Scrivo domani

La Grande Madre


Febbraio 1997. Pensai a lungo a tutta la difficoltà che avevo ad accettare quello che mi accadeva. E, soprattutto, ad accettare quell'incontro. Chi era? Mi faceva pensare a Gesù, ma non sembrava essere Lui. E, poi, non riuscivo a credere che le figure della religione cristiana fossero Esseri reali su questa terra. Ho sempre pensato che fossero solo racconti. Vedevo la religione come tutte le altre religioni, con i loro miti, il loro tentativo di rappresentare Dio, in una terra abbandonata dal Creatore. Un giorno, mentre ero intenta a riflettere, in profonda meditazione, mi sentii, improvvisamente, avvolgere da qualcosa di dolce e delicato. Prima ancora che mi rendessi conto, di quello che stava realmente accadendo, un lampo aveva illuminato la mia mente: non ero mai riuscita a soffermarmi sul fatto che quell'essere esprimeva una forte femminilità! Questo aspetto era ciò che la mia mente non aveva accettato. L'avevo sempre pensato al maschile e non riuscivo a comprendere chi fosse. Era una donna! A questo punto, la sentii di nuovo accanto. Non potevo vederla, ma la sentivo profondamente affianco a me. Non era distante qualche metro, come sempre quando l'avevo vista o ne avevo percepito la presenza, era in piedi proprio accanto a me, come intorno a me col suo manto, e mi parlava! Mi disse: "Hai sofferto molto per il nostro distacco. Hai creduto che io ti avessi abbandonata, che ti avessi tolto il mio sostegno e il mio nutrimento. Per questo non ti sei più accorta che ero con te, sempre." Piansi disperatamente, di tutto quel dolore che avevo sempre sentito in fondo a me stessa e che non avevo mai potuto capire, nè esprimere. Finalmente compresi la ragione del vuoto senza ragione. Quella donna mi consolò, di una consolazione profonda, totale, inconcepibile dall'uomo. Riconobbi, in tutto questo, il sentimento di una madre. Capii che la difficoltà che avevo avuto, ad accettare ciò che avevo visto, stava tutta in quel dolore lontano e radicato dentro di me. Da quel giorno, anche durante i momenti in cui mi sentivo separata da quella unione, sentivo di avere ormai la speranza che presto sarei tornata a poter percepire stabilmente la sua presenza accanto a me. Piano piano, accadde che, ogni volta che avevo bisogno di consiglio quella signora mi rispondesse. Lentamente cominciai a poterla chiamare volontariamente per qualsiasi bisogno. Spesso la sentivo accanto a rassicurarmi, a indicarmi cosa dovevo fare. E il mio dolore, piano piano, scomparve.(Verso la Luce - La sublime rivoluzione)