell'Essere superiore non l'avevo sentita così da vicino durante l'operazione; potevo capire che era lì a sovrintendere, ma non si rendeva visibile. Solo alla fine del lavoro il suo giudizio mi raggiunse con chiarezza: avevo "adempiuto". Questo era ciò che mi veniva comunicato e che mi diede la tranquillità su ciò che avevo fatto. Quando A. si svegliò, le chiesi se avesse avvertito qualcosa. Mi disse che aveva sentito dei formicolii diffusi sul corpo, ad eccezione del braccio sinistro, che le aveva dato la sensazione di non esistere. Aveva anche sentito una scossa, con un lieve dolore, estendersi lungo il braccio destro fino al mignolo. Inoltre, aveva sentito una forte spinta a raddrizzare la colonna vertebrale e sollevare il capo, mentre si trovava seduta ed io tenevo le mie mani in direzione della sua mandibola, ad una distanza di circa cinque centimetri da essa. Tanto che aveva pensato che la stessi toccando io, per sistemarle la postura. Decidemmo, così, di continuare in una prossima volta.(Verso la Luce - La sublime rivoluzione)