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Un passo indietro per farne uno avanti :"La storia di Beppe".


L’espressione decisa di Beppe mi fece capire che aveva voglia di continuare il discorso interrotto all’arrivo;così gli rivolsi la domanda che al momento mi premeva più di tutto:“Come facevi a sapere che io mi sarei diretta qui,e che avrei curiosato nella casa?Da quanto tempo  mi seguivi?”“Io non ti seguivo!”Esclamò Beppe quasi infastidito dalla mia domanda,proseguendo con determinazione:“Ero,come al solito che gironzolavo nel bosco … tutu … mimi sei apparsa come una vivisione! Ho pensato che fofossi la mia mamma,che era venuta a cercarmi!Co così sono andato di corsa a casa a prendere la rosa,dal vaso sul tavolo di nonna … a lei piacciono tanto le rose rosse e se se le fa reregalare sempre da dal nonno!”Mi fece una gran tenerezza,e con un gesto istintivo gli  accarezzai la guancia,sorridendo dolcemente.Questo gesto affettuoso,e forse da tempo anelato dalla sua vera mamma,scatenò in lui la voglia di raccontarsi.Iniziò a farlo senza peli sulla lingua non omettendo nessun dettaglio e man mano che parlava,balbettava di meno.Mi disse che la mamma lo aveva abbandonato da piccolo,per cui lui non la ricordava nemmeno,ecco perché aveva potuto facilmente confonderla con me.Mi confidò di aver sempre custodito nel cuore la certezza che lei lo avesse abbandonato perché era diverso … un ritardato,come volgarmente lo definivano i suoi compagni.La cosa mi lasciò allibita;si, mi ero accorta che era diverso,ma avevo attribuito il tutto alla sua timidezza e alla vita montana che conduceva … ma a quanto pare  c’era molto di più!Non  volli interromperlo,alla fine ,avrei potuto magari consolarlo dicendogli che non era affatto così,desideravo che lui continuasse a parlarmi di se a cuore aperto,come stava già facendo d’altronde.Continuò la sua storia senza interruzione o ripensamenti,certo di quello che voleva confidarmi:“Non ho mai avuto amici … li sentivo diversi da me,più in gamba!A scuola erano più bravi e loro capivano con facilità tutte quelle cose che per me erano difficili;gli insegnanti continuavano a dirmi che io non li sapevo perché rispetto agli altri a me davano compiti più difficili! Ma io sapevo che non era così … io ero diverso,un ritardato e questo era un dato di fatto!Anche la mia mamma lo sapeva! e per questo mi ha lasciato”.Ammise Beppe tristemente;a quel punto interruppi la conversazione per dire la mia ,utilizzando un tono duro e non compassionevole,altrimenti avrebbe smentito le mie affermazioni:“La tua mamma se ne è andata perché non era in grado di crescere un ragazzo straordinario e speciale come te!Ha avuto paura di farti del male,di non poterti dare quello che meritavi!”Rincarai,addolcendo il tono:“Magari anche per lei è stata una decisione sofferta! E oggi è sinceramente pentita del gesto che ha fatto.All’epoca,era più ragazzina e non ha avuto il coraggio di fare la mamma in nessun caso,e non perché tu ti senti diverso!”“Io sosono diverso!”Esclamò Beppe ritornando a balbettare.“Tutti siamo diversi l’uno dall’altro,e non esistono persone superiori o inferiori! Esistono solo persone … persone buone e altre cattive,come i tuoi amici che non sono stati in grado di vedere lo straordinario mondo che nascondevi dentro! Prendi me … se io non ti avessi incontrato,magari sarei morta di fame!”Puntai i miei occhi grati dritti nei suoi,e lui sembrò leggermi dentro l’anima;perché sorridendo ammise,senza ombra di dubbio:“E’ vero … hai mangiato come un lupo! Sai domani te ne porterò altro e ti aiuterò a mettere a posto la casa”.“Non voglio metterti nei guai con i tuoi nonni … magari potrebbero infastidirsi per questo!”Ribadii fermamente.“Non conosci i miei nonni,per questo dici così!Ti assicuro che si fidano di me,sin dal primo giorno che papà mi ha lasciato  da loro … sono stato io a voler vivere con loro!A lui non faceva di certo piacere … ma io con i nonni sto bene e sono felice”.Con quest’ultima frase mi convinse,malgrado i disagi,quel posto aveva qualcosa di magico:Stavo bene anch’io.