Scrivo domani

L'abito infame 3. La violenza e il sopruso istituzionalizzati. Confronto con il testo biblico e la profezia di La Salette.


Ebbene, dovevo ancora terminare di scrivere dell'ultima parte della lettura della liturgia delle ore dell'8 marzo, festa della donna. Perché è stato proprio mentre leggevo le parole:“Senza te siamo sommersi in un gorgo profondo di peccati e di tenebre." 1^ Antifona: Il Signore fa giustizia per i poveri. "Perché, Signore, stai lontano, * nel tempo dell'angoscia ti nascondi? Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio * e cade nelle insidie tramate.Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca, * sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.”
che ho iniziato a sentire vicino a me la presenza meravigliosa di quella persona invisibile, che ora conosco. Mi indicava, stendendo un po' della sua luce, il rigo dell'Antifona che io vedevo illuminato e come scritto in grassetto, per intenderci con un effetto all'incirca così: 1^ Antifona: Il Signore fa giustizia per i poveri. Mentre, il resto del testo restava normale. Naturalmente, non c'è modo di raffigurare quella luce bianco-oro, che cade sulle righe e il rilievo che assumono le parole, addensandosi di significati, che emergono come sbocciando dal loro interno. E in quella luce, per usare un modo di dire che aveva proprio questo senso e nasceva proprio da questo tipo di esperienza di ascolto della parola divina, posso dire che 'ho capito l'antifona'. Modi dire nati dall'esperienza cristiana nel quotidiano, che non si vivono più e di cui si perde perciò il ricordo e il significato. Come di tutta la dottrina. Mentre quella persona meravigliosa stendeva un po' della sua luce su quel rigo, io capivo che voleva io avessi fede che quella era la volontà divina in atto in quel preciso momento della nostra storia. E mentre continuavo a leggere le righe seguenti, sentivo la sua voce dirmi: “Non senti l'angoscia con cui l'anima delle donne interiormente grida a me? Non ti ricordi nemmeno della tua? Non sai bene chi sono questi miseri che soccombono? A quali insidie, tramate da chi? Non sai chi spergiura nel mio tempio, chi froda e inganna? Non conosci ormai fin troppo bene quale iniquità e sopruso dilaga nelle vostre case?” Gli rispondevo sì, lo so, ma cosa posso io? E Lui continuava: “Tu non puoi tacere.” Poi, leggevo: “Salvami, Signore! Si dicono menzogne l'uno all'altro, * labbra bugiarde parlano con cuore doppio.” E la sua voce ancora: “Non si può ignorare il grido di salvezza, che le anime rivolgono a me. In mezzo a così tanta falsità dentro la mia casa. La superbia li ha fatti cadere nel grande inganno. Io te l'ho fatto vedere ed ora tu mostralo a tutti.” Così, in quel momento, ho iniziato a scrivere dell'abito infame.E, allora, dicevo che dal corpo della chiesa è stata recisa la parte femminile e il corpo monco ha progressivamente oscurato la luce. Infatti, non è che le donne in origine non ci fossero nel corpo istituzionale della chiesa, - erano diacone e mogli dei sacerdoti – sono semplicemente state estromesse. Quando, come? E Perché? Attualmente si conoscono soltanto due associazioni, che non ammettono donne nella struttura istituzionale: la Chiesa e la Massoneria. Recidendo le donne dal corpo mistico universale, i sacerdoti si sono rivestiti di iniquità.Il corpo soprannaturale del Cristo totale è stato smembrato e gli effetti di questa violenza sul corpo mistico universale si sono moltiplicati in scissioni e disarticolazioni su tutti i piani esteriori, naturali della creazione, e mentali e interiori del corpo religioso e civile dell'umanità e si sono manifestati in un inaridimento generale e nella crescita progressiva del disorientamento globale, che sono oggi la tragica evidenza dell'attualità. Lo Spirito non trova canali adeguati per scendere e circolare pienamente. L'azione di rendere 'una cosa sola' gli esseri umani con Cristo è stata l'oggetto dell'attacco maligno, e con il grande inganno della estromissione del femminile sono stati tranciati i nodi di collegamento dei canali universali, o tralci, della linfa soprannaturale.Mentre scrivevo, in questo punto, mi ha colpito la fitta lancinante di un raggio di consapevolezza profonda. Per la prima volta, ho sentito nel punto più interno del cuore nascere una vibrazione di convinzione profonda, che si è irradiata fino al centro della mia mente e ho pensato, con una chiarezza ed una certezza mai avute sulle mie idee:  “Avevo ragione! Io Avevo Ragione. Quando al ginnasio, camminando per i corridoi della scuola, pensavo: “Se questo fosse ancora un seminario! E se io potessi starci!”
Sentivo una fortissima attrazione per i luoghi sacri, per lo studio del divino. Desideravo intensamente vivere e studiare dentro una casa abitata dalla presenza di quella luce, che già vedevo senza esserne consapevole. Un'attrazione così intensa, che nonostante io abbia dovuto indirizzare altrove la mia vita, dopo trent'anni la sento ancora. La sento ancora più forte. Continuo, infatti, a sentire il bisogno di un chiostro, in cui possa materializzare finalmente all'esterno il mio ambiente interiore, in cui ciò che vedo materialmente attorno a me corrisponda a quella che è la mia realtà interiore. In cui ciò che vedo all'esterno, intorno a me, sia finalmente in armonia con il mio profondo ed io mi possa sentire finalmente a casa mia, non più estranea al mondo, straniera in terra.Devo constatare, che questa insopprimibile esigenza della mia anima, risale - che io ricordi - al giorno in cui ricevetti per la prima volta, per caso, mentre ero a scuola nei giorni della settimana santa, l'Eucarestia. In quello stesso momento, se avessi potuto esprimere come mi sentissi, vedendo improvvisamente un fascio di luce fortissima e piena di gioia raggiungermi e attirarmi dalla vetrata sopra l'altare, avrei detto: “Voglio vivere per sempre accanto a tutta questa luce per cantare e scrivere per Lui.” Facevo il IV ginnasio, scrivevo il mio diario, studiavo, e e cantavo nel coro polifonico per le celebrazioni della Pasqua. Avrei voluto continuare a vivere così, ma dentro la chiesa, accanto al tabernacolo. Non fu nemmeno pensabile. All'inizio dell'Università, avrei avuto bisogno dell'aiuto della chiesa per poter iniziare a vivere così. Non fu possibile. Se non sei una suora e non hai intenzione di diventarlo, non è possibile. Se sei soltanto un cristiano, che non ha niente altro che un dialogo con Dio con cui vivere e per cui lavorare, non esiste per te un posto in cui stare. E così la vita dei cristiani non solo non può accogliere luce nuova, ma può soltanto spegnersi, come appunto accade. Non ho mai pensato, né lo penso adesso, di voler diventare suora, ma sono convinta che, se, quando Gesù mi ha chiamata ad andare a vivere nella sua casa, avessi potuto rispondere, nella mia vita oggi sarebbero stati trent'anni di fioritura; mentre sono stati trent'anni di sventura.Il giorno in cui ho appuntato queste cose sul mio diario, ho sentito la voce dirmi: “Ripartire dal presente, recuperare il tempo perduto, puntare dritti al futuro.” E poi: “Parlare apertamente e senza timore - Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima.”Laddove nascono e si usano sopruso e violenza, si esercita un potere usurpato. Ma non basta. Il potere usurpato e il delirio di onnipotenza, che coglie tipicamente le menti di coloro che, consacrati nell'energia soprannaturale divina, si aprono allo spirito del male, hanno radicato a tal punto il sopruso e la violenza nel sistema, da essersi resa manifesta una punta d'iceberg come la pedofilia tra i sacerdoti. E, forse, allora oggi può essere più credibile per tutti e anche per i sacerdoti, che hanno gridato e ancora gridano allo scandalo, l'esperienza interiore di Melania, la bambina francese di La Salette. (vedi a fondo post)Nella Liturgia delle Ore, che continuavo a leggere, vedevo descritti coloro che hanno il ruolo e la responsabilità (civili o religiose) di guide tra il popolo e che tradiscono la verità e la giustizia. Costoro sono chiamati 'empi', che equivale ad infami. E la loro situazione è descritta con queste parole: orgoglio, spergiuri, frodi, inganni, iniquità e sopruso, violenza, menzogne, bugiardi, doppi, arroganti, emergono i peggiori.Coloro che, invece, dovrebbero ricevere da loro il servizio della guida, dell'orientamento e della cura sono di conseguenza chiamati 'poveri' e 'miseri' e la loro situazione è descritta con queste parole: soccombe, infelice, misero, oppressione, affanno, dolore, terrore, gemito.
E subito dopo dice: “I suoi occhi spiano l'infelice, *sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo. Sta in agguato per ghermire il misero, *ghermisce il misero attirandolo nella rete.” Così, non ho potuto fare a meno di pensare alla orribile sensazione che vivo da circa due anni: la sensazione precisa, continua, scioccante, di essere costantemente spiata, di avere costantemente un teleobiettivo invisibile puntato addosso. In ogni momento, dovunque. Certo, in questi ultimi due anni, con le cose che ho scritto e inviato al portavoce dei vescovi italiani, di motivi per poter essere considerata una pericolosa sovversiva potrei obiettivamente averne dati. Ne sono consapevole. E quando all'infame tocchi lo status quo del suo potere, si sa che puoi fare la fine peggiore, che non riesci nemmeno ad immaginare.D'altra parte, è molto interessante per tutti, nei tempi di invasione tecnologica, anche occulta, che viviamo, notare il seguente versetto nell'ottica che la Parola di Dio, raccolta nella Sacra Bibbia e scritta da persone, che hanno operato come canali del divino sotto l'influsso dello Spirito soprannaturale, ha questa caratteristica propria: di trasmettere una verità universale, che raccoglie la storia terrena di tutti i tempi e in ogni epoca. Nella quale, pertanto, si possono scoprire significati diversi e attuali. E', per questo, un testo sempre rivelatore per ciascuno.Ebbene, ciò che rivela la liturgia cattolica biblica di oggi - quella stessa lettura della quale, quando viene fatta nella Messa, si dice “E' Parola di Dio” - è che anche i capi religiosi, nella loro iniquità, 'spiano in agguato' coloro che dovrebbero invece curare e proteggere. E lo fanno 'come leone nel covo' (il leone è un tipico simbolo biblico della consacrazione sacerdotale cristiana), cioè come consacrati ad un sacerdozio maligno, per intrappolare e fare violenza.Molti ricorderanno quando, parecchi anni prima che si cominciasse a parlare di pedofilia dei sacerdoti, fece profonda impressione e scandalo la denuncia del sacerdote don Di Noto, che con l'attività della sua associazione Meter si era messo sulle tracce della pedofilia in rete e cercava di richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che la pedofilia esistesse e stesse dilagando, in quanto parte di una precisa scelta strategica di vertici insospettabili sul piano mondiale. Don Di Noto subì minacce, intimidazioni e violenze e tentò comunque di continuare la sua opera. Ma anche la Bibbia e la Liturgia cattolica conoscono, comprovano e denunciano le stesse cose. Il dilagare del male, insegna la dottrina della chiesa, è possibile soltanto se l'argine che gli è stato posto è stato infranto. Per la dottrina della chiesa questo argine è il Battesimo in Cristo, che dà origine al sacerdozio cristiano, il quale è lo strumento della difesa e della salvezza dell'intera creazione. Il sacerdozio cristiano, strumento di riunificazione e reintegrazione della creazione nel mondo soprannaturale della Luce, è stato dunque infranto ed in questo modo si è inferto un colpo mortale all'intero corpo mistico universale. E i frutti della radice maligna ormai sono palesi. Recidendo le donne dal corpo mistico universale, i sacerdoti si sono rivestiti di una iniquità, che ha toccato direttamente i gangli vitali della salute del cosmo e ha minato le fondamenta della creazione. E il loro abito è potuto divenire un abito infame.Per tutti questi motivi, quando c'è qualche voce che ancora si alza dal corpo per denunciare l'orrore ovunque sia, e soprattutto dentro la chiesa, i sacerdoti, invece di gridare sempre alla lesa maestà, sarebbe bene che iniziassero a leggere la Sacra Bibbia, a pregare la Liturgia e a fare penitenza. Capirebbero che quegli atti di denuncia sono atti di carità. E capirebbero il senso di quelle pie letture, che essi fanno da secoli come obbligo e senza costrutto. Letture come questa, sempre dalla liturgia delle ore del giorno di oggi, 8 marzo 2011:Seconda Lettura - Dai «Discorsi spirituali» di san Doroteo, abate - La falsa pace dello spirito - “Un altro chiede perché dovrebbe incolparsi quando, standosene in tutta tranquillità e pace, viene insultato dal fratello che sopraggiunge con qualche parola offensiva e infamante e, non potendola sopportare, si ritiene in diritto di adirarsi e di protestare.La scusa è certamente ridicola e non poggia su un ragionevole fondamento. Non è stato certamente per il fatto che gli sia stata detta qualche parola che è ribollita in lui la passione dell'ira, ma piuttosto quelle parole hanno svelato la passione che già si portava dentro. Perciò, se ha buona volontà, avrà ottime ragioni per fare penitenza. Egli è simile alla segala chiara e splendente che rivela le sue scorie solo quando viene macinata. Così colui che siede tranquillo e pacifico, come egli pensa, possiede all'interno una passione che non vede.""Sopraggiunge il fratello, dice qualche parola pungente, e subito tutto il fondo deteriore, che si nascondeva dentro, è vomitato fuori. Perciò se vuole ottenere misericordia, faccia penitenza, si purifichi, cerchi di migliorare, e vedrà che a quel fratello invece di un oltraggio doveva piuttosto rivolgere un ringraziamento essendo stato messo da lui in un'occasione di progresso spirituale. Se così avesse fatto, in seguito non avrebbe più sperimentato la stessa suscettibilità.”  _______________________A La Salette, raccontò Melania: "Era come se fosse il sole caduto in quel luogo". Nella luce abbagliante aveva visto una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia ed il viso nascosto tra le mani. La Signora era vestita in maniera molto semplice, e indossava gli abiti delle donne del luogo. Pur nella sua apparente semplicità, la Signora è risplendente di luce e la sua testa è adorna di un diadema di raggi e di rose. Ella nasconde le mani nelle maniche del vestito. Con lacrime copiose, prende a parlare a due bambini. Il colloquio avviene prima in francese poi in dialetto, ed infine ancora in francese.
Ecco cosa dice dei sacerdoti, in perfetta assonanza con la Sacra Bibbia, quella signora nel 1846 a Melania, la quale poi riferirà ai sacerdoti stessi: "I sacerdoti, i ministri di mio Figlio, i sacerdoti, con la loro vita cattiva, con le loro irriverenze e le loro empietà nel celebrare i santi Misteri, con l'amore per il denaro, l'amore per gli onori ed i piaceri, i sacerdoti sono diventati cloache di impurità. Sì, i preti provocano la vendetta, e vendetta pende sulle loro teste. Siano maledetti i preti e le persone consacrate a Dio che, con la loro infedeltà e la loro vita cattiva, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al Cielo e richiamano vendetta, ed ora ecco la vendetta alle loro porte, giacché non si trova più alcuno che invochi misericordia e perdono per la gente non ci sono più anime generose; ora non c'è più nessuno degno di offrire la Vittima Immacolata all'Eterno in favore del mondo. I capi, i condottieri del popolo di Dio, hanno dimenticato la preghiera e la penitenza, e il demonio ha ottenebrato le loro menti; essi sono divenuti quelle stelle erranti che l'antico diavolo con la sua coda trascinerà alla rovina. La società è alla vigilia dei più terribili flagelli e dei più grandi eventi.”