Scrivo domani

Coniunctio solis et lunae


Dicembre 1996. Una mattina ero appena sveglia, mi stavo preparando per uscire, avevo acceso una candela e vedevo il riflesso della fiamma nell'acqua. Pensai alla conjiunctio solis et lunae. Dunque, c'era un modo di congiungere l'acqua e il fuoco, senza che questo si spegnesse... Era lì, davanti a me, in quel riflesso sull'acqua... Mentre riflettevo su questo, sentii di essere presa da una forte vibrazione, improvvisamente. Mi dovetti sdraiare. Mi sentivo trasportata, quasi in volo. E vidi, di fronte a me, venire qualcosa.C'era una grande luminosità, potevo distinguere chiaramente una corona fiammeggiante, come fatta dell'oro più prezioso e fino e delle pietre più pure e sfavillanti che potessero esistere, ma la cosa impressionante era che non era un oggetto, era viva e palpitante. E pian piano, sotto di essa, cominciai a distinguere un Essere, fatto di luce bianca, scintillante, come neve al sole. Vedevo la testa, il contorno delle spalle e la lunga tunica, che formava un'unica cosa con un velo che scendeva ai lati del capo e delle spalle. Sopra la corona, poi, apparve un semicerchio, sormontato da una piccola croce. I colori erano splendenti in maniera mai vista. La corona brillava dei colori giallo, arancio e rosso, sembrava fatta di fiamme. Il semicerchio con la croce, sopra la corona, brillava di luce violetta e sembrava contenere la conoscenza dei misteri dell'universo. Quell'Essere maestoso mi era sempre più vicino, poi si fermò e capii che mi parlava. Ebbi la sensazione che fosse un lungo, solenne discorso e che io capissi e rispondessi. Ma non saprei dire di cosa parlassimo. Ricordo che quell'Essere esprimeva un sentimento così profondo, come mai ne ho avuto esperienza nella vita. Ed una sapienza da ricomprendere ogni cosa. In qualche modo, capii che c'era relazione tra questo Essere e quel nome: "Venere Urania...", che, a volte, la voce interiore mi sussurrava in fondo al cuore. Ciò che mi rimase impresso, fu che quell'essere mi stava chiedendo la mia disponibilità, voleva un impegno da me. Ebbi come la sensazione che non potevo sottrarmi. Quando la visione scomparve, mi sentivo emozionata e carica di felicità. Avrei voluto poter vivere continuando a vederla sempre. Come potevo vivere senza vederla! Nei giorni che seguirono, mi accorsi di sentirmi delusa per il fatto di non ricordare nulla di quel lungo discorso ed anche triste, con un senso di distacco, di vuoto, per la mancanza di quel grande sentimento di comunione e di amore provato, durante la visione, con quell'Essere. Cominciò così un periodo di alcuni mesi, durante i quali non mi riusciva di accettare ciò che avevo visto. Non accettavo di non sapere chi fosse quell'essere, non accettavo che la mia mente venisse così sconvolta da un evento tanto anormale. E insieme soffrivo per la mancanza di quella grande emozione, di quella profonda pienezza, che sperimentavo durante la visione e che con essa spariva. (Verso la Luce - La sublime rivoluzione)