ricomincio da qui

Un passo indietro per farne uno avanti:"Le feste nella fattoria Montorsi"continua ...


Alle prime luci dell’alba eravamo già tutti in piedi!Ci incappucciavamo per bene prima di uscire fuori,in quanto l’aria al mattino era veramente gelida.Io i nonni Montorsi e Beppe ,ci recavamo subito al capannone di legno  per accendere il fuoco nella vecchia cucina di ghisa e a preparare  la colazione,prima dell’arrivo del resto della compagnia.Mettevamo il calderone pieno d’acqua sul focolare a bollire;in modo da averla sempre a disposizione ogni qualvolta ne avevamo bisogno.Il tutto si svolgeva manualmente con i vecchi sistemi;per cui ogni operazione,anche la più semplice richiedeva più tempo.All’arrivo dei bambini e del resto degli adulti,la tavola per la colazione era già apparecchiata:crostate di marmellata,fichi al forno ripieni di frutta secca,pane caldo e fragrante e biscotti secchi.Bricchi d’alluminio pieni di latte appena munto e riscaldato,il caffè poi sprigionava un aroma delizioso diffondendolo per tutta la sala.Dopo aver fatto colazione;ci mettevamo subito all’opera ,ognuno alle sue mansioni;per ritrovarci poi all’ora di pranzo,di nuovo tutti riuniti.Intanto che la pasta  cuoceva si faceva antipasto con i sottaceti preparati in autunno.Peperoni in agro dolce,olive e melanzane in salamoia,fette di prosciutto stagionate e salame;le immancabili torte salate preparate con la pasta di pane e farcite con formaggio,mozzarella verdura e uova;il tutto accompagnato da vino bianco frizzante.Non si preparavano molte portate a pranzo,in quanto ci si sentiva già sazi con il ricco antipasto;un piatto di pasta o un piatto di legumi era più che sufficiente.La sera,la cena era più leggera;si preparava una minestrina con verdure fresche,timballi di patate e cavolfiore bollito e condito al piatto.Ci ritiravamo ognuno nelle nostre case,per riposare, quasi subito dopo cena.La stanchezza ci coglieva all’improvviso rendendoci fiacchi e con le palpebre appesantite;con grande difficoltà c’infilavamo nei nostri cappotti e sciarpe,per affrontare il gelo notturno;facendo anche una gran fatica a camminare sulla neve.Una volta aperta la porta di casa;correvo di filato nella mia stanza,lasciandomi cadere pesantemente sul letto.Beppe,che non mancava mai di darmi il bacio della buonanotte,vedendomi così stanca e assonnata,mi aiutava sempre a sfilarmi gli stivali e a rimboccarmi le coperte con fare protettivo,ricordandomi continuamente che lui mi aveva fatto la promessa di prendersi sempre cura di me.Malgrado i suoi problemi,era un ragazzino adorabile e meraviglioso … risvegliando in me un istinto materno fino ad allora sconosciuto.