Scrivo domani

Imposizione delle mani nel campo energetico umano e liberazione interiore


Maggio 1997. Ho sentito la Voce che mi informava che era il momento di intervenire ancora sul campo energetico di N. Durante la prima e la seconda volta, avevo percepito che N. si trovava, da anni, in una condizione di grande fatica; era come se si fosse dedicato a portare un enorme peso, per moltissimo tempo. Aveva ora difficoltà a liberarsene. Era sovraccarico anche della stanchezza accumulata e tutto questo sembrava minacciare ormai direttamente il suo centro vitale. Il senso del dovere aveva enormemente ridotto in lui la capacità di percepire la gioia, la quale stava ormai pericolosamente soffocando.
Durante l'imposizione delle mani, l'energia, che riversavo su di lui, provocava come una intensa "evaporazione". Inoltre, vidi come una spessa corazza, di cui tutto il suo corpo era rivestito, ad un certo punto, aprirsi e cadere. N. mi disse di non avere avvertito nulla durante quei momenti, tranne l'intenso calore delle mie mani. Sentii che dovevo lasciargli tutto il tempo a disposizione per lasciare che l'energia, immessa nel suo campo vitale, agisse compiutamente e perche' N. potesse lasciare emergere nella sua coscienza gli effetti di questo cambiamento, prima di potergli raccontare l'accaduto.Alcuni giorni dopo, mi disse che, da subito, aveva cominciato a sentirsi sempre più "alleggerito" e di umore migliore. E quando sentii la voce, che mi avvertiva di intervenire ancora su N., erano passati circa due mesi dall'ultima volta.Quando portai le mani all'altezza della gola, "toccai e vidi" qualcosa, che sembrava un nodo in gola, un groviglio scuro e pesante, che contenesse lacrime e dolore. Dalla compenetrazione, che provavo verso quella esperienza di dolore, dal senso di comunione profonda con quell'anima impegnata nel suo lavoro interiore, sorse, spontaneamente, in me una invocazione d'aiuto rivolta alla Grande Madre di tutti, perchè intervenisse a liberare N. da quella sofferenza.Mi accorsi, non so come, che quella invocazione era qualcosa che la Signora mi aveva concesso al momento delle estasi avvenute la settimana precedente, durante la recita del Rosario. Era come una formula precisa, che contiene parole e sentimenti definiti, ma che va espressa in un moto dello spirito. Me ne accorsi, perchè non appena l'ebbi espressa, Lei mi comparve e, sorridendo, mi rispose che sarebbe intervenuta come le avevo chiesto, e che, da quel momento in poi, avrei potuto usare quella invocazione per chiedere il suo aiuto e Lei sarebbe intervenuta ancora e sempre, allo stesso modo.In quello stesso momento, mentre io provavo l'estasi della comunione e dell'abbandono ad una forza che mi nutriva, mi comprendeva e mi sosteneva totalmente, sentii e vidi il nodo in gola di N. sciogliersi e svanire. In quello stesso attimo, N. emise un profondo sospiro di sollievo.dal Diario personale "Verso la Luce - La sublime rivoluzione"