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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.
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Viaggio a Firenze:L'incontro con Giorgio Post.22 Post.23 Post.24 Post... 25 Post ...26 Post...27 Post ... 28 Post ...29 Posto...30 Post...31 Post ... 32 Post ... 33 Post ... 34 M Post ...35
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Un passo indietro per farne uno avanti:" Firenze".
Post n°316 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da lascrivana
Arrivai alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze che era già l’alba inoltrata. M’infilai nel primo taxi che trovai a disposizione e mi feci accompagnare immediatamente all’hotel,dove Armando Montorsi mi aveva prenotato una stanza: -Non dovrai fare molto strada per trovare lo studio di Giorgio,si trova nei pressi della stazione un po’ più al centro - Mi disse il nonno prima di partire dandomi un affettuosa pacca sulla spalla. Aveva calcolato proprio tutto in modo da facilitare la mia permanenza a Firenze. Arrivata all’Hotel mi presentai direttamente alla reception e mi feci dare la chiave della stanza in modo da potermi fare una doccia immediatamente per poi stendermia riposare un po’. Stanca e distratta non mi ero nemmeno guardata intorno per ammirarne la bellezza e l’eleganza dell’hotel e della bella Firenze. In treno,in preda all’ansia e all’eccitazione non avevo chiuso occhio per tutto il viaggio. E non ci riuscii nemmeno in quell’elegante camera d’albergo,sontuosamente arredata in stile classico con tendaggi e tappezzerie color oro e blu notte. Dopo essermi fatta un bel bagno rilassante nella vasca idromassaggio,m’infilai l’accappatoio e mi feci servire la colazione in camera. Per distrarmi un po’ mi affacciai dalla larga finestra della camera e godermi un po’ lo stupendo panorama della città al suo risveglio, con la gente che per strada si avviava freneticamente ognuno ai suoi impegni. Come sembravano lontani la magnificenza dei monti,la sua pace e la dolce melodia dei rumori della natura:il dolce sciabordio delle acque del lago,il leggero sibilare del vento tra le foglie,il canto degli uccelli,il ruggito delle mucche e il cantilenante belare delle pecore e il fragoroso nitrito dei cavalli; sembrava esserci un orchestra sinfonica alla fattoria. Non ero li per una vacanza e presto avrei fatto ritorno in montagna;mi auguravo solo di tornarci trionfante e con in mano la soluzione ai nostri problemi. Non riuscii a riposarmi nemmeno in albergo:non vedevo l’ora di trovarmi faccia a faccia con Giorgio Montorsi. -Chissà che idea si sarò fatta di me? I nonni mi avevano raccontato che Beppe non faceva altro che parlare in continuazione delle nostre peripezie,tanto da rendere curioso il padre. -Devo proprio conoscere questo schianto di donna che ti ha fatto perdere la testa! Aveva esclamato Giorgio a Beppe,che orgoglioso lo aveva invitato a far visita al più presto alla fattoria,ansioso di presentarmi. -Per ora non ho molto tempo a disposizione; però ti prometto che verrò a trovarvi nelle vacanze estive. -Ma ma …l’eele staa tetee è ancora lontana. Aveva balbettato Beppe deluso. -E invece mio caro Giorgio il tempo di conoscermi è arrivato prima del previsto!- Esclamai mentre aprivo la valigia per mettere a posto i vestiti e scegliere cosa avrei indossato quella mattina. Optai per una gonna nera che arrivava alle ginocchia e una camicia salmone,indossai anche un golfino bianco di cachemire,morbido e delicato. Sciolsi i capelli e gli diedi una leggera spazzolata per non rovinare la piega fatta il giorno prima in un salone di bellezza nei pressi della stazione da dove ero partita. La vita incampagna ne aveva schiarito il colore,regalandomi una morbida e setosa chioma color miele;mentre la sana alimentazione aveva dato alle mie guance un delizioso color pesca. L’immagine che lo specchio mi rimandò mi piacque;di certo non ero bella come le modelle a cui era abituato Giorgio,ma anch’io facevo la mia discreta figura! Mi recai allo studio a piedi,era veramente vicinissimo all’Hotel,e nonno Armando fu così chiaro nelle spiegazioni che non mi fu difficile trovarlo. Ad’annunciarmi a Giorgio Montorsi, fu una deliziosa segretaria decisamente attraente in quel vestito aderente viola e grigio all’ultimo grido. -C’ è una certa Sibilla Galvani che chiede di lei. -Falla accomodare Brigitta;sarà sicuramente la modella per le foto pubblicitarie. Rispose Giorgio con tono leggermente roco,tipicamente maschile. Entrai timidamente nella stanza e visibilmente imbarazzata,tanto da lasciare perplesso persino Giorgio. -Si accomodie si metta a suo agio;non mangio mica! Esclamò squadrandomi dalla testa ai piedi;il che aumentò il mio imbarazzo,facendomi visibilmente arrossire. Di certo nemmeno questo sfuggì al suo occhio inquisitore che non mancò di farmi notare il suo dubbio. -Ma sei sicura di essere una modella? Di solito sono più sfrontate e disinibite;e poi,si che sei una bella ragazza,ma la tua altezza non è decisamente l’ideale - -La mia altezza e l’ideale per me, poco importa che per lei non sia adeguata! E poi non sono affatto la modella che aspettava … mi presento: Sono Sibilla Galvani,l’amica di Beppe e dei suoi genitori - Risposi tutto ad’un fiato;come è mia consuetudine d’altronde. -Oh ma che piacere conoscerla!Accidenti che tipino tutto pepe: E ora mi dica a che cosa devo l’onore della sua visita? Magari si è stancata della vita montana ed’è venuta alla ricerca della gloria come modella? Aggiungendo poi cambiando tono: -Ehm …immagino che i miei genitori le abbiano già detto del mio lavoro di pubblicitario - -Lei è decisamente prevenuto. Ribadii prontamente -La prego mi dia del tu siamo quasi coetanei in fondo! - M’invitò cortesemente Giorgio. -Bene Giorgio,questo renderà ciò che devo dirti tutto più facile. Mi spiace deludere le tue aspettative ma non sono qui per fare carriera come modella,bensì per qualcosa di più serio - -Davvero!E’successo qualcosa alla mia famiglia?- Rispose con tono allarmato -No … stai tranquillo,va tutto bene. Cercai di rassicurarlo addolcendo il tono della voce. -Si trattadi un argomento delicato … ed’occorre avere più tempo per spiegarlo. Ma questo non è il momento adatto per parlarne con calma;sicuramente sarai impegnato con il tuo lavoro,possiamo discuterne in un momento in cui sei più disponibile?- -D’accordo Sibilla, tieniti pronta per cena stasera;ti porterò in uno dei migliori ristoranti di Firenze. Lascia pure l’indirizzo del tuo albergo alla mia segretaria … verrò a prenderti per le venti,va bene per te?- -Si certo non ho alcun impegno qui,se non quello di parlare con te. Mi accompagnò sulla porta dandomi una bella e calda stretta di mano. Lasciai l’indirizzo a Brigitta e mi avviai verso l’uscita. Mi sentivo stranamente emozionata;Giorgio era decisamente un bell’uomo: Alto,con icapelli scuri a malapena brizzolati,fronte spaziosa e un naso leggermente aquilino. E poi …aveva un sorriso disarmante. Una fila di denti bianchi mettevano in risalto una bocca carnosa ben disegnata. Due profondi occhi scuri completavano armoniosamente la forma leggermente squadrata del viso. Sospirai al solo ricordo del suo sguardo penetrante. Il fatto che fosse un così bell’uomo avrebbe reso il tutto più difficile! Dopo aver passeggiato un po’ per le vie del centro e averne ammirato le bellezze della città,rientrai in albergo ben decisa a riposarmi. Dovevo essere in forma per la sera a tutti i costi. E la serata così tanto attesa arrivò. Mi vestii etruccai con più attenzione. Indossai unvestito aderente di lana pettinata color crema. Gli stivali,dello stesso colore del vestito leggermente più scuro,mettevano in risalto le mie gambe ben tornite. Indossai unsoprabito dal largo collo, marrone scuro e mi avviai ad attendere Giorgio nell’elegante hall dell’hotel,tappezzata in oro e rosso. Arrivò puntuale come un cronometro,alle venti precise. Nel salutarmi mi rivolse uno sguardo eloquente ed ammirato;il che mi confermò che avevo scelto l’abbigliamento giusto. Durante il viaggio in macchina parlammo di Beppe e dei suoi genitori,senza mai sfiorare il reale motivo della mia visita. Ogni tanto lo sorprendevo a dare una sbirciatina alle mie seducenti forme;e devo dire che la cosa non mi dispiacque affatto. Parcheggiammo la macchina prima del ponte vecchio,facemmo una lunga passeggiata per ammirarne la bellezza del fiume Arno alla sera. Il posto era decisamente romantico e io mi sentivo stranamente felice,rimandando sempre a dopo quello che avevo da dirgli;non avendo nessuna voglia di distruggere quella magica atmosfera che si era creata tra noi. |
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